Dialetto milanese: differenze tra le versioni
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Ora, non è precisamente così: il dialetto milanese è ancora ben vivo e conservato all'interno della città meneghina. Il punto è che lo parlano i cosiddetti terroni, oltre che qualche sparuto vecchio. Qualche esempio? Negli ultimi decenni il Milanese è stato difeso soprattutto da questi signori: |
Ora, non è precisamente così: il dialetto milanese è ancora ben vivo e conservato all'interno della città meneghina. Il punto è che lo parlano i cosiddetti ''terroni'', oltre che qualche sparuto vecchio. Qualche esempio? Negli ultimi decenni il Milanese è stato difeso soprattutto da questi signori: |
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*[[Enzo Jannacci]], di origine calabrese. |
*[[Enzo Jannacci]], di origine [[Calabria|calabrese]]. |
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*[[Giorgio Strehler]], che magari non era terrone ma che con quel cognome lì sicuramente non era milanese. |
*[[Giorgio Strehler]], che magari non era terrone ma che con quel cognome lì sicuramente non era milanese. |
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Versione delle 23:41, 23 feb 2011
Il dialetto milanese è la variante chic e – diciamolo – più in della lingua lombarda. Lo sanno anche i sassi, infatti, che se voi vi presentate e dite di parlare un altro dialetto (il Comasco, il Chiavennasco, il Bustocco o il sempre troppo sottovalutato Bregagliotto), la gente vi sputa in un occhio. A essere buoni.
Diffusione
Tutti conoscono il famoso adagio, che ogni giorno che il Signore ci manda sulla Terra muove il riso di vecchi, infanti e pure delle donne. Questo adagio recita così:
Conosciuto anche sotto questa variante:
Ora, non è precisamente così: il dialetto milanese è ancora ben vivo e conservato all'interno della città meneghina. Il punto è che lo parlano i cosiddetti terroni, oltre che qualche sparuto vecchio. Qualche esempio? Negli ultimi decenni il Milanese è stato difeso soprattutto da questi signori:
- Enzo Jannacci, di origine calabrese.
- Franco Loi, di origine sarda.
- Lino Patruno, di origine calabrese.
- Pietro Mazzarella, di origine campana.
- Giovanni D'Anzi, di origine pugliese.
- Giorgio Strehler, che magari non era terrone ma che con quel cognome lì sicuramente non era milanese.
Certo, bisogna contare anche Dario Fo, Nanni Svampa e Walter Valdi; ma essendo i primi due comunisti e il terzo brianzolo li ascriviamo volentieri al registro dei terroni.
Basiche regole grammaticali
Legge delle vocali che fanno la parte del leone
Legge delle consonanti che subiscono e stanno zitte
In seguito a una dura battaglia contro le vocali, le consonanti hanno subito una tremenda sconfitta di cui ancor oggi pagano lo scotto. Le vocali infatti hanno imposto dure condizioni di pace per scongiurare lo sterminio:
- Tutte le doppie sono cancellate:
- perfetto: perfèt
- La V è ricercata e latitante in buona parte delle parole:
- Tavola: tàula
- Lavorare: laurà
- La Z, per evitare ritorsioni, è scappata trai dialetti del nord e non ha lasciato tracce di se stessa. A sostituirla venne chiamata la S.
- Attenzione: atensiùn
- La GL è considerata fuorilegge e tutti sono autorizzati a sparare a vista se la vedono
- Tovaglia: tuàja
- Famiglia: famìja
Legge delle vocali collaborazioniste
Ci fu però una fazione di vocali che considerò troppo dure le condizioni di pace imposte dalle proprie compatriote. Così costituì una fronda e si ribellò. Ma mal gliene incolse. Furono tutte sterminate.
- Le vocali finali sono quasi tutte sparite (tranne la A e alcune I ed U)
- Amico: amìs
- Dolce: duls
- Cane: can
- Il suono della O chiusa è stato cancellato.
- Terrone: terùn
- Sole: Sù
- Ombrello: umbrèla
- Alcune A iniziale sono state eliminate dopo un processo sommario
- Aspettare: spetà
- Attento: 'tént
Legge del maschilismo linguistico
In milanese il plurale femminile è uguale preciso identico al plurale maschile. Cioè, i Milanesi hanno un bel dire che sono più avanzati e meno retrogradi dei terroni, ma poi ne combinano più di Carlo in Francia... che vergogna.
- I gatti: i gat; le gatte: i gat.
- Tanti: tant/tanti; Tante: tant/tanti.