Giorgio Tosatti

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Versione del 21 dic 2009 alle 18:00 di El Pampa (rosica | curriculum) (Formattato ed eliminato paragrafo di fantasie personali deliranti.)
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« Toglietemi tutto ma non la mia poltrona! »
(Tosatti su attaccamento al lavoro.)
« Se il Livorno continuerà a far giocare Amelia a fine anno andrà in B. »
(Celeberrima frase di Tosatti del 2004, quando il Livorno disputò una stagione strepitosa con Amelia titolare)

Giorgio Tosatti, per gli amici Busto, Busta e/o Sacchetti, era un saggio del calcio. Tutti i giornalisti vengono chiamati mezzibusti, lui è Busto e basta.

Vita e opere

Le origini

File:Tosatti1.jpg
Dove sono le gambe?

L'unico scopo della sua vita era commentare le partite e sbrodolare merda sugli allenatori e sui giocatori di tale sport. Sebbene commentasse con dovizia di particolari, il Busto non giocò mai a calcio, nemmeno una singola partita di calcetto. Questo impigrimento degli arti inferiori lo portò alla paralisi e al progressivo distaccamento di questi ultimi dal resto del corpo. Ecco perché Tosatti stava sempre seduto. Sempre. Sfido chiunque a dire di aver mai visto Tosatti in piedi. Anzi, sfido chiunque a dire di avere visto le gambe di Tosatti.

L'approdo in Rai

Dopo la perdita degli arti inferiori, venne pietosamente raccattato dal misterioso Mister X della Rai, colui che dà lavoro anche agli inetti, basta che siano raccomandati. Si mormora infatti che Tosatti venne assunto solo perché figlio del famoso giornalista Renato Tosatti, schiantatosi con i giocatori del Torino a Superga. Le famose scarpe Superga presero il nome proprio dal luogo della sciagura e ne ereditarono la sfiga: basti pensare che nella finale del '94 Baggio portava quelle scarpe e sbagliò il rigore decisivo, dopo averne segnati 12658 consecutivi con un altro paio di scarpe e l'unico altro suo rigore sbagliato risaliva ai tempi del seggiolone.

Come già detto, si dice che Tosatti non capisse un cazzo di calcio e che quel poco che diceva, lo affermava sotto ipnosi o sotto l'effetto di droghe pesanti. L'unica disciplina dove Tosatti capiva qualcosa era il poker, dove, a dirla tutta, era un maestro. Famose le sue lunghissime partite contro Aldo Biscardi, Lenny e Carl, dove questi venivano irrimediabilmente prosciugati dei loro averi dalla Busta. La fama di giocatore invincibile arrivò fino alle orecchie di Wild Bill Hitchcock, che sfidò Tosatti a una epica partita, con limite il cielo o l'inferno. La partita durò sei giorni, e Giorgio decise che era giunta l'ora di terminarla. Sfoderò allora dalla gamba di legno un asso. Wild Bill però si accorse della porcheria, e fece per sparare al Busto, ma Tosatti fu più veloce a estrarre e freddò il pistolero.

La tragica fine

Dopo la parentesi come giocatore di poker tornò alla Rai. In seguito a un breve periodo dove venne usato come fermacarte, Giorgio ottenne il riconoscimento di una poltrona e una scrivania tutta per lui, su cui svolgeva tutte le sue attività. Divenne coppia fissa con Paola Ferrari, con la quale scoppiò una vorticosa e passionale storia d'amore. Al termine della trasmissione Tosatti veniva riposto irrimediabilmente, con correlati la poltrona e la scrivania, nel ripostiglio delle scope, e lasciato lì fino all'inizio di una nuova puntata di 90° Minuto. Nell'ultima giornata del campionato venne sgamato dalla Ferrari mentre la tradiva con una scopa, così venne lasciato a marcire nello sgabuzzino per il resto dei suoi giorni. Il Sacchetto tentò la fuga, ma non riuscì ad alzare il culo dalla sedia e crepò di stenti. Da qui la nota leggenda che recita: "Si narra che, Tosatti Giorgio detto Busta o Sacchetta, classe '37, nato a Torino, morto a Torino, venisse lasciato al termine di Domenica In nello sgabuzzino insieme alle scope, e venisse liberato la domenica successiva da Mara Venier".

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