Fatina

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Tipico esempio di "fatina", pronta a colpire.

La fatina conosciuta anche come fata, folletta, falletta, gnoma con le ali, zanzaretta fatata o "ma non era meglio 'no gnomo?" appartiene a quella razza di creature fatate citate un po' ovunque nel mondo, sotto una moltitudine di nomi. I tratti generali comprendono un'altezza compresa tra uno sputo e uno sputo e mezzo, orecchie appuntite tipo Spock, tratti del viso come quelli di Bjork e la tendenza a sembrare una figlia dei fiori rincoglionita.


Solitamente una fatina va in giro vestita con due-tre stracci di color rosa o verde pisello (verde, non rosa), scalza (tanto non cammina...) e in testa porta una ghirlanda di fiori o due filtri di FiltroFiore Bonomelli.






Fenomenologia

Alcune fatine mentre rompono le palle, credevate stessero svolazzando placide nei boschi?
File:DSCN2167.jpg
Effetti collaterali.

Le fate o fatine sono ben note per le loro peculiari attività. Di solito dividono equamente il proprio tempo libero (cioè il 100%) tra lo svolazzare placide e serene sui prati e nei boschi e la dedizione a svolgere un importante passatempo: rompere le palle. Come varianti possono anche, quando ben stimolate, dedicarsi a tutta una serie di attività collaterali, come rompere i coglioni, rompere le scatole, sfrantoiare i testicoli e anche, più raramente, spaccare le pelotas.

A livello storico le fatine hanno popolato migliaia di storie nei tempi antichi, scomparendo placidamente per tutto il periodo post-rinascimentale per poi tornare a rompere i coglioni nel 2000, sotto forma di costosissime statuette che ricoprono milioni di scaffali di negozi o bancarelle. Tali statuette sono soggette a un potente incantesimo (di origine ovviamente fatata, mortacci loro) che rende rincoglionita qualsiasi creatura di sesso femminile passi loro davanti. Ciò spinge fidanzate, mogli e sorelle a tramutarsi in languidi trita-palle nei confronti del fidanzato/marito/fratello di turno.

L'incantesimo si abbatte sulla vittima (e di riflesso sullo sventurato accompagnatore) in 3 fasi consecutive e ben distinte:


  1. La fase "OOOOH!": la vittima si impietrisce di fronte a una distesa di fottute statuine di fatine e inizia a sudare copiosamente, venendo colta da tremiti ed emettendo gridolini tipo "Iiiih!" o "Eeeeeh!", accompagnati da un inconfondibile "Oooooh!" di sottofondo. È praticamente impossibile distogliere la vittima dalle statuine fatate, a meno di non provvedere a tramortirla o distraendola con qualcosa di più costoso e appariscente, tipo un anello con diamante da 4600 Euro.
  2. La fase "Ne scelgo solo una!": può durare dalle tre ore ai sei giorni (sebbene si abbia sentore di casi di acquisto compulsivo risolti in soli 20 minuti, con l'acquisto però di soggetti fatati multipli...). Durante questo lasso di tempo la soggetta continua a osservare convulsamente le statuine di queste cazzo di fatine, cercando inutilmente di decidersi su quale portarsi a casa (facendola pagare al povero stronzo li di lato...). La fase "Ne scelgo solo una!" è anche resa più traumatica dalla perfida abitudine di quelle fate bastarde di staccarsi un'appendice (un'orecchia, un dito, un pezzo d'ala, una chiappa) proprio quando la fatale scelta viene compiuta, con conseguente eliminazione della fata candidata all'acquisto e ritorno alla fase di selezione. (Frase comune: "Ma cavolo! Avevi mica visto che l'orecchia è sbeccata? Peeeeccaaato!"). Tacciamo per pudore i prezzi medi di tali infami statuette.
  3. La fase "E ora dove la metto?": la più terribile, che può protrarsi per settimane intere e risbucare periodicamente nei mesi successivi all'infame acquisto. Durante questa fase il soggetto fatato viene dislocato in ogni angolo di casa, nel disperato e inutile tentativo di trovarle una collocazione che non stoni con le suppellettili circostanti.

Figure di sesso femminile (oppure Emo di entrambi i sessi) che rimangono soggette più volte all'incantesimo delle fatine tendono a sviluppare sgradevoli effetti collaterali, avvicinando progressivamente il proprio aspetto e comportamento a quello di una fata. Si parte dall'abbigliamento per passare poi ai modi (che diventano eterei e molleggiati) fino a giungere a un'insana voglia di spiccare il volo. Ci sono casi documentati di neo-fate che si sono catapultate dal sesto piano di un palazzo indossando una tenda a fiori e gridando "Ihihihihi!". Ragazze afflitte dalla "fatite" tendono anche a sviluppare repulsione verso le rane, le piante grasse, il sesso, Silvio Berlusconi e le canzoni di Avril Lavigne.

Famose vittime della "fatite"

Casi di persone influenzate dalle fate nel passato recente

  • Sir Arthur Conan Doyle: un tipico caso clinico del periodo vittoriano. Secondo gli esperti, le sue fate erano solo delle figurine di carta ritagliata, messe di fronte, e fotografate su sfondo floreale. In seguito l'inventore di Sherlock Holmes affermò anche di essere in possesso di svariate foto dal vero dei dinosauri, del mostro di Loch Ness, dei Pokémon e di alcune mucche di razza Ottonese-Varzese.

Voci correlate

  • Titania: questa super-eroina è la regina delle fate nelle commedie di Shakespeare.
  • Fatina dei denti: baratta i soldi in cambio di denti (in concorrenza con il topolino dei denti, che fa la stessa cosa). Ma cosa se ne fa di tutti quei denti? (Non pensate a come dev'essere fatta la sua casa. Ho detto di non pensare alla sua casa!)
  • Folletto: nel folclore inglese, le voci "fata" e "folletto" sono imparentate. In quello cinese no.
  • Fiore: secondo un'altra tradizione, le fatine sono associate ai fiori.
  • Puffo: secondo Peyo, i puffi rientrano nelle categoria delle piccole creature magiche, e quindi delle fate.
  • Alieni: alcuni alieni vengono rappresentati come umanoidi di piccole dimensioni, azzurri e con le orecchie a punta, dotati eventualmente di alucce insettoidi. Sono delle fate scambiate per alieni o sono le dolci fatine a essere degli immigrati extraplanetari? E cosa ne pensa Fox Mulder?