Mario Scelba

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Mario Benito Amilcare Andrea Scelba (Caserma I Reparto celere Roma, 22 ottobre 1922) è stato un politico italiano aderente alla Democrazia Cristiana ministro degli interni della Repubblica dal 1948 al 1962 e poi dal 1969 al 1977 quando è stato sostituito dal compianto macella... ehm picconatore Francesco Cossiga. In seguito è stato vice gran maestro della P2, comandante ufficiale della celere,capo delle operazioni al G8 di genova e quarto Re Magio.


Giovinezza, giovinezza

Figlio di un ufficiale delle SS e di Don Sturzo, Mario Scelba venne alla luce in un plumbeo mattino del felice anno 1922 proprio mentre le milizie fasciste si apprestavano ad entrare in Roma e a porre termine all'esperienza liberale dello stato italiano. Allevato come rampollo predestinato nella caserma dei Reparti antisommossa della Guardia Regia, il piccolo Mario crebbe nel corso degli anni 20' e 30'formandosi in un clima culturale libero ed affervescente ed apprendendo i tipici valori democratici ai quali si uniformavano le Forze di Polizia del regime sintetizzabili con la formula "Se si oppone picchialo, se insiste ammazzalo".

Nel 1940, completata con brillanti voti l'accademia della Polizia Dell'Africa Italiana, Mario ricevette la qualifica di vice-questore e in omaggio coi punti della Conad, la tessera del Partito Fascista. Purtroppo poche settimane dopo tale risultato, scoppiò la guerra e il povero Mario fu costretto a rinunciare ad attività allegre e ricreative come i pestaggi degli attivisti antifascisti e le torture degli oppositori e recarsi in prima persona al fronte a rischiare la pelle.Beh proprio in prima persona magari no, ma in fondo ci sono uomini che lo stato non può permettersi di perdere e comunque tre anni al Centro Realizzazioni Armi Nucleari Italiane di Roma (che Mussolini aveva fondato riunendo i tecnici della Lego presenti nel paese) furono comunque un duro banco di prova per il giovane Mario.


La nascita della Dc

Per natura e per gli allenamenti intensivi ricevuti da ragazzo dalla Digos, il giovane Mario si rivelò molto abile a capire che il vento stava cambiando e, fra il 1942 e il 1943, egli iniziò ad avvicinarsi alle correnti della nascente Democrazia Cristiana che si stava riformando a Roma sotto la sacra egida del Papa. In breve, grazie alla sua capacità di zittire a manganellate qualunque oppositore, divenne un saldo alleato di De Gasperi e altrettanto rapidamente strinse un legame di amicizia durevole con un giovane sottosegretario di cui condivideva la lucida visione democratica e riformista, Giulio Andreotti. Con l'8 settembre 1943, l'Italia venne invasa dalle truppe tedesche e Mussolini formò al Nord la Repubblica Sociale Italiana dando cosi il via alla guerra di liberazione che si sarebbe protratta per due anni. In questo periodo Mario si mantenne appartato da questi eventi disordinati e forieri di possibilità rivoluzionarie limitandosi a vivere tranquillo nel Sud Italia liberato, prima a Palermo e poi a Napoli, luoghi nei quali potè fare amicizia con numerose persone di onore e rispetto e venne istruito sulle curiose usanze caratteristiche locali denominate Mafia e Camorra.

Col 25 aprile 1945 si concluse la guerra e Scelba potè finalmente rientrare in gioco come ministro delle Varie ed Eventuali nei primi governi repubblicani, un incarico ancora secondario rispetto alle sue capacità, dovuto al fatto che la Guerra Fredda non era ancora incominciata e la Democrazia Cristiana doveva far finta di essere davvero interessata a riformare il paese, a risolvere le questioni sociali, a combattere le disuguaglianze e stupidaggini simili. Finalmente nel 1947 i comunisti furono espulsi dal governo e e il paese si avviò sulla strada della contrapposizione frontale simboleggiata al meglio dalle elezioni del 18 aprile 1948. Nel corso della campagna elettorale Mariolino fu uno dei più efficaci propagandisti democristiani battendo insieme a Fanfani Togliatti e Pertini in una memorabile partita a scopa trasmessa in diretta radiofonica in tutto il paese (da qui poi nacque l'ossessione di Pertini per le partite a scopa mostrata 35 anni più tardi dopo i famosi mondiali). Grazie anche a questa memorabile dimostrazione di forza democristiana e all'aiuto degli amici di Napoli e Palermo la Dc vinse le elezioni e da quel momento dominò il paese.


Il primo mandato da Ministro degli interni

Al momento della formazione del primo governo Dc, quasi naturalmente, per le sue capacità ed esperienze, Scelba venne nominato ministro degli Interni, incarico che conservò per i successivi 229 governi (all'epoca se ne formava circa uno al mese) fino al 1962.

Convinto fermamente che il paese fosse minacciato da una tremenda alleanza fra il Lupo mangiafrutta, gli alieni e i comunisti, il nostro Mario si dedicò da subito alla riorganizzazione della Polizia Italiana al fine di renderla un organizzazione in grado di difendere efficacemente il paese da questi nemici. Per prima cosa licenziò tutti gli agenti che avessero idee politiche "Comuniste" (ovvero non votassero o Dc o Msi), poi per sicurezza cacciò anche quelli che avevano parenti di sinistra fino al 22esimo grado, poi anche quelli che avevano un cane di pelo rosso, poi quelli che avevano un nome che potesse sembrare di origine slava ed infine anche quelli che gli sembravano avere una faccia sovversiva. Portato a termine questo compito il nostro eroe decise di dotare il paese di una efficace Corpo Antisommossa e pose mano alla riorganizzazione della Celere, ovverosia i reparti mobili della polizia creati nel 1946. Questi fino a quel momento erano stati un'allegra comitiva di mattacchioni che, viste le difficoltà economiche del paese, si muovevano in bicicletta e come arma dissuasiva per sciogliere gli assembramenti usavano il racconto per ore ininterrotte di orrende barzellette. Scelba strillò e urlo e ruppe la scatole fino a Washington riuscendo infine a farsi varare un piano Marshall personale per organizzare il suo corpo di polizia. Cosi , mentre il paese arrancava nella fame, i suoi uomini ebbero divise lucenti, caschi, manganelli, gas , camionette, armi e tutto l'allegro armamentario che negli anni successivi si sarebbe mostrato cool su tutte le principali piazza d'Italia.

Infine portò a termine altre due importanti riforme come la modifica sulle norme dell'ordine pubblico con la quale veniva definita adunata sediziosa da sciogliere con la forza qualsiasi riunione di più di 10 persone (di più di 2 se indossanti indumenti rossi), venivano abbassate le pene per gli eccessi di repressione (il massimo previsto era la sgridata della mamma) e venivano leggermente inasprite quelle per i manifestanti violenti (l'ultimo arrestato per le sommosse del 1950 è stato liberato l'altro ieri) e lo schedature in massa di tutti i socialcomunisti del paese e dei loro amic, parenti, gatti,canarini. Tale schedature finirono avvertitamente dalle mani di Scelba a quelle degli imprenditori i quali, per protestare contro questo trattamento antidemocratico, licenziarono i suddetti socialcomunisti loro dipendenti.

Cosi inizarono i fantastici anni cinquanta dove andare in piazza a protestare contro il governo era sicuro come combattere sul Piave e il lamento dei cortei funebri degli operai copriva il rumore delle sirene delle camionette della Celere (immagine questa che sarebbe piaciuta molto a Cossiga). Erano gli anni dei proiettili che, sparati in aria cadevano, sparati a terra rimbalzavano, sparati indietro curvavano. Insomma si muovevano di vita propria fino a piantarsi da soli nelle ossa di chi protestava. Intanto Mario permaneva a capo del suo ministero ed era uno dei politici più stimati del paese e veniva sempre invitato a tutte le cerimonie più chic, dalle messe di Natale col papa, alle partitine a poker con Licio Gelli, al torneo di scopone scientifico coi Servizi Segreti nonchè all'imperdibile Gran Galà del Partito Repubblicano degli Usa con Montgomery Burns e Richard Nixon.

L'inizio della fine di questa prima allegra esperienza di governo avvenne nel luglio del 1960 quando il nuovo governo Dc, guidato da Tambroni, si stancò di far finta di essere democratico e formò in parlamento una maggioraza coi neofascisti, provocando un'ondata generale di protesta nel paese. Scelba non potè credere ai proprio occhi, quelle migliaia di persone in piazza gli sembravano quasi un'offesa personale e subito propose di far intervenire i suoi uomini col loro corredo di gas e pallottole dotate di vita propria. Dopo un'iniziale incertezza gli venne concessa la facoltà e a Reggio Emilia le sue truppe dimostrarono tutta la loro bravura prendendo a colpi di mitragliatrice un corteo sindacale provocando 6 morti. Mentre nel paese dilagava la protesta Scelba ricevette il compito di intervenire anche in Sicilia incarico che fu sul punto di rifiutare per paura che,inavvertitamente, rimanesse coinvolto negli scontri anche qualche amico con lupara e coppola. Assicuratosi della loro sicurezza potè dispiegare il suo impegno che valse altri 5 morti in una settimana.

Cosi le proteste si conclusero. Mario a questo punto credeva giustamente di aver meritato un posto da Primo Ministro per l'efficacia dimostrata ma, si sa, l'Italia è un paese ingrato e cosi fu invece accusato di brutalità ed eccessi e, due anni dopo, quel cattivaccio comunista di Aldo Moro, nel tentativo di abbindolare i socialisti ed ingraziarsene i voti per dare un po' di respiro all'agonizzante maggioranza di centro della Dc, senza tanti complimenti, lo cacciò dall'amato ministero degli Interni (o, come amava dire lui, "Della Repressione").