Nonciclopedia:Non correre alle urne

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Nonciclopedia è regolata da un sistema di inciucio (consensus, in latino) basato sulla discussione. Nonciclopedia non è quindi "una democrazia della maggioranza", perché la mera operazione di voto può cozzare contro tale principio.

In linea generale, solo gli scazzi che si trascinano da tempo dovrebbero essere sottoposti a plebiscito o ad altro tipo di votazione. E anche in questo caso, chi vi è coinvolto dovrebbe capire che non è il plebiscito stesso a creare l'accordo; nella migliore delle ipotesi, può solo chiarire quanto siano vicini a raggiungerlo coloro che vi partecipano.

Perché non bisogna correre alle urne?

Una delle caratteristiche di un ambiente virtuale e aperto come un Wiki è che si sa pochissimo della maggior parte dei propri interlocutori. Creare una nuova identità è questione di pochi secondi; le dinamiche della comunicazione possono far sì che decine di persone partecipino a una votazione per sostenere una posizione, magari dopo una segnalazione pubblica su un altro sito o per una campagna di proselitismo fatta in privato. Ciò rende impossibile avere dei meccanismi incontrovertibilmente affidabili di voto: al contrario, i risultati delle votazioni devono sempre essere sottoposti ad attenta verifica in base a standard condivisi.

Nei casi in cui una operazione (per esempio una cancellazione o l'assegnazione dei permessi da amministratore) può essere attuata solo da un utente con particolari prerogative (per esempio un amministratore o un burocrate), a lui spetta anche l'onere di verificare e interpretare il voto. Tali figure, che agiscono su mandato della comunità, devono soprattutto determinare se la discussione è stata corretta dal punto di vista procedurale ed eliminare o pesare opportunamente i voti di sockpuppet e nuovi utenti. Ad essi viene riconosciuta una certa autorità nell'interpretare l'opinione della comunità, ma il loro ruolo non è comunque ovviamente quello di determinare la verità.

Un'altra caratteristica dei Wiki è la continua variabilità. Ogni giorno arrivano sul sito nuovi utenti, portando con sé nuove informazioni e nuove idee che possono consentirci nuove intuizioni prima impossibili. È importante che vi sia il modo di mettere in discussione le decisioni già prese, sia che siano state oggetto di votazione, sia di accordo generale. Di conseguenza, il risultato di una votazione non dovrebbe risultare praticamente mai "vincolante", nel senso in cui non sia possibile ritornare su decisioni già prese.

Votazioni sulle voci e sulle linee guida

Favorevoli e contrari al ricorso al voto si trovano d'accordo su un fatto: le decisioni sull'umorismo, di norma, non devono essere prese votando a maggioranza (anche se alcuni lo propongono come "ultima spiaggia" se l'accordo non è assolutamente raggiungibile dopo una prolungata discussione). Rispondere alla domanda "questa pagina fa ridere?" con un +1 o un -1, ad esempio, non aggiunge informazioni sui fatti in questione; più spesso mette in evidenza le opinioni personali dei partecipanti. Questo è esattamente il motivo per cui Cosa Nonciclopedia non è dichiara esplicitamente che Nonciclopedia non è una dittatura della maggioranza né una burocrazia. Un altro argomento per il quale è della massima importanza ottenere un ampio inciucio è l'evoluzione delle linee guida di Nonciclopedia, in particolare per le linee guida che richiedono una successiva applicazione pratica.

Il voto è un meccanismo semplicistico per tentare di raggiungere un accordo, che spesso trascura la possibilità di raggiungere dei compromessi. Anzi, vi è chi ritiene che la decisione di passare al voto non sia altro che un modo per dire "non c'è alcuna possibilità che io e te arriviamo ad un accordo consensuale" e per questo avversano la procedura. Inoltre, un altro punto sul quale l'accordo è unanime è questo: una votazione preparata in modo superficiale, senza che sia stato raggiunto un accordo chiaro sulla materia oggetto di discussione e sulle scelte possibili, senza che esista un inciucio generale sulle procedure da seguire, è un'azione estremamente problematica e controproducente. Per concludere, spesso il modo più veloce per risolvere una controversia è la semplice modifica di una pagina.

Un'area in cui esistono maggiori dissensi è quella che tratta delle questioni di stile, sensibilità e preferenze personali. È opportuno inserire delle immagini di sesso orale nella relativa voce? È giusto ricorrere ad appellativi come Sua Santità nel corpo delle voci? Secondo alcuni, in questi casi il voto può essere una soluzione valida se la discussione si è prolungata per molto tempo senza arrivare a un accordo. Analogamente, talvolta si arriva al voto per decidere della presenza o meno di un fatto all'interno di una voce.

Per indicazioni su come realizzare una procedura di voto consensuale, che costituisce anche una prospettiva storica sui meccanismi di voto della Nonciclopedia inglese, si può consultare la pagina Nonciclopedia:How to hold a consensus vote. In ogni caso, è fondamentale che il meccanismo di voto sia condiviso dai partecipanti: qualora sia impossibile raggiungere l'accordo sulla procedura, non si deve usare il voto per imporre forzosamente una questione.

I plebisciti incrementano il pensiero di gruppo

Vedere una lista di partecipanti ad una votazione incoraggia le persone ad aggiungere il proprio nome. È semplice aggiungere un nome, specialmente quando una delle due fazioni sta chiaramente "vincendo". I plebisciti inducono le persone a prendere una posizione fortemente a favore o a sfavore in questioni riguardo alle quali esse non hanno necessariamente un'idea chiara. Le discussioni che portano ad un inciucio richiedono ai partecipanti di chiarire le proprie idee sul fatto specifico e di leggere e comprendere le ragioni altrui, per capire esattamente la situazione; i plebisciti sono una semplificazione di tutto questo. Senza considerare il fatto che è difficile prendere una posizione diametralmente opposta rispetto a quella di utenti rispettati, o dalla stessa parte di utenti che non vanno a genio.

Quando un plebiscito è fortemente sbilanciato, gli utenti dalla parte "perdente" si sentono marginalizzati, e quelli dalla parte "vincente" talvolta ritengono, in base all'andamento del plebiscito, di poter fare ciò che vogliono senza prendere in considerazione i punti di vista della minoranza. In questo modo non si è risolto niente, visto che non si è raggiunto un inciucio.

I plebisciti non sono giusti

  • Coinvolgendo alla votazione persone che magari non conoscono bene il contendersi, viene da chiedersi: qual è la comunità?
  • Quale parte della comunità dunque partecipa? Lo fanno solo quelli che veramente credono nel loro voto?
  • Quando termina un plebiscito?
  • Chi formula la domanda?
  • In che modo vengono pubblicizzati i plebisciti (specialmente quando sono tanti)?

I plebisciti sono fuorvianti e provocano confusione

I plebisciti in generale non sono un male. Possono essere utili come veloce indicatore delle opinioni. Il problema è che spesso le persone considerano il risultato di un plebiscito come un mandato a fare qualcosa in base ai numeri usciti dal plebiscito stesso — e questo mandato loro non ce l'hanno. È esplicitamente scritto che Nonciclopedia non è una democrazia, ovvero si applica il detto "quello che è giusto non è sempre desiderato, e ciò che è desiderato non è sempre giusto".

Inoltre, l'esistenza di plebisciti fa sì che gli utenti — specialmente i più giovani — credano che sia il risultato del voto ciò che importi. Questa è una ragione per la quale le voci proposte per la cancellazione siano spesso oggetto di abuso da parte dei sockpuppet.

   La stessa cosa ma di più: Nonciclopedia:Utenze multiple.

Credere che il risultato di un plebiscito, e non la discussione che da esso nasce, decida le linee guida del lavoro, è ciò che porta i plebisciti a diventare dei "bestioni" sempre più complicati, che prendono in considerazione qualsiasi possibile opinione, e fanno nascere non più due ma decine di fazioni che discutono, e magari litigano, su una questione della quale non si sa più qual è il capo né la coda. I votanti si sentono ingannati quando la loro opinione vince il plebiscito, ma non viene poi esattamente applicata in pratica. "Ma ha vinto il plebiscito!" esclamano, non rendendosi conto che il plebiscito non è un sostituto del inciucio, e si arrabbiano pensando che le loro ragioni siano state semplicemente inascoltate.

Esempi

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