Lotta per le investiture

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« Che culo, questi valgono 10 punti! »
(Papa Gregorio VII investendo due gemelli siamesi)

La lotta per le investiture fu una sfida tra papa Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV a chi investiva più pezzenti col proprio SUV.

L'antefatto

Le origini della sfida risalgono al 1075, quando un Gregorio VII probabilmente sbronzo emanò il Dictatus Papae, una raccolta di assiomi in cui decretava, tra le altre cose:

Enrico IV di Franconia, orgoglioso possessore di una Mercedes ML, si permise di dissentire sull'ultimo punto, e fece a Gregorio un elenco dettagliato di tutti gli optional di cui era dotato il suo modello.
Il pontefice, a cui i tedeschi stavano sul cazzo, rifiutò di tornare sui suoi passi, affermando che una persona che porta i calzini con i sandali non è affatto credibile. Enrico, ferito nell'orgoglio, replicò che almeno lui il pisello non lo usava solo per pisciare.
Gregorio urlò "TI APRO COME UNA VONGOLA!" e tentò di aggredire l'imperatore del Sacro Romano Impero con un ferro 12 (i due stavano giocando a golf), ma venne bloccato dagli uomini della sicurezza. Prima che la situazione degenerasse, un consigliere del papa propose di risolvere la questione con una gara.

"Una gara?" chiese Gregorio.
"Una gara?" chiese Enrico.
"Una gara?" ripetè Gregorio, che non voleva lasciare l'ultima parola al rivale.

La sfida

La sfida ideata dal consigliere era molto semplice: Enrico e Gregorio avevano due anni di tempo per investire con i loro bolidi il maggior numero di cani possibile. Al termine dei due anni, il perdente, oltre ad ammettere che la macchina dell'altro era migliore della sua, avrebbe dovuto indossare un saio, cospargersi il capo di cenere e baciare le chiappe al vincitore.
Nonostante la posta in palio fosse alta, Enrico e Gregorio accettarono la sfida.
Poi si resero conto che le associazioni animaliste avrebbero rotto i coglioni e decisero di sostituire i cani con i popolani.

Come se non bastassero le carestie, la peste e lo ius primae noctis, per due anni il papa e l'imperatore seminarono il panico tra i villici di tutta Europa. Il tasso di mortalità delle classi meno abbienti aumentò del 280%: un popolano non faceva in tempo a mettere il naso fuori di casa che veniva falciato senza pietà dall'ML di Enrico o dal Qashqai di Gregorio.

Notte e giorno i due fanatici si aggiravano per le campagne alla ricerca di vittime. Quando investivano un pezzente, prendevano l'accendisigari e marchiavano il cadavere con una P (Papa) o una I (Imperatore), in modo che i giudici addetti al conteggio delle vittime sapessero a chi assegnare il punto.
L'assegnazione dei punti era rigidamente regolamentata:

  • normale villico: + 1 punto
  • villico storpio: + 2 punti
  • villico ciccione (molto raro a quei tempi): + 5 punti
  • coppia di gemelli siamesi villici: + 10 punti
  • famiglia di villici sterminata in un solo colpo: + 100 punti
  • nobile, sacerdote o appartenente alle classi sociali più alte investito per errore: - 50 punti

L'andamento della sfida veniva costantemente monitorato sul canale ESPN e occupava una rubrica nei principali telegiornali della sera.

« Ma passiamo adesso agli aggiornamenti sulla sfida tra papa e imperatore. Il Santo Padre ha aperto questa giornata in vantaggio, ma Enrico IV, attorno alle 18:00, ha speronato un carro carico di popolani su una strada della Renania. L'ambulanza del SUEM, accorsa sul posto, non ha potuto fare altro che constatare il decesso di tutti gli undici occupanti del veicolo. Enrico ha poi investito il personale del SUEM, pertanto il totale delle vittime ammonta a quindici. E adesso il meteo... »

La sfida ebbe pesanti ripercussioni politiche: Enrico era talmente preso dallo spalmare bifolchi che non aveva più tempo per governare, e i principi tedeschi si stavano ormai contendendo il suo regno.
Gregorio, più saggiamente, affidò l'amministrazione dello Stato Pontificio alla sua colf Maria Concetta. Maria Concetta, secondo il giudizio unanime degli storici, si rivelò uno dei pontefici più illuminati di tutti i tempi.

L'unico che aveva motivo di sorridere era il benzinaio di fiducia di Enrico IV. Almeno fino a quando non fu investito mentre tornava dal lavoro.

Il colpo di scena

Conclusione

Toyota Prius fa schifo.

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