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Il '''calcio storico fiorentino''', conosciuto anche col nome di '''calcio in livrea''' o '''calcio in costume''', è una disciplina sportiva praticata da energumeni assetati di [[sangue]]. È considerato da molti il padre del calcio moderno, anche se è più a metà strada tra il [[rugby]] e un regolamento di conti tra gang rivali. In origine era un gioco praticato dai gladiatori e dai legionari romani, chiamato in latino ''harpastum'' (strappare a forza) azione probabilmente indirizzata agli arti degli avversari. Consiste in un gioco a squadre che si effettua con un pallone gonfio d'aria, anche se anticamente era una palla di stracci arrotolati, quasi sicuramente mutande con la [[sgommata]].
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== Le regole ==
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|testo=<poem>'''Le regole de lo Calcio'''<br /><br />
# Teatro de lo calcio sia la Piazza di Santa Croce; sgomberata da li ortaggi de lo mercato, da unte salamelle et cenci moreschi.
# Dal giorno sesto di Gennaio, fino a tutto lo [[Carnevale]], sia lo campo conceduto alli esercizi de lo calcio. Lo pargolo che dovesse occuparlo con gioco d'infante femmineo, come la [[Campana (gioco)|campana]] et lo [[strega comanda colore]], sia allontanato con fragoroso [[scapaccione]] alla nuca. Per lo [[tre-tre giù-giù]] sia chiuso oculo, giacché fortifica le membra isso è consono.
# Ciascun dì, verso la sera, compariscano in campo i ''Giuocatori''. Sia raccomandata baldanza et fisico integro. Lo storpio, e lo individuo con torace de fringuello, venga scartato pe' tener la vita in salute.
# Qualunque Gentiluomo, o Signore, vuole la prima volta esercitarsi, siasi avanti rassegnato al ''Provveditore''. Isso è sommo esperto ad affibbiar lo ruolo, ma anco a consigliare fuga repentina allo [[tizio]] male in arnese.
# Facciasi cerchio in mezzo al Teatro, con pigliarsi per mano i ''Giuocatori''; acciò lo ''Provveditore'' forma le squadre e ciascuno invitato a lo posto et uffizio destinatoli, senza pigiar su lo scroto di Isso con futile et bambinesca lamentela.
# Il numero sia di 27 per parte: cinque ''Sconciatori'', sette ''Datori'' quattro innanzi e tre addietro, quindici ''Corridori'' in tre quadriglie; senza che lo avanzo dei tre abbia a sollevare tediosa questione matematica o puntiglio grammaticale. Le quadriglie a Firenze son da cinque.
# I ''Giuocatori'' trascelti siano messi a lista, né aggiungere o mutarne vi se ne possa. Chi tardi arriva male alloggia, sia inteso che la squadra non è locanda.
# In vece de' ''Mancanti'', prima di cominciar battaglia, si provveda alli scambi. I ''Giudici'' gli eleggano al fin di render li schieramenti equi, che non si giochi in minor numero o in maggiore. S'è detta fandonia ma oramai s'è scritto.
# Escano le schiere in campo all'ora concordata, che lo Principe poi è vinto dall'abbiocco.
# Nella comparsa i primi siano i ''Trombetti'', secondi i ''Tamburini'' e terzi li portatori de' stendardi. Li ''Giovani'' a coppie faccian bella mostra, innanzi le ''Topolone'' e indietro le buste di piscio, giacché non abbiano ad offender li oculi che pure essi voglian la loro. A seguito la squadra.
# Quel degli Alfieri cui la sorte averà eletto sia alla destra, marceranno di fronte alli spettatori con plauso de le loro genti e a scherno de le altre. Li sfigati a sinistra, che nella parata appaian meno.
# Girata una volta la piazza, le insegne diansi in mano de' Giudici. Da Essi a li Soldati della Guardia del Sereniss. Granduca Nostro Signore, per tenersi ciascuna innanzi al proprio Padiglione, riparati da li sputazzi delli nemici.
# L'Alfiere, il quale colle genti di suo servizio d'attorno porti l'insegna de la schiera, dal proprio Padiglione giri sulla man destra tutto il Teatro, fino al luogo donde prima partì. In tal tempo s'abbia a manducar sfilatino o ciriola, che poi si gioca, si fa polverone e s'insudicia.
# In luogo alto, e sublime, sì che veggano tutta la piazza, seggano I Giudici. Siano eletti di comun consenso, tra li giusti e li senza debito; che non abbiano parente alcuno a cui far favore, o di stirpe Moggiesca; che non ci s'additi di razzismo alcuno, la storia ci darà ragione.
<br /><br /><br /> '''''Baldo de' Braccobaldi'''''<br />
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[[File:Calcio storico fiorentino.jpg|left|thumb|450px|Lo moro è ammesso in squadra.]]

Versione delle 19:40, 30 apr 2018

Il calcio storico fiorentino, conosciuto anche col nome di calcio in livrea o calcio in costume, è una disciplina sportiva praticata da energumeni assetati di sangue. È considerato da molti il padre del calcio moderno, anche se è più a metà strada tra il rugby e un regolamento di conti tra gang rivali. In origine era un gioco praticato dai gladiatori e dai legionari romani, chiamato in latino harpastum (strappare a forza) azione probabilmente indirizzata agli arti degli avversari. Consiste in un gioco a squadre che si effettua con un pallone gonfio d'aria, anche se anticamente era una palla di stracci arrotolati, quasi sicuramente mutande con la sgommata.

Le regole

Le regole de lo Calcio


  1. Teatro de lo calcio sia la Piazza di Santa Croce; sgomberata da li ortaggi de lo mercato, da unte salamelle et cenci moreschi.
  2. Dal giorno sesto di Gennaio, fino a tutto lo Carnevale, sia lo campo conceduto alli esercizi de lo calcio. Lo pargolo che dovesse occuparlo con gioco d'infante femmineo, come la campana et lo strega comanda colore, sia allontanato con fragoroso scapaccione alla nuca. Per lo tre-tre giù-giù sia chiuso oculo, giacché fortifica le membra isso è consono.
  3. Ciascun dì, verso la sera, compariscano in campo i Giuocatori. Sia raccomandata baldanza et fisico integro. Lo storpio, e lo individuo con torace de fringuello, venga scartato pe' tener la vita in salute.
  4. Qualunque Gentiluomo, o Signore, vuole la prima volta esercitarsi, siasi avanti rassegnato al Provveditore. Isso è sommo esperto ad affibbiar lo ruolo, ma anco a consigliare fuga repentina allo tizio male in arnese.
  5. Facciasi cerchio in mezzo al Teatro, con pigliarsi per mano i Giuocatori; acciò lo Provveditore forma le squadre e ciascuno invitato a lo posto et uffizio destinatoli, senza pigiar su lo scroto di Isso con futile et bambinesca lamentela.
  6. Il numero sia di 27 per parte: cinque Sconciatori, sette Datori quattro innanzi e tre addietro, quindici Corridori in tre quadriglie; senza che lo avanzo dei tre abbia a sollevare tediosa questione matematica o puntiglio grammaticale. Le quadriglie a Firenze son da cinque.
  7. I Giuocatori trascelti siano messi a lista, né aggiungere o mutarne vi se ne possa. Chi tardi arriva male alloggia, sia inteso che la squadra non è locanda.
  8. In vece de' Mancanti, prima di cominciar battaglia, si provveda alli scambi. I Giudici gli eleggano al fin di render li schieramenti equi, che non si giochi in minor numero o in maggiore. S'è detta fandonia ma oramai s'è scritto.
  9. Escano le schiere in campo all'ora concordata, che lo Principe poi è vinto dall'abbiocco.
  10. Nella comparsa i primi siano i Trombetti, secondi i Tamburini e terzi li portatori de' stendardi. Li Giovani a coppie faccian bella mostra, innanzi le Topolone e indietro le buste di piscio, giacché non abbiano ad offender li oculi che pure essi voglian la loro. A seguito la squadra.
  11. Quel degli Alfieri cui la sorte averà eletto sia alla destra, marceranno di fronte alli spettatori con plauso de le loro genti e a scherno de le altre. Li sfigati a sinistra, che nella parata appaian meno.
  12. Girata una volta la piazza, le insegne diansi in mano de' Giudici. Da Essi a li Soldati della Guardia del Sereniss. Granduca Nostro Signore, per tenersi ciascuna innanzi al proprio Padiglione, riparati da li sputazzi delli nemici.
  13. L'Alfiere, il quale colle genti di suo servizio d'attorno porti l'insegna de la schiera, dal proprio Padiglione giri sulla man destra tutto il Teatro, fino al luogo donde prima partì. In tal tempo s'abbia a manducar sfilatino o ciriola, che poi si gioca, si fa polverone e s'insudicia.
  14. In luogo alto, e sublime, sì che veggano tutta la piazza, seggano I Giudici. Siano eletti di comun consenso, tra li giusti e li senza debito; che non abbiano parente alcuno a cui far favore, o di stirpe Moggiesca; che non ci s'additi di razzismo alcuno, la storia ci darà ragione.




Baldo de' Braccobaldi



Lo moro è ammesso in squadra.