Accendino

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
(Rimpallato da Accendisigari)
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Chi tiene premuto il tasto del gas, consentendo alla fiamma di restare accesa? Chi indovina riceverà qualcosa, o forse qualcos'altro.
« Ne è bastato uno per incenerire tutto l'Aspromonte! Un tempo, con cerini e minerva, si perdeva un sacco di tempo e i risultati non erano garantiti. Gran bella cosa il progresso! »
(Piromane professionista tesse le lodi della tecnologia moderna.)
« Oh, tipo, cioè, certi tipi di marocchino li devi troppo arrostire, da quanto sono tosti. Cioè, tipo, un lanciafiamme ci vuole! »
(Impressioni e giudizi del fattone di turno.)

L'accendino, che gli accademici della crusca chiamano accendisigari, sminuendone le innumerevoli potenzialità, è un aggeggio che produce fuoco, a patto di essere dotati di alluce opponibile. Detta così appare fin troppo banale, ma è la pura verità. Eppure, questa banalità, che costò a Prometeo un'ingiusta punizione che sta ancora scontando, ha reso gli uomini simili agli Dei dell'antica Grecia, che infatti si sono ritirati in buon ordine e non fanno più i gradassi come una volta. Questo piccolo marchingegno racchiude in sé un potere che solo qualche millennio fa era considerato irraggiungibile e che oggi è alla portata anche del più inutile dei fondi di magazzino della società.

Sempre e in ogni luogo chiunque ha apprezzato in modo entusiastico questo impareggiabile dispositivo: dal fumatore al cuoco; dal pompiere all'impiegato; dalla massaia al fuochista; dall'elettricista all'opinionista televisivo, solo per citarne alcuni. Ognuno ha un buon motivo, palese od occulto, per rendere grazie a questo in apparenza piccolo, insignificante oggetto. Secondo uno studio effettuato dalla redazione di Vanity Fair, tra le lettrici, anche quelle non fumatrici, è largamente diffuso un simpatico impiego alternativo dell'accendino come sex toy tascabile e discreto. Introdotto in vagina, ma anche nell'ano o in altre cavità, dalla parte superiore dopo averlo tenuto acceso per almeno un minuto, pare provochi orgasmi multipli a ripetizione, godibili in qualunque contesto e in qualsiasi momento, date le ridotte dimensioni che garantiscono riservatezza e maneggevolezza, assicurando prestazioni che anche il più allupato degli stalloni non può nemmeno sognarsi di eguagliare.

L'inventore

L'inventore dell'accendino e la sua creatura (scala 1:1): si noti il dito indice alzato in segno di scherno nei confronti del ritrattista.

Johann Wolfgang Döbereiner, chimico crucco vissuto tra il 1780 e il 1849, un giorno ebbe a confidarsi con un suo assistente:

« Sto ancora aspettando che qualcuno inventi il decespugliatore nasale, che mi serve per cauterizzarmi i peli del naso e delle orecchie, lunghi ormai in modo indecente, ma ancora niente. Non posso usare le forbici perché sono affetto da morbo di Parkinson. Intanto i miei peli sono diventati lunghissimi. È inutile: se non m'invento qualcosa al più presto mia moglie mi scarica all'istante per l'idraulico, che è depilato come una checca ma a quanto pare questo piace alle donne, oggi come oggi. »

Così, nel 1823, con ben quattro anni di anticipo sulla creazione dei fiammiferi di legno, Döbereiner salvò il suo matrimonio inventando un piccolo apparecchio che produceva fiamme a comando, con cui poté carbonizzare la sua peluria in eccesso e riconquistare sua moglie. Da quel momento i guasti alle tubature dell'acqua di casa Döbereiner furono una costante, senza che anche l'idraulico sapesse fornire ufficialmente spiegazioni plausibili.

Döbereiner andrebbe ricordato anche per i suoi lavori in chimica quantitativa e in chimica organica: poiché soffriva anche di una fastidiosissima calcolosi renale, studiò le proprie urine col metodo olfattivo e degustativo e riuscì a scoprire la composizione dell'acido ossalico, componente principale dei calcoli più dolorosi. Purtroppo di queste cose non frega un cazzo a nessuno.

La scheda tecnica

Sezione di accendino ad avancarica. Non è chiara la destinazione d'uso della minacciosa supposta gialla con ogiva nera.
Ecco cosa accade quando un accendino e un apribottiglia si congiungono carnalmente senza adottare le opportune precauzioni.

L'accendino creato da Döbereiner non era esattamente tascabile, difatti l'aveva battezzato accendone[non è una battuta]: un boccale da birra della capacità di un litro fungeva da serbatoio ed era sigillato col coperchio di un vecchio tegame, a sua volta forato in due punti. Attraverso uno dei fori correva un tubicino di gomma che pescava nel serbatoio, mentre l'altro foro era deputato al passaggio dello stoppino, che inizialmente era fatto di crine di cammello, successivamente di vecchi stracci consunti. La scintilla necessaria per innescare la fiamma era provocata da uno schiavo negro, armato di pietra focaia, assoldato da Döbereiner all'uopo. Non passò molto tempo che il negro si licenziò dopo aver rifiutato di dare la propria reperibilità 24 ore su 24, così Döbereiner fu costretto ad usare la pietra focaia da solo, con risultati imbarazzanti. Qualche decennio dopo fu ideato un meccanismo che emetteva scintille mediante l'utilizzo di una lega metallica particolare: era nata la "pietrina", soggetta ad un lento ma inesorabile consumo che ne comporta la periodica sostituzione, fatto che ha contribuito ad aumentare spropositatamente le ricchezze della lobby dei tabaccai. Da alcuni anni sono stati messi a punto accendini dotati di generatori piezoelettrici, praticamente inesauribili. Ciò ha comportato un crollo verticale delle vendite di pietrine. I mancati guadagni hanno fatto sì che adesso nelle tabaccherie si smercia di tutto un po', dal latte in polvere alle bistecche di cavallo.

Döbereiner alimentava il suo primo accendino con la grappa, che in breve sostituì con benzina, dopo aver trovato per due volte il maggiordomo in coma etilico e l'accendino del tutto vuoto. Pochi giorni dopo il maggiordomo morì per intossicazione acuta da benzina, mentre Döbereiner si ritrovò con l'accendino scarico per l'ennesima volta. Successivamente venne impiegato il GPL in luogo della benzina, preferita comunque da alcuni costruttori tamarri e smandrappati perché si fa baffo e controbaffo della temperatura esterna, garantendo fiamme e neoformazioni in maniera costante.

Un dilemma irrisolto: ricaricabile o usa-e-getta?

Una chicca per collezionisti.

L'essere umano ha fisiologicamente bisogno di un pretesto per scatenare paragoni, giudizi, aspre prese di posizione, contrapposizioni anche violente. Neanche l'accendino è sfuggito a questa regola. Da che si è diffusa la moda dell'usa-e-getta, gli utilizzatori si sono immediatamente divisi in due agguerrite fazioni: pro ricaricabile e pro usa-e-getta. Entrambi gli schieramenti oppongono alla parte avversa le più disparate argomentazioni in materia: da una parte i sostenitori del ricaricabile tacciano gli avversari di inquinamento, di spreco di risorse, di tossicodipendenza e di coprofagia; dall'altra sono accusati dai fautori dell'usa-e-getta di pigrizia, misantropia, scarso senso della vita e omosessualità. Talvolta gli animi si sono surriscaldati a tal punto da sfociare in pestaggi, spedizioni punitive ed esecuzioni sommarie. Si dice[fonte: altissima, purissima...] che i violenti lanci di accendini negli stadi, che i poteri occulti vogliono far passare per teppismo da ultrà calcistico, siano in realtà scontri tra i pro ricaricabile e i pro usa-e-getta:

« I ricaricabili sono fatti per durare, quindi sono resistenti agli urti: fanno molto più male degli usa-e-getta! »
« Gli usa-e-getta sono fabbricati in tempi recenti, dunque sono più nuovi e fanno molto più male dei ricaricabili! »

Probabilmente la verità sta nel mezzo. In ogni caso è lecito supporre che questo dualismo sia l'ennesimo meccanismo perverso organizzato dal sistema per mantenere disunito il popolo distogliendolo dal millenario progetto di insurrezione totale e di rivoluzione permanente. Fortunatamente esistono gruppi consistenti di gente col quoziente intellettivo utilizzabile come voto all'università che sa farsi una sana risata e, ricaricabile o no, utilizza l'accendino con fare giocoso e irriverente, producendosi in esibizioni goliardiche che riscuotono grande successo e conducono l'uomo moderno ad un livello di spensieratezza tale da far apparire la vita un po' meno amara, senza effetti collaterali per la glicemia.

L'uso ricreativo dell'accendino permette di sviluppare la fantasia liberandola da dogmi e costrizioni, consentendo all'umana creatività di prodursi in mirabolanti performances.

Voci correlate