Nonsource:Fante, cavallo e regina
Vai alla navigazione
Vai alla ricerca
Fante, cavallo e regina Una vitaccia trascorsa nel mazzo...Un fante di spade piuttosto annoiato « Che vita grama! Che vita piatta!
Per vincer lo tedio son sempre in lotta! » Alfine vien di rompersi le scatole! Finché un brutto giorno fu mescolato dal lato sbagliato, ma fu scalognato: Se ne incappò dinanzi al bel viso d'una regina dal tono deciso: « Chi è questo bruto, cafone, pezzente?!
Ei puzza di fogna! Cavategli un dente! » e fremea - ci credete? - per alzar la suola! Ma al posto dei tacchi di ruvido legno sotto la cinta v'era... il suo grugno! Sguainare la lama - oh, no! - non potea: per mostri e invasori, ma non per la dea! S'illuminan gl'occhi, brilla la speranza: due dita in bocca fischiando ad oltranza! E il cavallo - direte - accorse al tapino? Ma manco po' cacchio: russava, il ciuchino! « È dunque così che conclude il mio viaggio?
Destino sardonico! Può esserci peggio?! » e s'incalzò per voltar lo fantino che finalmente cessò di lagnarsi e in mezzo alle carte tornò ad annoiarsi! |
Fante, cavallo e regina è una filastrocca satirica che narra dei soprusi subiti dai valvassori della corte del Duca Beauregard, a cavallo del XXXIII secolo. Venne composta da una bambina di 9 anni durante il campeggio parrocchiale di Castiglione del Lago (PG), per sostenere le prove a staffetta che i malvagi educatori imponevano alle squadre. Potevano scegliere tra un esercizio di equilibrio, una prova del cuoco o una poesia a tema medievale. Lei convinse i suoi compagni a scegliere quest'ultima, perché aveva 9 in italiano e 10 in storia.
La sua squadra perse e venne giustiziata.
Vuolsi così colà come fosse antani