Disambiguazione – "una divinità della guerra" rimpalla qui. Magari hai fumato troppo. Se cercavi il pianeta ocra, vedi Marte.
Disambiguazione – "una divinità della guerra" rimpalla qui. Magari hai fumato troppo. Se cercavi uno che credeva di essere il dio della guerra, vedi Ares.
« O Marte o Morte! »
(Qualcuno che ha fatto evidentemente confusione.)

Marte era il dio romano della guerra e della fertilità dei campi, figlio di madre ignota e di nessun padre, la sua registrazione all'anagrafe dovette presentare difficoltà non indifferenti. Spesso associato al greco Ares, in realtà condivide con questo solamente la passione per gli oggetti lunghi e appuntiti, mentre lo supera in intelligenza e gusto nel vestire. Inoltre pare che ce l'abbia più lungo.

Marte mentre si esibisce in uno squallido strip club gay in zona Tuscolana.

Il mito

Tutto ebbe inizio quando la dea Giunone, o un'altra dea chiamata Tellus, decise di avere un figlio senza l'aiuto del marito. Siccome la fecondazione eterofila era stata messa fuori legge perché ritenuta immorale dalla chiesa, Giunone/Tellus chiese aiuto alla dea Flora che le regalò un fiore da infilarsi nell'apposito orifizio. Evidentemente i cetrioli non erano ancora stati inventati.

In ogni caso Giunone/Tellus rimase incinta, cosa che dovette scatenare il panico nelle discussioni di girlpower di allora, e dopo nove mesi partorì Marte e lo affidò alle cure di Priapo. Il grande[citazione necessaria] dio lo istruì nell'arte della guerra, cosa in cui eccelleva visto che tutte le guerre non sono in generale che un gigantesco sventolamento di peni per vedere chi è dotato dell'organo genitale più lungo.

Le origini di Roma

Raggiunta la maturità mise in pratica gli insegnamenti di Priapo andando a ingravidare Rea Silvia che diede alla luce Romolo e Remo, due gemelli per la pelle. In seguito il dio vigilò su suoi figli e sulla città di Roma proteggendone i raccolti e i soldati, diventando così la principale divinità di un gruppo di contadini con l'hobby di spaccare la testa a chi aveva qualcosa da ridire sul fatto che dominassero il mondo.

Il culto a Roma

 
Il picchio, animale sacro di Marte. Minaccioso e virile come ogni simbolo guerresco che si rispetti.

Dio della guerra, dei raccolti e della gioventù, veniva ovviamente festeggiato in primavera. I romani erano delle tali fungirl di Marte che gli dedicarono un mese: Marzo, durante il quale il popolo tutto urlava a più non posso e percuoteva le pentole con i coperchi per avvisare i popoli limitrofi che era di nuovo il momento di farsi ramazzare.
I suoi sacerdoti, i Salii, erano incaricati di spargere il sale sulle ferite degli sconfitti e dileggiarli nei modi più fantasiosi possibili.

A Roma era anche stata eretta una fontana in suo onore dove Nerone una volta si fece il bagno, riuscendo in un sol colpo a far inferocire la folla circostante e a beccarsi una necrosi ai testicoli per l'alto contenuto di piombo delle condutture romane.

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