Gabber

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« Un vero Gabber odia anche il proprio cuore... a proposito, signore, lo vuole un uovo di pasqua per la ricerca contro il cancro? Sono solo 5 euro per un'opera buona... »
(Gabber durante la discussione con un passante)
« Ehi, non guardate me! Io non c'entro proprio niente!! »
(Gaber su Gabber)
« Io non ho i capelli: posso essere un gabber?? »
(Claudio Bisio su Gabber)

Il gabber è un individuo in via di estinzione a causa dei suoi amici fighetti e punk.

Descrizione

Due gabber durante uno dei loro amati simposi sulla letteratura latina.

Normalmente si vestono con bomber neri, cappelli neri, scarpe Nike air max nere e umore nero, cercando di picchiare tutti quelli che incontrano, tra comunisti, preti, ed extracomunitari non si sa chi ne prende di più. Inoltre si riconoscono dal fatto che anziché ascoltare la loro musica con gli auricolari la ascoltano senza auricolari direttamente dallo stereo o dal cellulare dando fastidio alle persone che stanno attorno a loro. Il loro protettore, come per i truzzi è David Guetta, per loro è un tipo chiamato Angerfist che si crede Jason Voorhees.

Ascoltano una musica fatta da due padelle che sbattono l'una contro l'altra ma che, dopo essere stata filtrata dalle loro orecchie sature di ingenti dosi di ecstasy, di cui vanno ghiotti, diviene una raffinata melodia che fa bruciare di invidia punk e soprattutto gli emo.

Genesi

Un noto gabber: Giorgio Gabber
Scovare tracce della cultura gabber nel passato non è facile poiché, come le grandi civiltà Azteche, tramandavano tutto oralmente (valgono pure i doppi sensi ovviamente). Inoltre la cultura Gabber non è mai stata in grado di sviluppare la cultura murale che persino i preistorici e i rapper sono riusciti a creare.

Recenti studi hanno appurato che nacque come civiltà nomade nel Deserto del Gobi, probabilmente formatasi da alcuni classici "scemi del villaggio" esiliati per le loro vedute troppo avveniristiche già all'epoca.

L'adozione del caratteristico taglio rasato, detto in gergo "Μπήλλιαρδως Κράπον μπώχεασ" ("Testa a Boccia di Biliardo") fu usato dapprima come strumento per accendere i fuochi negli accampamenti (i gabber solevano picchiare una pietra focaia in testa fino al prodursi delle scintille).

Durante i periodi di guerra usavano inoltre la testata come arma contundente e come ariete per sfondare le mura delle città. Di questa pratica è rimasta traccia nel celebre trattato di Lucio Anneo Seneca Ea ab centis unis caricata est, e nella frase latina Usque Tandem Gabber, morituri te mortacci, ovvero Passame er Gabber, che lo corco. Inoltre, visti i luoghi deserti che frequentavano, il capoccione lucido era spesso utilizzato come mezzo di segnalazione a distanza

Si pensa che sia grazie a queste tradizioni che oggi il comune gabber medio abbia un cervello del 60% meno sviluppato di quello di un altro essere umano. Non si tratta di mera stupidità, ma del fatto che per il 60% il cranio di un Gabber è composto di osso

Altre notizie sulla civiltà Gabber sono presenti nella famosa opera dello storico latino Tito Livio, il quale nella sua Ab Urbe condita ci narra delle Guerre del Metallo. In particolare pare che i gabber durante questi lunghi assedi venissero appunto utilizzati come arieti, come palle di cannone e, la sera, come giullari di corte.

La società Gabber

I rapporti tra gabber e gabber sono oggetto di studio da tantissimi anni. Non esiste infatti un rapporto di fratellanza tra gabber diversi, nonostante condividano gli stessi "ideali", ma sembra più che altro che ci siano odio e rivalità. Le prove a sostegno di questa ipotesi sono:

  • il fatto che tra i gabber le risse sono molto frequenti, anche se nessuno sa mai il motivo per cui scoppiano;
  • spesso vanno in discoteca armati di coltelli o oggetti contundenti;
  • ognuno ha amici più grandi che arrivano con una Golf tamarrata solo quando c'è da fare a mazzate... da buoni gabber gli amici maggiori picchiano anche l'amico più piccolo e infine si scannano tra loro
  • tentano di rubarsi a vicenda gli oggetti che identificano il loro stato di gabber (cappellini in primis, bomber, scarpe, paste, ecc... per questo si pensa che si rasino i capelli per evitare che gli vengano rubati anche quelli)

Questi punti hanno inoltre dato vita alla teoria detta "There can be only one" per cui la rapida estinzione dei gabber non sia solo dovuta alla caccia al gabber (leggere sotto), ma anche a un processo interno al movimento. Secondo questa teoria ogni gabber mira a essere l'ultimo gabber rimanente (il film L'ultimo dei Gabber è proprio ispirato a questa teoria) sulla faccia della terra. Si fa quindi degli amici solo per combattere inizialmente in gruppo tutti gli altri gabber e rimanere contro nemici che già conosce.

I gabber oggi

Come i nativi americani, i gabber sono oggigiorno una razza in via d'estinzione e vivono in poche comunità dove rispettano le antiche tradizioni sopra citate. Le cause della loro decimazioni sono da attribuirsi agli anni 80, quando con l'avvento del Metal iniziò una vera e propria caccia al popolo gabber, che si vide costretto a fuggire verso le colline (La canzone Run to the hills degli Iron Maiden narra appunto questo barbaro avvenimento). In realtà i gabber non potevano sapere che i metallari non avevano abbastanza alcool nel sangue per realizzare che salendo anche loro sulla collina, sarebbero riusciti ad acchiapparli. per cui ancora oggi si narra che una comunità di gabber sia su una collina, ad ascoltare merda ripetitiva, e i testi orali dei metallari (no, non ci sono doppi sensi, sono troppo ubriachi per capire cosa sia un pompino) raccontano del grande eroe "The man with the metallic shit" che cerca ancora oggi di scavare per arrivare sulla collina dei gabber (si avete capito bene, scavare...)

Frasi

Tipiche frasi di un gabber:

  • "Check my penis"
  • "Gianna aveva un coccodrillo e un dottore."
  • "Fuck the police."
  • "Suck my dick."
  • "Fuck."
  • "Mi scusi, potrei avere un Mc flurry con chiodi al posto di smarties ?"
  • "La trasversale di un angolo che taglia una parallela incidente nell'asse y coincide con una situazione geopolitica in continuo sommovimento che riflette una realtà psicosociale del globo terracqueo moderno: cioè oh, non esistono più le mezze stagioni..." (frase di un gabber impastato... e acculturato)
  • "L'hardcore non è morta."
  • "L'hardcore non è morto."
  • "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" (gabber di prima).
  • "Si sta come il sabato sera sul Booster con la tipa" (stesso gabber, rinsavito).
  • "Sgrunf ghhh gllgghh..." (gabber con le convulsioni dopo un eccesso di anfetamine)
  • "I wanna rave all night with you..." (frase più romantica che un gabber possa tirare fuori)
  • "Dux mia lux".(da leggere "duper mia luper")
  • "Weilà, weilà!" (saluto Gabber)
  • "Bitch!" (spiaggia).
  • "Io sono stato al namber uan" (un gabber 14 enne in una discussione con amici).
  • "Gabber for life, figa oh..."
  • "Scappa, ché c'è la pula."
  • "Hardcore is my life."
  • "Hardcore for life."
  • "Hardcore will never die"
  • "L'hardcore sì che è vera musica!"
  • "Olaaaaaaa!" (Saluto gabber)
  • "Sabato c'è un evento al Flo!"
  • "Non vedo l'ora di andare al Number One"
  • "Mother Fucker"
  • "Il gabber deve essere cattivo dentro!"
  • "Io da grande sarò un cattivone... e avrò anche un mini-me."
  • "Io vivo come cazzo voglio! Cazzo ti guardi?"
  • "E chi, in veder giovin donzella in tanta doglia, la cagion non stima esserne amore?" (riflessione sulla morte dell'hardcore)
  • "Scappiamo, ci sono gli sbirri!!
  • ''È l'hardcore che mi rende cattivo!! (giustificazione per le facce deformate durante il ballo)