Nonsource:AmoreComposto: differenze tra le versioni

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Nel sottobosco, tra il chiaroscuro in mezzo al biancospino, scorgo un ficcanaso giunto troppo vicino.
Nel sottobosco, tra il chiaroscuro in mezzo al biancospino, scorgo un ficcanaso giunto troppo vicino.
Prossimo all'arcobaleno mi trovo punto e accapo, è chiaro che un guardone è sempre un grattacapo.
Prossimo all'arcobaleno mi trovo punto e accapo, è chiaro che un guardone è sempre un grattacapo.
Non cedo al figgifuggi, prima che si scateni il parapiglia apro il portabagagli; la rabbia già mi acciglia.
Non cedo al fuggifuggi, prima che si scateni il parapiglia apro il portabagagli; la rabbia già mi acciglia.
L'epilogo è scontato: mentre lei si rimette la sottoveste, prendo un cacciavite e accoppo il guastafeste. <br /><br /><br /> '''''Teodoro Rotaia'''''<br />
L'epilogo è scontato: mentre lei si rimette la sottoveste, prendo un cacciavite e accoppo il guastafeste. <br /><br /><br /> '''''Teodoro Rotaia'''''<br />
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Versione delle 19:43, 31 mar 2018

AmoreComposto


Da umile capostazione trascorro le giornate al Dopolavoro. "Molto lieto: Teodoro".
Lei suona il pianoforte, per passatempo plasma la terracotta. "Piacere: Carlotta".
La incontro sul lungomare a mezzogiorno, da gentiluomo purosangue eseguo un baciamano; novel Cirano.
Per megalomania, per vanagloria, dal vucumprà le prendo un portapenne in madreperla; pur di averla.
La invito al ristorante, è il mio capolavoro: lei pescespada in agrodolce e sottaceti; io prendo gli strozzapreti.
Dopopranzo, parcheggio l'automobile sotto il cavalcavia vicino al camposanto; arrapato alquanto.
È l'anticamera del paradiso: di contrabbando sfioro l'autoreggente e lei, seppur malvolentieri, tace e acconsente.
Fa un po' la gattamorta e poi, con esperta accuratezza, mette l'asciugamano a coprire il parabrezza.
Nel sottobosco, tra il chiaroscuro in mezzo al biancospino, scorgo un ficcanaso giunto troppo vicino.
Prossimo all'arcobaleno mi trovo punto e accapo, è chiaro che un guardone è sempre un grattacapo.
Non cedo al fuggifuggi, prima che si scateni il parapiglia apro il portabagagli; la rabbia già mi acciglia.
L'epilogo è scontato: mentre lei si rimette la sottoveste, prendo un cacciavite e accoppo il guastafeste.


Teodoro Rotaia



AmoreComposto, che in origine doveva intitolarsi Per una volta che c'ero quasi, è un componimento giovanile di Teodoro Rotaia, scritto nell'aprugno del 1927.
In esso spicca la presenza di 42 parole composte, numero che corrisponde (magari non a caso) alle volte che il poeta aveva ricevuto un due di picche.
È proprio per quella che fu definita "ossessione del numero due" che il letterato scelse di usare tale tecnica, oramai sopraffatto dal desiderio di accoppiarsi.