Luigi Spaccarotella

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Per preservare la sua privacy l'agente Spaccarotella non è mai stato mostrato in viso. I telegiornali hanno pensato bene di dire solo il suo nome, il suo indirizzo, il suo codice bancomat e la targa della sua macchina.

Luigi Spaccarotella (Colli Forati Fioriti, Siena, 1944 - certamente dopo di te) è stato un ex tiratore scelto dell'aviazione, ex guardia giurata, ex bracconiere, ex guardia svizzera extralarge. Attualmente sconta una pena di 6 minuti di carcere per la soppressione illegale di un camoscio ferito, Gabriele Sandri.

La vita

In realtà potrebbe non essere finita qui. Ancora.

Luigi nasce in collina da padre Pierluigi e madre Lina. Figlio unico, cresce in una casa costruita in obliquo da un suo omonimo, l'ing. delle Bicocche. Questo fatto influenzerà moltissimo la sua vita futura, portandolo a camminare e correre in maniera sbilenca, ma condiziona anche la sua condizione presente: per prendere un oggetto fuori portata gli è sufficiente lanciare un sassolino contro di esso. L'oggetto, colpito, cade ma non verso il terreno, bensì verso la mano tesa del piccolo.
Si trasferisce con i genitori in Tibet all'età di undici anni, cosa che non aiuta a combattere il suo principio di scoliosi, e frequentando la scuola dei monaci decide di imparare a suonare il flauto. Ovviamente il flauto traverso. Trascorsi sette anni Luigi è maggiorenne e decide di arruolarsi nelle forze separatiste tibetane. Durante un inseguimento a bordo di un risciò si sporge per mirare al ciclista cinese in fuga, ma l'autovelox lo immortala e su di lui viene spiccato un mandato di cattura.
Rientrato in Italia decide di arruolarsi in polizia: i suoi precedenti sono molto migliori di alcuni Carabinieri di Napoli, per cui viene assegnato proprio al pattugliamento della capitale della Terronia. Trascorrono anni in cui la vita sembra sorridere a Spaccarotella; si sposa con una ragazza madre - Perla - e fa carriera più in fretta di quanto ci metterebbe Usain Bolt a correre la maratona sulle ginocchia. Si prende un weekend di ferie quando nasce la sua prima vera figlia, Antonella Graziella Spaccarotella, e viaggia verso Siena per far visita ai genitori con la sua nuova famiglia. È l'11 novembre 2007: paura, eh? Be' per ora non dovreste, a meno che non vi stiate guardando allo specchio.

Il fattaccio

Ad un autogrill sull'Appennino, mentre Perla scende per la pipì, Luigi si fuma in pace uno spinello e guarda il panorama. Incredibile quello che i suoi occhi strafatti vedono: due membri del CICAP travestiti da tifosi laziali, il che comunque sarebbe già punibile per legge, stanno rapendo il figlio del Papa! Luigi estrae la pistola regolarmente posseduta e spara un paio di colpi in aria. Il destino, la sfiga o Valerio Staffelli vuole che i proiettili rimbalzino contro un elicottero parcheggiato a cento metri d'altezza. Uno di essi finisce nel portamonete dell'addetta alle pulizie del bagno dell'autogrill, l'altro nel collo di un rapitore. I malviventi fuggono in auto e si disfano delle prove che potrebbero incriminarli, dopodiché scoprono che il loro amico li ha lasciati per un posto migliore.

Il processo

Reperto numero uno: la pistola d'ordinanza dell'agente Spaccarotella.
Reperto numero due: identificazione del luogo del delitto.

Spaccarotella viene accusato di omicidio volontario: il suo avvocato, Cascata Joe, lo difenderebbe con le unghie e con i denti se non li avesse persi durante un raid su Guantanamo.
In via del tutto eccezionale possiamo presentare le trascrizioni di alcuni interrogatori svoltisi a porte chiuse per due turni di squalifica del tribunale.
La prima è estratta dall'interrogatorio del pubblico ministero a Spaccarotella in presenza in qualità di testimone del giardiniere Willy.

- PM: “Signor Spaccarotella, cosa ha pensato avendo sotto gli occhi quel tentativo di rapimento?”
- LS: “Ho pensato a cosa avrei potuto fare per scongiurare il pericolo”
- PM: “(batte il pugno sul tavolo) SCONGIURARE? SCONGIURARE? Forse non Le è del tutto chiaro che la più grande minaccia era rappresentata da Lei!”
- LS: “Ma cosa ne potevo sapere!? Se quell'elicottero non fosse stato presente tutto si sarebbe risolto per il meglio!”
- PM: “Se, se, se... e affrontare la vita vera, invece? Quell'elicottero era lì perché Lei era la vittima predestinata di una candid camera! Quell'elicottero era lì PER LEI! E ancora crede di non avere responsabilità nell'accaduto?”
- LS: “Ma guardi, questo non lo potevo sapere; ma in ogni caso, quei malintenzionati avrebbero rapito il figlio del Papa col chiaro intento di ucciderlo. Ho sventato un crimine, questo non conta nulla?”
- PM: “Se contasse qualcosa non saremmo in Italia, non Le pare? Quindi in futuro eviti questi ragionamenti che servono solo a perdere tempo. Piuttosto mi descriva il suo abbigliamento di quel giorno...”
- LS: “Ero vestito in abiti civili, maglione grigio, pantaloni grigi e scarpe nere.”
- PM: “E i calzini?”
- LS: “I calzini? Bianchi, mi pare di ricordare...”
- PM: “Bianchi? Bianchi? Ma si rende conto di cosa dice? Calzini bianchi e pantaloni grigi? Maledizione, dovrebbero ripristinare la pena di morte per quelli come lei!”

A questo punto il pubblico ministero è stato portato via da Fabrizio Bracconeri prima che saltasse addosso a Spaccarotella con i canini pronti a colpire. Il secondo documento è invece il controinterrogatorio dell'avvocato Cascata Joe all'imputato.

- CJ: “Signor Spaccarotella, Lei è sicuro che si trovasse in quell'autogrill, quel giorno?”
- LS: “Diamine sì, non l'ho mai negato.”
- CJ: “ E se invece non fosse stato Lei, ma un suo sosia?”
- LS: “Guardi, non mi pare il caso di contemplare certe ipotesi...”
- CJ: “Va bene, va bene. Partiamo dal presupposto che Lei si trovasse lì in quel momento. La vittima è morta per la ferita provocata da un proiettile... peccato che Lei fosse disarmato! Vuole negare anche questo?”
- LS: “E che cazzo, mi prendete in giro? Certo che ero armato, certo che ho sparato, ma è stata una fatalità.”
- CJ: “Una fatalità, Lei dice... e dunque Lei ritiene responsabile la fatalità? Signor Spaccarotella, Lei aveva mai visto prima di quel giorno la fatalità?”
- LS: “La fatalità? Ma come sarebbe a dire "se avevo mai visto prima la fatalità"? Non ha senso la sua domanda”
- CJ: “Vostro onore, chiedo che sia messo a verbale che l'imputato non aveva legami con la fatalità. Ma proseguiamo: la vittima, Sandro Gabrieli, pardon, chiedo scusa, Gabriele Sandri, si è avvicinato a Lei, o Le ha rivolto la parola, o l'ha guardata male, Le ha fatto una linguaccia o quant'altro?”
- LS: “No, no, lui e il suo complice non si sono resi conto della mia presenza finché non ho sparato in aria.”
- CJ: “Dunque Lei sostiene di aver sparato per legittima difesa?”
- LS: “Ma quando mai! Ho sparato per creare il panico nei malviventi e mandare all'aria ai loro piani.”
- CJ: “(si rivolge alla corte) Ed è proprio quello che ho intenzione di dimostrare con le prove, vostro onore: il mio cliente ha ucciso il signor Sandri perché quest'ultimo aveva evaso le tasse nel triennio precedente.”

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