Carlo Pisacane

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Carlo Pisacane, come dimostra l'immagine, si sente amareggiato della sconfitta subita.
« I Borbone hanno un esercito tanto grande che le loro baionette oscureranno il sole? Tanto meglio! così combatteremo all'ombra e non ci abbronzeremo! »
(Carlo Pisacane)
« Qui è dove li bloccheranno...Qui è dove combatteranno...Qui è dove moriranno! »
(Nostradamus indica la città di Sapri su una cartina gettando iella sull'impresa di Carlo Pisacane)
« Eran trecento, eran giovan e forti e sono morti... »
(Omero nel primo passo della battaglia di Sapri.)

Carlo Pisacane (Regno delle Due Sicilie, 22 agosto 1818 - Sanza, 2 luglio 1857 - risorto il 17 marzo 2011 in occasione del centocinquantenario dell'Unità d'Italia) fu un patriota, un rivoluzionario e un camorrista napoletano.

Biografia

Figlio del duca Gennaro Pisciacane, cambio il cognome in "Pisacane", per sembrare meno terrone. Iniziò a coltivare la sua formazione marziale all'età di dodici anni, quando entrò nella Scuola militare di San Giovanni, a Carbonara e lesse per la prima volta il romanzo "300, la battaglia delle Termophili". Nel 1839, durante un torneo di scacchi, venne nominato alfiere del "5° Reggimento di linea dei Barboni". Tuttavia la sua brillante carriera militare, non combaciava con i suoi modi libertini, infatti venne arrestato e condannato per aver avuto rapporti sessuali con con qualsiasi cosa si muovesse, compresi gli animali.

Nostradamus prevede la brutta fine che faranno Carlo Pisacane e i suoi uomini.

Intorno ai trent'anni, si arruolò di nuovo in Veneto per combattere gli Austriaci, nella prima guerra d'indipendenza, ma l'impresa fallì miseratamente, convinti di poter sconfiggere il nemico a suon di fionde e pistole a vapore. Dopo la sconfitta, il suo animo ribelle non si arrese e in quella occasione, conobbe il cantante neomelodico Goffredo Mameli (tra l'altro autore del futuro Inno nazionale "Fratelli d'Italia" reso celebre soprattutto durante le partite di calcio), "il comunista terrore dei Padani" Giuseppe Garibaldi, Aurelio Saffi e infine Giuseppe Mazzini, fondatore del club privè "Giovine Italia". Il famoso quintetto, riunitosi fondò una band, la Repubblica Romana sotto contratto della "Savoia Records".

L'avvicinamento al socialismo utopistico e libertario

È in questo periodo che iniziò a filosofeggiare su idee socialiste. Egli sosteneva la libertà di cibarsi dei bambini di qualsiasi razza, religione o sesso, soprattutto quelli di età inferiore a 3 anni, meglio se borbonici, in quanto stranieri e oppressori, un motivo in più per cibarsene. Iniziò subito la sua propaganda contro i Borbone, sostenuto da illustri personaggi quali Giuseppe Ferrari e Carlo Cattaneo rispettivamente il nonno del fondatore della Ferrari e il primo, vero e solo secessionista padano colui che gettò le basi della dottrina di Bossi.

QUESTA È SAPRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!