Nonnotizie:Bielorussia: Megapresidente rieletto

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20 dicembre 2010


Lukashenko e Darth Putin si raccontano un po' di barzellette sulla democrazia.

Minsk, Bielorussia - Con una maggioranza vicina all'80%, le elezioni democratiche in Bielorussia riconfermano per la quinta volta Aleksandr Lukashenko come Megapresidente della nazione. Come è consuetudine, al pulito risultato elettorale sono seguite colorate manifestazioni di gaudio e giubilio per le vie della capitale, mentre gli oppositori, sconfitti, si sono volontariamente auto-arrestati.

Nei giorni scorsi gli osservatori dell'OSCE, che non hanno niente di meglio da fare, avevano sollevato dei dubbi sulle future elezioni in Bielorussia. In base alle loro risibili opinioni, nella Meganazione non sarebbero rispettati i princìpi "democratici" di par condicio: Lukashenko sarebbe apparso in tv circa 1250 volte di più rispetto agli avversari. «Un dato irrilevante» ha fatto eco il direttore di Mediaset, mentre «Ba ba ba ba ba... non vi sento, non vi sento, non vi sento» è stato il lapidario commento del portavoce di Lukashenko.

La storia ha dato ragione al divo Lukashenko: 79,7% di preferenze elettorali, 99,9% dello share in tv e vittoria anche al televoto. Lo stacco con gli avversari è abissale: Grigory Kostusev ha totalizzato solo il 4,2%, seguito da un altro tizio (3,1%) e due altri ancora (2,4%).

Dopo la comunicazione dei risultati, migliaia e migliaia di persone si sono riversate nelle vie di Minsk per esprimere il loro appoggio all'amato Megapresidente. Tra i manifestanti erano presenti anche i membri dell'opposizione, che hanno sportivamente stretto la mano ai poliziotti e restaurato le vetrine dei negozi. «Una celebrazione bellissima» hanno commentato alcuni ragazzi col passamontagna.
Per una notte il cielo e le strade di Minsk si sono tinte di rosso. Il colore della festa.

Ha colpito soprattutto la reazione degli gli ex-avversari elettorali, afflitti dal rimorso di aver votato sè stessi per sbaglio, invece che per Lukashenko. Così questa mattina si sono presentati in questura in modo del tutto spontaneo, autoaccusandosi di incompetenza e chiedendo di essere arrestati immediatamente.

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