« Sotto la Brianza la Brianza brianza. »
(Alpino brianzolo al quinto bicchiere)
« Che bel posto, quasi quasi ci ambiento una storia d'amore. »
(Alessandro Manzoni dopo un pic-nic con gli amici in Brianza)
« Che bel posto, quasi quasi ci ambientiamo un trucidamento d'amore. »
(Olindo e Rosa dopo un pic-nic senza amici in Brianza)
« Bella merda »
(Chiunque sulla Brianza)
« Io non sono razzista, siete voi che siete terroni. »
(Brianzolo sui terroni)
« Monza è la capitale della Brianza.  »
(Bilòtt de Munscia su Monza)


La Brianza (Briansa) è l'oasi protetta dal WWF più estesa al mondo, nessuno infatti ne conosce i confini. La Brianza è un'area geopolitica che varia le sue caratteristiche a seconda che a parlarne sia un brianseu o un teròn, così infatti vengono definiti i non brianzoli dai brianzoli. Il brianseu è propenso a dare una raffigurazione idilliaca della Brianza elencando i personaggi famosi che qui hanno dimora (i Puffi, i Legnanesi, don Giussani), i celebri fatti che onorano le sue terre (l'invenzione dei mobili a cerniera), le rinomate vivande che abbelliscono le tavole agresti (furmàj sensa bòcc e vén che salta agl'occ) e l'orgogliosa storia del popolo briazolo (dalle epiche vicende del gallo Brianteo fino al processo Imi-Sir). Il teròn invece non ha nulla da dire, anzi, non capisce nemmeno dove sta la differenza tra la Brianza e il resto del mondo. Per questo è un terrone.

La Brianza è retta da una Monarchia Parlamentare. Il Parlamento, o Arengo, è costituito dai notabili dei clan dei puffi, degli hobbit, dei pirla, dei vulcaniani e dei mangiaterroni. L'Arengo nomina ogni quando vuole un re, detto anche in brianzolo, ul pusè bèl de tuta la Briansa. In Ordine cronologico da che esistono fonti certe:

il Brianzolo

Si sa, i Brianzoli sono un popolo fiero delle proprie nobili tradizioni, oggi più di un tempo. Se infatti precedentemente il popolo brianteo si poteva vergognare delle proprie origini di fronte a un Milanese, ora, dopo la creazione dell'utilissima e necessarissima[citazione necessaria] provincia di Monza e Brianza, chiunque può affermare senza vergogna di provenire da Cremella, Robbiate o da Santa Maria Hoè. Tutto ciò però ha, ahimè, aumentato il campanilismo nei confronti dei vicini meneghini, perciò non è raro sentire un discorso del genere:

  • Brianzolo: Ciao, de dua te set?
  • Milanese: Di Milano.
  • Brianzolo: Ah-ha, me spiàss.
  • Milanese: Perché, scusa, neh?
  • Brianzolo: Ma no, sai, tuta quella storia dell'inquinamento, la nebia... non cum'è da noi, su a Cantù! Là se sta ben, c'è l'aria buona!
  • Milanese: Ma va' a cagare! o figa!
  • Brianzolo: Sì, sì, tuta invidia, sciuscianèbia!
  • Milanese: Ma vai a fabbricare mobili, pistola, che vieni giù a Milano tutte le domeniche a fare shopping!
  • Brianzolo: No, vado a Monza! teròn!

Generalmente il brianzolo ha un fiuto particolare per la polenta, la riconosce a distanza, e con assoluta precisione da indicare grado di cottura, percentuale di crusca nella farina, presenza di aromi naturali o artificiali, ecc. Accanto a questa dote il Brianzolo può vantare un fiuto eccezionale per i terroni, gli omosessuali, i testimoni di geova e gli svizzeri. Cruccio del Brianzolo è la melanzana, che gli inibisce ogni facoltà sensoriale.

Il passatempo preferito del brianzolo, è quello di passare almeno 12 ore al giorno in macchina per andare a lavorare a Milano, o per andare in qualche centro commerciale dal dubbio gusto. Da notare inoltre la passione del brianzolo nel nominare la varie città con nomi che finiscono per -ate(v. vergate sul membro).

Sovente il cognome del brianzolo evoca un comune della Brianza, tramite sua delinazione al plurare/singolare. Ciò deriva dal fatto che, in origine, Tizio lo si distingueva da Caio poiché proveniente da Vimercate piuttosto che da Olgiate o Vertemate. Tutt'altro che indice di scarsa capacità d'astrazione, questo comportamento fu nei secoli elaborato conducendo quindi al concetto di "provenienza", certamente il maggiore contributo brianzolo all'immenso patrimonio del pensiero umano. "Quel lé l'è quel de -segue nome del luogo -" è l'incipit che lo caratterizza.

Ma come si neutralizza un brianzolo?

Tra i diversi stratagemmi usati dai Romani per neutralizzare le armate brianzole durante la Guerra di Troia si possono ricordare:

  • urlare "forza Napoli"!
  • tentare di imitarne il dialetto, ad esempio esordendo con un "Anca mì son brianzol"
  • sfottere Lucia dei Promessi Sposi
  • sprecare soldi
  • fare una pausa caffè
  • raccontare di non aver mai costruito una casa in vita propria
  • andar giù di carico senza avere una briscola.

Bisogna ad ogni costo evitare che il brianzolo pronunci la formula magica che Vanna Marchi inscrisse sulla Stele di Rosetta: Fàà Balàà L'Oeucc!, talvolta abbreviato in Effe Bì Elle. Il rischio è una impotenza a vita.

Il dialetto

Può essere diviso in due zone:

  • Il Basso Brianzolo (in brianzolo del nord: terùn);
  • L'Alto Brianzolo (in valtellinese: terùn), che non cambia da quello del sud, ma ha più proverbi.

Peculiarità del dialetto brianzolo, che lo diversifica enormemente dal milanese, dal lecchese e dal comasco, è la pronuncia molto chiusa della parola terrone, terῢn anziché teròn. Il Brianzolo è una lingua antichissima, fu inventata da Attila, zio di Brianteo, dopo una visione mistica che ebbe sorseggiando dalle acque del Seveso. Da allora il Brianzolo viene comunemente parlato da ultraottantenni, alpini, ubriaconi, leghisti e terroni con crisi di identità.

L'onorevole Borghezio si batte da anni affinché il brianzolo venga parlato nelle sedute dell'Onu al posto del cinese.

Toponomastica

I brianzoli dividono la Brianza, come se si potesse dividere qualcosa che non c'è, in divesre zone. Esperti dicono che quest'ansia di federalismo sia innata nella popolazione brianzola fin dai tempi della divisione in clan