Jurassic Dark

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La locandina originale del film
« È andata via la luce! »

Jurassic Dark è un film d'azione del 1993, diretto da Stanley Rubik, con Sam Neill. Il film è la versione ufficiale dello scopiazzato Jurassic Park di Steven Spielberg e venne prodotto con i soldi ottenuti dalla causa di Rubik.

Rubik intentò una causa contro Spielberg durante le riprese di Jurassic Park e la vinse, ottenendo risarcimenti necessari per girare Jurassic Dark, definito dall'autore stesso «il mio quarto miglior film».[1]

Trama

Su di un'isola dei tropici uno scienziato pedofilo ha intenzione di riportare in vita i dinosauri unendo lo sperma di un uomo con quello di una lucertola. In questa maniera, la lucertola dovrebbe ospitare l'uovo di dinosauro. Succede un imprevisto: Dennis (Jack Pakkioon) ruba alcuni embrioni da rivendere a uno spacciatore, che li "spaccerà" (in tutti i sensi) per droga. Lo scienziato pedofilo deve allora fermare Dennis prima che l'intera umanità piombi in un "buio giurassico" assumendo la letale droga, che altri non è che una miscela di embrioni umani e di dinosauro.

Produzione

Sceneggiatura

Rubik firmò nel 1992 la sceneggiatura del film Jurassic Dark e disegnò la locandina. Nel 1993, Steven Spielberg si affidò a George Lucas e rubò sceneggiatura e locandina, tramutando il film in Jurassic Park. «Avevo firmato per Spielberg la sceneggiatura di "Lo squalo" ed "Incontri ravvicinati del terzo tipo", perciò era un grande amico. Ma da quel momento in poi, dissi - "Basta!". Steven mi aveva fregato per l'ultima volta. Indissi una causa contro di lui e la vinsi. "Jurassic Park" è un gran film, non lo metto in dubbio, perché ha un buono spunto, ma il mio film è nettamente superiore, parla dell'umanità, del suo futuro, del buio primordiale - giurassico - da cui proveniamo, di problemi attuali come la droga e poi c'è una interpretazione di Jack Pakkioon molto migliore!».[2]

Rubik si recò a Matubu, nei Caraibi Orientali, a scrivere la sceneggiatura del film, ispirato dalla storia di uno scienziato che "vendeva" uomini clonati, in realtà dei morti rimessi in vita. «Ho detto... cazzo! Un uomo resuscita i morti, dove arriveremo! I morti camminano sulla terra, ritorneremo al principio! Così mi è venuto in mente il periodo della Terra che più mi ha sempre affascinato, il Giurassico... che meraviglia! E ho pensato al buio giurassico della mente dell'uomo, sicuramente più tranquillo del nostro presente. Poi Steven ha aggiunto il parco divertimenti...».[3]

Cast

Il simpatico T-Rex Gennaro si fa controllare la carie da un membro della troupe. Foto: Maio Igzi

Nel cast, oltre ai soliti Maccio Capatonda e Flavio Insinna, c'era anche un'intera troupe di tirannousari rex veri, ricreati grazie al processo di cui Spielberg aveva ampiamente parlato in Jurassic Park. Intanto, grazie a quest'accortezza, Stanley scoprì che Spielberg non aveva rubato la sua sceneggiatura, ma si era ispirato pagando tanto di diritti d'autore, al romanzo fantascientifico di Michael Crichton. «Non dissi niente, se no chissà quanti soldi avrei pagato... oggi invece sono un intoccabile. Prova a toccarmi, Steve!».[3]

Il vero problema sul set fu Gennaro, il T-Rex che Rubik decise di adottare alla fine delle riprese. «Non vedo cosa ci sia di male ad adottare un tirannosauro. Ho gli spazi a disposizione, il cibo da potergli dare e tutto quello di cui necessita. Che differenza c'è tra adottare un bambino e un tirannosauro? Per me, per esempio, è più spaventoso un bambino».[3] Gennaro aveva infatti costantemente bisogno di carne fresca per sostentarsi. Un giorno, egli svenne e cadde su di un'impalcatura uccidendo cinquanta manutentori. «Loro furono il cibo del dinosauro sino alla metà delle riprese!».[3] Il vero dramma sorse dopo la metà. Rubik fu costretto a nutrirlo di scarti animali, che l'animale rifiutava. Il dinosauro si sentì male, proprio durante la ripresa delle scene finali. Allora, Gizi sacrificò quello che impersona l'avvocato e lo fece divorare in diretta dalle telecamere. Anche Jack Pakkioon fece questa fine. Alla presentazione del film a Cannes, mezza troupe non esisteva più. «È per questo che l'avvocato e Dennis muoiono nel film. Niente effetti speciali!»[3].

Nessuno disse niente a Rubik. L'allora capo del WWF, Georgie Stewart, anzi si congratulò con Stanley per aver salvaguardato una specie in via d'estinzione.[4] L'associazione per i diritti dell'uomo trovò da ridire inizialmente, ma poco dopo Rubik dimostrò che quegli uomini avevano tutti ammazzato o fatto ammazzare qualcuno e, come dichiarò ad alcune interviste, si salvò 'in corner.

Regia

Stanley Rubik gira la scena della trasformazione.

Il film venne girato all'isola di Matubu, dove Gizi aveva maturato l'idea, nello stretto di Panama e in Colombia. Per rendere più realistico il sangue delle vittime, venne fatto diluire in endovena per giorni succo di ciliegie.[5] «Praticamente, quando tornarono alla vita reale, i protagonisti vennero scambiati per pellirossa. Che divertimento!».

Stanlio usò una telecamera mobile per le riprese singole, mentre per le scene d'azione in cui i protagonisti assumono la droga e iniziano a tramutarsi in dinosauri, vennero usate invece fino a ventisei telecamere.[5] «In "Senza titolo" ero arrivato a massimo otto telecamere per le scene di guerra più intricate. Qui le telecamere sono più del triplo».[5]

Note

  1. ^ "Gizi stila la classifica dei suoi film migliori", articolo sul Corriere della sera del 15 ottobre 1975.
  2. ^ Jan De Bont & Kan Worlong. I fondi segreti di Stanley Rubik, ovvero: come ho dilapidato mezzo mondo e girato i miei film. Nassirya, 2003. ISBN 110S9AJFSA-X.
  3. ^ 3,0 3,1 3,2 3,3 3,4 Fred Hougly & Robert Alfred. Gizi su Gizi. New York, 2001. ISBN 111111000202010.
  4. ^ "Gizi è un ecologista. Lo dice Stewart, l'ex capo del WWF - Ora capo dell'FBI", articolo su TuttoTurismo del maggio 1993.
  5. ^ 5,0 5,1 5,2 "Stanley Rubik e i suoi spudorati trucchi", articolo disponibile su CineRubik n° 81.