Nonsource:La ballata di Spaccarotella il portaiella

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Lo chiamavano Spaccarotella, sparava alla gente, sparava alla gente,

lo chiamavano Spaccarotella, mirava sempre alle cervella.

Appena sceso all'autogrill, alla stazione di Badia Alpino,
tutti si accorsero con uno sguardo che non si trattava di un netturbino.

C'è chi sparare lo fa per noia, c'è chi lo fa come professione,
Spaccarotella né l'uno né l'altro, lui lo faceva per passione.

Ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie,
senza indagare se all'uomo colpito quella pallottola qualcun poi la toglie.

E fu così che da un giorno all'altro Spaccarotella si tirò addosso,
l'ira funesta delle ziette il cui nipote mandò nel fosso.

Ma le comari di quel cretino non brillano certo in iniziativa,
la contromisura fino a quel punto era la custodia cautelativa.

Si sa che l'agente da buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che l'agente da buoni consigli se non può dare cattivo esempio.

Così un laziale mai stato famoso, senza più figli, senza mai un soldo,
si prese la briga e di certo il gusto di denunciare quel manigoldo.

E rivolgendosi a un avvocato lo apostrofò con parole argute,
il furto di figli sarà punito - disse - dall'ordine costituito.

E quello andò alla corte suprema e disse senza parafrasare
quel poliziotto ha già troppe tacche sulla pistola che ama usare.

Ed arrivaron due belle signore, di nome manette, di nome manette,
ed arrivarono due belle signore che lo portarono a San Vittore.