Carlo Ancelotti

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« Questo non vincerà mai niente »
(Luciano Moggi)
« Bah..abbiamo fatto una bella partita..abbiam giocato bene.... »
« Mi piace perché è sempre sorridente ed estroverso, ecco perché l'abbiamo preso »
(Silvio Berlusconi)

Carlo Ancelotti è il celeberrimo, vincente, carino e coccoloso allenatore del Milan.

Storia

Carlo Ancelotti nasce in una piccola casa di montagna chiamata Arcore, numerose leggende metropolitane vogliono che il piccolo Carlo appena nato scoppiò in una fragorosa risata, l'unica della sua vita.
Non tutti sanno che l'infanzia di Ancelotti è stata buia e triste, infatti all'età di 15 anni Carlo decise di diventare emo, proprio così, emo. In poco tempo il giovane Ancelotti cominciò a passare sempre più tempo chiuso in sé stesso, si fece crescere il ciuffo e infine realizzò di avere una smodata passione per le lamette. E fu proprio mentre cercava di amputarsi una mano che Carlo fece l'incontro più importante della sua vita:
mentre Carlo si stava per tagliare un dito incontrò la persona che avrebbe cambiato la sua esistenza: Topo Gigio.
A quella visione Carlo si conficcò direttamente la lametta nel cuore.
No, scherzavo, In verità cominciò a giocare a pallone dopo aver visto un santos con l'immagine dell'orso yoghi disegnataci sopra. Diventato ometto un giorno mentre si allenava col suo santos yoghi oramai sgonfio incontro Nils Liedholm che cercava di spiegare uno schema a tre cinciallegre, i due si capirono al volo e nonostante la non riuscita spiegazione ai volatili (e vi assicuro che ci si erano messi a spiegargli quello schema) il barone decise di far giocare il ragazzo nella as Roma. Liedholm scoprì che Ancelotti capiva gli schemi meglio degli uccelli, scoperta grazie alla quale vinsero uno scudetto negli anni ottanta o giù di li. Più tardi dopo tutto quanto stò coso appena scritto Ancelotti decise di andarsi a prendere un fernet a Milano e già che ci era vincere qualche scudetto ed una coppa campioni con il Milan. A cariera finita l'ormai non più giovane giocatore si chiuse, in ricordo del proprio maestro, ad insegnare schemi e tattiche alle cinciallegre finchè un giorno Silvio Berlusconi non lo incontrò per strada riconoscendogli un assoluto talento da allenatore, Ancelotti si inchinò ai piedi del nano che nel frattempo estrasse una spada dorata, un'aura composta di luce contornò i due e piersilvio disse "io ti nomino commissario tecnico del milan e vorrò kakà sul campo per tutti e novanta minuti", Ancelotti rispose perplesso "signor presidente, non sarebbe meglio sul cesso che sul campo?". Vabbè...... comunque il vecchio vinse ancora scudetti e coppe campioni, tuttora è seduto a gongolarsi sulla stessa panchina nonostante viva sotto costante terrore per la scoperta di un gemello cattivo... Guus Hiddink.

L'incontro con Berlusconi

Proprio quando Carlo era sul punto di cominciare l'opera, una simpatica faccia fece capolino dalla porta della sua buia stanza: era il giovane Berlusconi.
Vedendolo Carlo si spaventò a morte, tranciandosi di netto un braccio, ma, incurante delle urla di Ancelotti che intimava contro Silvio: «Stammi lontano ti darò tutto quello che vuoi!» il giovane Cavaliere gli si avvicinò e lasciando cadere sul braccio mozzato un suo capello cucì in un nanosecondo la ferita e poi disse: «Vieni con me al Milan, anche tu guadagnerai dei super poteri come i miei, correrai velocissimo e non sentirai la fatica, ma abbandona le lamette, da oggi ti serviranno solo le siringhe».

La carriera

Il giovane Carlo obbedì anche se non riusciva ancora a spiegarsi come mai i poteri di Berluscon fossero permanenti ed illimitati, mentre i suoi duravano solo 90 minuti e per ottenerli doveva iniettarsi sostanze con delle siringhe. Tuttavia gli effetti cominciarono a farsi sentire: durante l'importantissima partita Milan-Pizzighettone valida per la finale della Coppa del Nonno, nell'intervallo fra il primo e il secondo tempo Ancelotti ebbe un malore negli spogliatoi, Ciccio Graziani provò ad attuare la respirazione bocca a bocca, ma l'alito di Ancelotti era talmente terribile che Ciccio perse tutti i suoi capelli. I compagni disperati decisero di chiamare il presidente al grido di: «Aiutaci tu Berlusca-Man» Silvio si presentò volando col suo parrucchino e disse rivolgendosi a Ancelotti: «È già la seconda volta che ti salvo, non ce ne sarà una terza».
Detto questo gli sputò in bocca, e Carlo riprese subito conoscenza, da allora decise di terminare la sua carriera calcistica e di diventare allenatore.
P.S. Il Pizzighettone vinse la partita per 3-2, i 2 gol milanisti furono segnati grazie alla pelata di Graziani che abbagliava gli avversari costringendoli a segnare 2 autoreti.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Ancelotti ha recentemente scritto un libro: "L'importanza del sorriso"
  • Quando allenava la Juventus è riuscito nella difficile impresa di perdere lo scudetto all'ultima giornata contro il Perugia.
  • È stato Paolo Maldini a insegnargli la regola del fuorigioco.
  • Quando allenava la Juventus nello spogliatoio giocava al dottore con Thuram.

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