Guerra di Troia: differenze tra le versioni

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Versione delle 14:26, 15 gen 2008

Troia, in provincia di Foggia.
« Sarà una guerra lampo. »
(Agamennone)
« Vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia. »
(Priamo)
« La guerra di Troia non la volevo, ho tentato di convincere Agamennone. »
(Menelao)
« Non ti preoccupare amore, tornerò tra un paio di mesi. »
(Ulisse)


Troia e Paride

C’era una volta una cittadina ridente e felice chiamata Troia, in cui regnavano il re Priamo e la regina Ecuba. La regina era più prolifera di un topo, infatti partorì ben 52 figli, che somigliavano a metà degli abitanti della città, tranne che al padre.

Ma tra questi 52 bastardi non poteva mancare lo sfigato di turno, ovvero Paride.

Quando nacque, la madre notò che era carente di qualsiasi attributo maschile, così, per la vergogna, lo affidò ad Hannibal Lecter, perché lo cucinasse. Ma in quel periodo il giovane cannibale si stava specializzando sulla preparazione di polpette a base di testicoli umani e quando vide che Paride ne era abbastanza sprovvisto, lo buttò nella raccolta differenziata.

Così un servo portò il bidone contenente il fanciullo in un bosco tra le montagne dove si trovava la discarica abusiva della città di Troia. Il piccolo (o la piccola) fu trovato da un pastore omosessuale e pedofilo, che lo raccolse per “allevarlo”. Ma anch’egli notò presto che Paride avrebbe faticato a diventare uomo, quindi non lo scopò subito, ma lo tenne con se, aspettando che raggiungesse l’età adulta, e trarne maggior godimento.

Così il povero bambino crebbe in una catapecchia su un albero, a cui un giorno Tarzan diede fuoco, perché gli inquilini abusivi non avevano chiesto il condono.

Ai due sfigati erano rimasti però molti ovini, così Paride si specializzò nel far pascolare le bestie, gli unici esseri del suo stesso quoziente intellettivo, perciò in grado di capirlo.

L'origine della guerra

Ma nel frattempo, sull’Olimpo si celebrava un matrimonio tra il re mortale Peleo e la ninfa Teti, che voleva approfittare della veneranda età del fidanzato per succhiargli tutto il patrimonio.

A questo matrimonio però non fu invitata la dea Discordia, perché aveva avuto dei precedenti nel causare orge o risse ai banchetti, a seconda di come tirava il vento.

La mela della discordia.

La dea per vendicarsi dell’affronto, andò in Trentino e colse una mela Marlene, su cui scrisse “alla più gnocca”. Così tornò all’Olimpo il giorno delle nozze e, durante il banchetto, scagliò questa mela in testa a Zeus, stendendolo.

Ma la mela rimbalzò e finì davanti alle tre battone per eccellenza del mondo divino: Era, Atena e Afrodite.

La tre puttane cominciarono a strapparsi i capelli per avere la mela, ma Zeus, dopo essersi ripreso dal trauma celebrale, decise che un umano avrebbe stabilito quale tra le tre fosse la più gnocca.

Affidò tale compito a Mercurio, il postino degli dei, che però aveva un doppia vita: era infatti un narcotrafficante.

Costui prese il suo monopattino alimentato da un radiatore nucleare e partì alla volta del mondo umano.

Ma poiché si era appena fatto una striscia di cocaina, vide Paride e lo scambiò per un uomo. Così affidò al povero demente questo delicato compito.

Ognuna delle tre candidate cercò di accaparrarsi il giudizio di Paride:

Era promise il potere, ma Paride rispose: Io non ho bisogno del potere, le pecore mi obbediscono già!

Atena promise la gloria militare, ma Paride rispose: Io non ho bisogno della gloria militare, a scopa (noto gioco di carte) sono imbattibile!

Elena, la donna più bella del mondo

Infine Afrodite, famosa per i suoi calendari che si possono acquistare come allegati del giornale La Padania promise a Paride l’amore della donna più bella. Paride pensò: Finalmente avrò un'amica che mi accompagni a prendere i trucchi, da quando hanno proibito l’ingresso in profumeria a Bill Kaulitz!

Così assegnò la mela ad Afrodite, guadagnandosi l’odio delle altre due, ma in compenso l’amore di Elena, moglie del re di Sparta Menelao, che fuggì con lui alla volta di Troia.

Ma ormai la mela, non essendo stata trattata con prodotti chimici, era completamente marcia, ma Afrodite era troppo oca per capirlo. Pensò infatti che si trattasse di una presa per il culo di quel frocio di Paride.

Così Afrodite volle vendicarsi , e a questo proposito si recò da Menelao.

La Guerra

La guerra di Troia

Dobbiamo ricordare però che a Menelao non importava una sega di Elena, dato che era circondato da puttane. Ma Afrodite cominciò a insidiarlo, scrivendo sui muri “Menelao c’ha le corna”.

Il re, poiché i suoi amici cominciavano a sfotterlo, decise di far vedere a Paride chi era l’uomo, così dichiarò guerra a Troia.

La guerra durò ben 10 anni. Quando ormai i greci cominciarono a perdere le speranze, poiché Achille e altri esponenti della N.A.T.O. (vedere dopo) erano passati a miglior vita, Elena, stanca di dover fare da consigliera a Paride per l’acquisto di lucida-labbra, decise di tradire i Troiani.

Infatti, i greci avevano costruito una scrofa di legno, come dono di pace per i troiani. Ma i furbacchioni si erano nascosti nel ventre dell’animale, per saltare fuori e mettere a ferro e fuoco la città.

Siccome il lavoro più dignitoso praticato dal troiano medio era il porcaro, tutti cascarono nella trappola e fecero entrare quell’affare nella città, ignari del pericolo.

Così quella sera si dettero alla pazza gioia: Paride si vestì da donna e cominciò a scatenarsi nella danza a mò di baccante, Ecuba rimase di nuovo incinta e Priamo si ubriacò fino allo sfinimento.

Ma intanto Elena fece segnale ai Greci dentro la maiala e a quelli rimasti fuori dalla città che era giunto il momento di attaccare. Così essi non se lo fecero dire due volte. Uscirono e in meno di una notte la città fu distrutta, gli abitanti uccisi e Elena finalmente potè trombare un vero uomo dopo 10 anni di castità forzata, ovvero con Ulisse, uomo multiforme: conosceva infatti tutte le posizioni del Kamasutra. Ulisse disse poi a Elena: Vado a prendere le sigarette, ci vediamo tra poco. Ma sappiamo com'è andata a Ulisse e Elena dovette aspettare altri 10 anni per scopare di nuovo.

Intanto nessuno sapevo che solo un giovane guerriero, con il padre anziano e il figlioletto, si erano salvati dal massacro, perchè rimasti in casa a guardarsi Superquark. Il giovane altri non era che Enea, il quale lasciò la sua Troia in fiamme per cercarne un’altra.

Approfondimento: La creazione della N.A.T.O. e la Propaganda Bellica

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Priamo che gioca alla PS2 secondo la propaganda anti-troiana.

Quando Menelao si decise a fare la guerra, chiamò suo cugino Agamennone, capo indiscusso della super-potenza del tempo, gli U.S.A. (United States of Attica), nonchè vincitore dei mondiali per rutti. Per sconfiggere il nemico acerrimo Priamo decisero di creare un patto tra gli stati greci, denominato N.A.T.O. (Organizzazione del Trattato dell'Attica). Fanno parte della N.A.T.O. i seguenti stati:

Anche Troia decise di creare un'alleanza che però non ebbe molto successo poichè tutti si cacavano sotto. Parteciparono a questa alleanza:

Agamennone influenzò pesantemente l'opinione pubblica sostenendo che Priamo avesse armi di distruzione di massa quali:

Inoltre Agamennone sosteneva che il mondo greco era stato offeso dal comportamento di Priamo, poichè molti anni prima aveva rubato un panino al formaggio a Menelao. Roberto Giacobbo sostiene che la vera causa della guerra di Troia fosse il controllo dello stretto del Bosforo, dove passavano le navi che portavano la droga dall'Afghanistan.

Collegamenti Esterni

Rassegna Stampa sulla caduta di Troia

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