« WoW JiMmY I EsTiM U! UR mY IdOl! YEAH! »
(Bimbominkia americano su Jimmie Johnson)
« Ho deciso, sceglierò la NASCAR! »
« Cazzo, ma non si rompono le palle a girare per 4 ore in un fottuto ovale???? »
(Pilota medio di Formula 1 su piloti NASCAR)
« Ohohoh, che brutta figura!! »
(Michelle Hunziker a Paperissima su incidente mortale a 10 piloti NASCAR)

La NASCAR (National Association of Strong Car Accident. Right!) è la seconda condanna a morte americana per eccellenza dopo la sedia elettrica e lo sparticulo. Sebbene sia associata erroneamente ad uno sport, la NASCAR è l'evento mediatico più importante di tutto il continente nordamericano (dopo il Grande fratello s'intende...).

Storia

La NASCAR ha origini antiche, infatti da sempre l'umanità sente il bisogno di intrattenere i bambini ritardati a causa di enormi tumori cerebrali.

La prima forma di "NASCAR" ebbe difatti origine in orfanotrofio del 100 a.c. per bambini africani affetti da rabdomiosarcoma, insomma, quel tipo di posto dove pure un becchino s'impiccherebbe. Il giochino consisteva nel far girare una biglia in una sottospecie di tragitto ellissoide scavato nella merda ormai secca di cane. Grazie al Teorema di Pitagora e alla Legge della gravitazione universale, la biglia non smetteva mai di girare nella pista fino a quando il bimbo non bloccava la piccola sfera o il cane bastardo non defecasse altre feci sul percorso.

Questo stupido intrattenimento attraeva sempre più bambini anche quelli sani poichè catturati dall'effetto ipnotico che la maligna pista dispensava. L'interesse crebbe sempre più fino ad attirare l'attenzione dell'Impero romano il quale replicò il giochino con la differenza che al posto delle biglie e della pista scavata nella merda c'erano consecutivamente bighe e circuiti in stadi.

La tecnica funzionò e si crearono cazzate sempre più complesse e spettacolari fino ad arrivare ai nostri anni dove la NASCAR in America è più vista e conosciuta dello stesso YouPorn.

Regolamento

Le regole della NASCAR sono come le Linee Guida di Nonciclopedia. Nessuno le rispetta. In teoria