Angela Carter

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"Tre volte ho visto la luna far capolino in cielo, e ancora t'aspetto sotto questa betulla vaginale dal pungente aroma ammoniacale"".
Di solito, dopo aver pronunciato cotesti fraseggi aulici, ella usava evirare l'amato a mani nude e divorarne i testicoli ancora pulsanti, stile mantide religiosa.
« La mia famiglia ha il pelo sullo stomaco »
(Paul Carter poco prima di venire ucciso ad asciate dalla moglie)
« I lupi mannari sono pelosi dentro. Lo sanno tutti »
(La disinvolta replica della Carter all'accusa del pubblico ministero)
« Sai che non ho peli sulla lingua, perciò te lo dico francamente: vado fiero delle mie sopracciglia congiunte. Occazzo... »
(Mark Pearce, secondo marito della Carter.
Non fece in tempo ad accorgersi del proiettile d'argento che gli trapanò il cervello)
« Ricordati di non uscire dal sentiero. Porta sempre con te una lupara, evita di esplorare le vecchie proprietà abbandonate nel cuore della Romania, togliti dalla testa le fantasie libidinose su tua madre e per carità!, non ti sognare di prendere residenza fissa in West Virginia. Capito? »
(La Carter accompagnando il figlioletto a scuola)

Angela Carter (7 maggio 1640-16 febbraio 2012) è stata principalmente una protofemminista sarchiatesticoli e, nel tempo libero tra un attentato al Parlamento qui e un lancio di uova ai porci reazionari della Camera dei Lord , saltimbanca itinerante nelle campagne del Sussex.
Nel periodo antecedente alla sua prematura morte, provocata dall'abuso di bonghi caricati a foglie d'artemisia, si improvvisò scrittrice.

La (s)vita(ta)

Angela Olivia Cacciatrice Carrettaia[1]nacque in un periodo storico in cui i roghi di streghe godevano di grande popolarità, specialmente in Spagna, mancando alla gente la compagnia di televisione e radio[2]. Per sua fortuna, ella vide la luce in Inghilterra, che notoriamente era ed è un Paese di persone civili e materialiste: ecco perché gli inquisitori giustiziarono sua nonna, una matrona sifilitica e pulciosa che altri non poteva essere se non una comunicanda di Satana.
La piccola Angela si ritrovò a vagare da sola, dispersa e abbandonata, nella foresta dietro il ponte sotto cui era stata concepita[3].
Nutrendosi principalmente di bacche marce e insetti stecco, la sciagurata orfanella imparò ad apprezzare il valore della solitudine e la sublimità della poesia (per quanto il suo ristretto vocabolario da semianalfabeta glielo concedesse), e alfine riuscì ad escogitare un escamotage per non morire di fame: si auto-confinò dentro una sinossi temporale.

Venne rinvenuta un secolo dopo in stato semi-catatonico da un simpatico Marchese che si trovava casualmente a passeggiare da quelle parti.
L'uomo possedeva un sostanzioso capitale e non si fece scrupoli ad iscrivere la ragazza all'Università di Bristol, dove Angela ebbe modo di scoprire che il mondo in realtà non è quella selva ostile e minacciosa che si era sempre figurata: è addirittura peggio. Resa patita dallo shock della civilizzazione, si lasciò educare al voyeurismo e al culto del bondage dal suo padre adottivo, a cui - si dice - recava in dono il prodotto delle sue mestruazioni[4].
Seguì un periodo buio, in cui gli ormoni giovanili spinsero Angela a rigettare il despotismo paternalistico del suo tutore[5] e a fuggire dalla contea natia per dare voce alla sua crescente brama di sparlare su qualunque cosa: dalla psicologia analitica del coprofilo altomedievale alle più recenti scoperte scientifiche sulla fecondazione assistita del maschio liberale.
Intimiditi dalla sua prosa feroce e coraggiosa[6] i direttori dei principali giornali locali le accordarono testé la pubblicazione.

Ormai prossima alla consacrazione giornalistica, Angela riscoprì la vena masochista del padrino e fuggì in una nazione in culo al mondo dove la sua opinione valeva meno dello sterco di vacca: la Giappocina.
In seguito dichiarò a proposito del suo soggiorno: "Imparai cosa significa essere donna e mi radicalizzai"[citazione necessaria].
Lo sapevano bene i musi gialli del quartiere in cui andò ad abitare, che riuscirono a resistere quasi tre settimane prima di praticare il seppuku.

Alfine si stancò anche di quella vita da ronin e passò a decimare le palle degli ultimi discendenti della stirpe teutonica con interminabili conferenze sull'ineffabilità del folclore religioso e la tanatologia. Al termine di ogni comizio, mummificava i corpi degli astanti e ricavava deliziosi portacandele dai loro teschi. Poi rinchiudeva il suo burlesco carrozzone alla Parnassus in uno scrigno di madreperla e si avviava in direzione della prossima università.

Questo trans-trans andò avanti fino alla metà del Secolo Ventesimo, epoca in cui - si narra - la Carter entrò casualmente in possesso di un libro di geografia: fu così che decise di tagliare i ponti con il suo scabroso passato e valicare il Pacifico per insediarsi in America, una terra in cui le malattie sessualmente trasmissibili verranno scoperte solo negli Anni '80 e dove una qualunque ciarlatana con una laurea in letteratura inglese poteva bearsi di suscitare scalpore spacciando un banale herpes per una rara forma di lebbra.
Ed è proprio alla fase conclusiva della sua vita che corrisponde il successo letterario come autrice di romanzi fantastico-allegorici, novelle picaresche e raccolte poetiche imperniate di realismo magico. Che è un po' come dire che ricalcò la sua produzione giovanile scrivendo Foresta Vergine al posto di Foresta Nera, sostituì l'hinterland Dublinese con periferia di Memphis, romanzò la cronaca nera della sua patria adottiva e articolizzò le romanze della sua terra natia. Un lavoro di fino, insomma.

La morte arrivò nell'anno 2012[7], ma la Carter, giacente sul suo letto di morte, vide che era di nazionalità inglese, e perciò di sesso maschile, e gli ordinò di aspettare in guardiola[8].
Poi convocò d'urgenza l'unico amico che era sopravvissuto alle sue scorribande europee, tale Salman Rushdie, e gli rivelò di aver scoperto il suo segreto: ella sosteneva infatti che l'uomo fosse un ghoul generato dai lombi di Vlad L'Impalatore e successivamente impadronitosi del volto di Jack Nicholson.
Quando finalmente ebbe tirato il calzino nella sua magione sul Mississippi, il buon Salman si premurò di scriverle il necrologio, puntualizzando quanto fosse abile nel farsi i fatti degli altri, e di come manifestasse una magnetica forma d'attrazione per tutte le forme di vita che possedessero più di due gambe.
Chissà come, finì ipnotizzato da uno stregone voodoo e si trasformò in un feticcio di carne.

Le opere

Note

  1. ^ Per quanto possa sembrare assurdo, è il suo nome completo. Se non ci credi controlla su Wikipedia.
  2. ^ Per non parlare del fatto che le carestie decimavano la popolazione dei tori, lasciando i toreri in braghe di tela
  3. ^ Sono in corso delle dispute tra storici per stabilire se venne effettivamente procreata da due esseri umani o non fu piuttosto il frutto di un'unione incestuosa tra Francis Bacon e un gerbillo
  4. ^ Nelle sue memorie, De Sade scrisse che si sentiva lievemente preso in giro dovendo scartare ogni mese un pacchetto contrassegnato dalla dicitura:"Per il marchese"
  5. ^ Il che si risolse con la chiusura (perenne) del suddetto all'interno di una Vergine di Norimberga
  6. ^ Nonché dalle teste di porco ritrovate puntualmente nei propri letti
  7. ^ Per la Carter il tempo è un concetto relativo: è capace di visitare dodici periodi storici nell'arco di cinque paragrafi, e vincere dieci premi letterari in quattro Paesi contemporaneamente. Perché io dovrei fare eccezione?
  8. ^ Se è vero che la morte non conosce il condizionale, di sicuro è sensibile all'imperativo categorico