Enduro

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Enduro di leggera difficoltà
« Cosa vuoi che sia un po' di fango »
(Endurista con acqua fino allo scarico)
« Vandali, mi hanno investito più di una volta »
(Lo Yeti su enduristi)
« Il diavolo ci circonda e corre veloce »
(Dalai Lama dopo meditazione nella foresta)
« Quei bruti e sozzoni che si sporcano e si spaccano le unghie, non li toccherei mai nemmeno con i miei guanti di velluto lilla »
(Uomo con Motard)
« Non capisco come facciano a divertirsi girando in tondo per ore »
(Endurista su crossista)
« Non capisco come facciano a divertirsi in mezzo ai boschi e alle pietraie a spaccare plastiche, scarichi e quant'altro »
(Crossista su endurista)

L'enduro è uno sport odiato da tutti, che si pratica su per i monti con motociclette che dovrebbero essere in regola con il codice della strada, ma non è mai così. Spesso si rischia di essere uccisi da un vecchio contadino con la forca in mano. Per fare questo sport bisogna essere alquanto fuori di testa, perché non è normale divertirsi a sputare sangue su per mulattiere impestate. Sempre parlando dei soggetti che praticano questa disciplina si può dire che sono gli unici che sono contenti quando piove, perché non avranno a che fare con famiglie a passeggio, o ancora peggio, con i loro nemici giurati: le guardie forestali. Inoltre aumenta il divertimento a salire sulle mulattiere bagnate e viscide.

Origini

L'enduro ha origini antichissime. Le prime notizie su questo sport, sono state rinvenute nei dipinti delle grotte di Lascaux. L'uomo neolitico utilizzava una moto realizzata utilizzando ruote in pietra tassellate, un telaio in vimini e un potente motore 2 linci a 4 fusa.
Durante la rivoluzione industriale, il noto industriale Gottlieb Daimler, appassionato di enduro, ebbe l'idea di sostituire il motore a linci contrapposte con un potente motore a vapore. Il successo di questa sua idea, portò a un boom di questo sport, cosicché in pochi anni era possibile vedere questi appassionati infangati, sbuffare con la loro moto a vapore e il carrello del carbone, su e giù per le colline.
Nei primi anni del '900, con l'invenzione del motore a scoppio, la moto da enduro divenne il mezzo preferito da anziani e suore, favorendone così l'attuale diffusione.

L'endurista

Il corretto utilizzo di una enduro

Il loro affiatamento e il loro amore per la moto e per l'enduro trasformano queste persone; infatti hanno spesso scatti violenti e barbarici alle parole di estranei come "Bella la tua moto, è un Motard?" oppure "Ma che differenza c'è tra il motard e l'enduro!" o peggio ancora "Allora il motard è meglio perché ha la gomma liscia!". Conversazioni del genere finiscono spesso in un bagno di sangue. Cosa provino di eccitante queste persone a imbrattarsi di fango e di schifezze è ancora da scoprire, fatto sta però che una volta montati su un enduro diventano pazzi e lo fanno. Solitamente gli enduristi sono più pericolosi nel pomeriggio: infatti una loro usanza tipica è quella di fermarsi per il pranzo e farsi una grigliata e qualche[(?)] bicchiere di vino, per poi concludere con varie grappe artigianali. Per questo attenzione nei boschi a non utilizzare walkman o iPod perché da dietro una curva potrebbe arrivare un endurista che probabilmente non è nelle migliori condizioni psico-fisiche e grazie all'alcool in corpo andrà più veloce del solito, o per lo meno lo crederà. Per sentirsi un pilota del mondiale anche la mattina da sobrio spende migliaia di euro per comprare piastre, pedane o altri pezzi in ergal, alleggerendo la moto mediamente di 350 g, mentre lui ingrassa di 2 kg ogni anno.

Il mezzo

Il mezzo dell'endurista è di solito una motocicletta con pezzi mancanti o cannibalizzati da qualche ingenuo sbarbatello, pezzi in più (come tronchi nel passacatena o rami nel radiatore), plastiche impallinate da simpatici vecchietti che avevano scambiato la moto per un fagiano, di solito rovinata o distrutta. Le moto in ordine, sistemate, o sono nuove, quindi devono ancora testare la durezza devastatrice delle pietre su cui pesantemente cadono perché l'endurista in erba (e terra) non è capace di farle stare in piedi, oppure sono di proprietà dei figli di papà, che se c'è da sostituire una candela, pur di non sporcarsi le mani, cambiano la moto; molto disprezzati dall'endurista di razza.

Quest'ultimi hanno ribrezzo del fango e solo i più temerari affrontano il ghiaietto del giardino della nonna. Ogni endurista che si rispetti, a ogni uscita, rompe qualche pezzo della moto. E ogni volta gode, nonostante le finte bestemmie, nel trovarsi in difficoltà con carburatori invasati, filtri pieni d'acqua e leve storte.

È usanza (contro la ragione umana) lasciare l'endurista con la moto più vecchia e meno sicura per ultimo cosicché debba sempre cavarsela da solo quando si ferma in un guado o in mulattiera.

Solo nel caso rompa qualche pezzo gli altri enduristi si materializzeranno magicamente al suo fianco proponendosi come McGyver della situazione.

Le armi che l'endurista è solito usare per le "riparazioni" sono:

  • gomma da masticare;
  • fascette (in plastica, ferro, titanio, lana della nonna, giunco, etc...);
  • mazzette di peso non inferiore a 5 kg (usate per raddrizzare ogni cosa, sempre con esito negativo);
  • brugole spanate dall'uso frenetico (e se acquistate nuove l'endurista provvederà istantaneamente a spanarle con la suddetta mazzetta);
  • manometro con il vetro rotto e fuori taratura di almeno 2/3 bar (così da facilitare la foratura);
  • nastro adesivo telato per riparare rotture alle plastiche o più sovente all' albero motore.
  • fil di ferro multiuso, di cui la moto dell'endurista medio è composta da non meno del 50%.

Inoltre ogni endurista che si rispetti si porta dietro uno zaino intero pieno di targhe fotocopiate perché grazie all'uso che ne fa ne rompe una ogni metro.

Di solito riconosci l'endurista vero (quello masculu) dal fighetto dalla barbetta incolta e dalla tanta disponibilità verso il prossimo.

Se lo incontrate da solo in montagna non lo invitate a venire con voi, perché sicuramente starà cercando un posto per stare in pace lontano dagli scassaminchia e magari ha voglia di pipparsi in santa pace.

Se la moto entra in folle, l'endurista muore.

Le ultime parole famose

  • Vai tranquillo, che la discesa è più facile!
  • Cerca di stare in piedi adesso...
  • Assolutamente non sederti in curva...
  • Qui il sentiero è dritto, possiamo andare forte!
  • E smettila di piagnucolare! È domenica e la forestale non c'è!
  • Stai tranquillo, basta tenere il gas aperto sul salto...
  • Non sarà certo un po' di fango a fermarti la moto...
  • Certo, tutto a posto, ho messo benzina ieri!
  • La frizione? È un po' lenta, ma non darà problemi!
  • Posso girare anche senza pettorina, dov'è il problema?
  • Quella proprietà sembra vuota, andiamo!
  • L'acqua di quel guado non sembra tanto alta...
  • Sì, ma basta che acceleri e la moto sale da sola!
  • Tranquilli ci troviamo tutti sopra il monte (classica frase detta al momento della partenza).
  • Vai vai per quella discesa! Sembra ripida ma non lo è!
  • Mi raccomando, sul fango non toccare il freno davanti!
  • Tranquillo è quasi estate, la neve sarà sicuramente sciolta.
  • Ho un 2 e mezzo, figurati se il 125 mi sta davanti...
  • Dai facciamo l'ultima salita poi si va a casa
  • Ragazzi domani alle 9 puntuali, mi raccomando
  • Tu vai tranquillo e tieni aperto, e vedrai che la moto non si impantana!
  • Stai seduto tutto indietro, così carichi il posteriore e hai più trazione!
  • Tranquillo, due fascette e ritorna come nuova
  • Pulire la catena??? L'enduro è uno sport ignorante e la catena è fatta apposta

I forum di Enduro

Sono frequentati da persone che hanno la terza media e credono di sapere tutto e scrivono post lunghi migliaia di km (cioè quelli che NON fanno con la moto), oppure da loschi individui che postano solo porno o faccine. Sono moderati da sessantottini repressi che non hanno un cacchio da fare: si sentono comunisti ma ogni anno comprano la moto nuova da 9000 euro.