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== Origine ==
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[[File:maiali morti ammucchiati.jpg|left|thumb|320px|La micidiale epidemia degli [[anni '60]].]]
[[File:maiali morti ammucchiati.jpg|left|thumb|320px|La micidiale epidemia degli [[anni '60]].]]
Il primo ceppo virale fu identificato in una fattoria del West Sussex appartenente a Wilfred Pigmore, un allevatore di maiali da combattimento utilizzati negli incontri clandestini, che si tenevano per la maggior parte delle volte nel rustico di [[Sean Connery]]. Provate ad immaginare lo sgomento del povero Wilfred quando, al posto dei suoi settantadue maiali, ne trovò solo uno grosso come una betoniera. Qua e là setole sparse, un paio di orecchie in un angolo, un flacone di Diger Selz in un altro, ci mise poco a fare due più due, era sicuramente opera dei [[MI5|servizi segreti inglesi]], o di quel perfido Kenny Delaney, il suo [[vicino di casa|confinante]] di origini irlandesi.
Il primo ceppo virale fu identificato in una fattoria del West Sussex appartenente a Wilfred Pigmore, un allevatore di maiali da combattimento utilizzati negli incontri clandestini, che si tenevano per la maggior parte delle volte nel rustico di [[Sean Connery]]. Provate ad immaginare lo sgomento del povero Wilfred quando, al posto dei suoi settantadue maiali, ne trovò solo uno grosso come una betoniera. Qua e là setole sparse, un paio di orecchie in un angolo, un flacone di Diger Selz in un altro, ci mise poco a fare due più due, era sicuramente opera dei [[alieni nazisti]], o di quel perfido Kenny Delaney, il suo [[vicino di casa|confinante]] di origini irlandesi. Quel vecchio ubriacone aveva realizzato una distilleria clandestina, la tremenda [[puzza]] che arrivava dal suo capanno copriva i {{citnec|fragranti effluvi delle sue scrofe|e=da verificare}}, tanto che i suoi maiali ne risultavano disorientati e andavano a masturbarsi da qualche tempo nella latrina. Purtroppo quello strano comportamento erano le prime avvisaglie del tremendo morbo, che colpisce in prima battuta l'[[olfatto]] e subito dopo la [[vista]], fino al punto che la bestia, privata di questi sensi fondamentali, appena urta [[qualcosa]] pensa che sia un secchio col pastone di granaglie e lo sbrana.
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== Sintomatologia ==
== Sintomatologia ==

Versione delle 22:08, 18 giu 2014

Dopo la mucca pazza era lecito aspettarsi il maiale deficiente, invece torna il terribile morbo della suinusite, ritenuto debellato nel 1969.

La suinusite è una grave patologia neurodegenerativa di origine virale, che colpisce i maiali in età prescrofale. È infatti accertato che il nascituro può contrarre la malattia già nell'utero materno, ma il manifestarsi dei sintomi avviene attorno ai sette mesi di vita, sempre che il soggetto colpito non sia diventato nel frattempo porchetta.

« Il porco si presenta con la bava alla bocca, lo sguardo allucinato, battito accelerato e sudorazione intensa. Esattamente come un immigrato stupratore durante il suo passatempo preferito. »
(Il dottor Olav-Håkon Bjørkdal, luminare norvegese in Istochimica della braciola.)

La malattia è a decorso fatale, che non significa che il maiale ha le allucinazioni e inizia a vedere le Winx, ma che tira le cuoia. Inoltre è molto contagiosa perché si veicola tramite la puzza, cosa che "sta al suino come la cocaina a Maradona". Ha un potenziale epidemiologico pari a V9, che equivale alla velocità con cui si è propagato il video di Belén Rodríguez che trombava[1] col ragazzo, dopo sei minuti l'aveva visto anche uno sherpa in Nepal. Se si ammala un soggetto in un allevamento, è meglio che inizi ad accendere la macchina per fare le salsicce (così intanto si scalda) e poi fai venire il veterinario.

Contadino : Dottò, che se pò ffà?
Veterinario : Per evitare l'epidemia abbattiamo tutti i capi e li bruciamo.
Contadino : A te er montenegro t'ha bruciato er cervello. E io dopo come magno?
Veterinario : Mi spiace ma è necessario, devo anche fare la segnalazione alla ASL, nulla di personale mi creda.
Veterinario : Perché mi guarda così strano e ha preso la roncola?
Contadino : Niente de personale dottò...

Origine

La micidiale epidemia degli anni '60.

Il primo ceppo virale fu identificato in una fattoria del West Sussex appartenente a Wilfred Pigmore, un allevatore di maiali da combattimento utilizzati negli incontri clandestini, che si tenevano per la maggior parte delle volte nel rustico di Sean Connery. Provate ad immaginare lo sgomento del povero Wilfred quando, al posto dei suoi settantadue maiali, ne trovò solo uno grosso come una betoniera. Qua e là setole sparse, un paio di orecchie in un angolo, un flacone di Diger Selz in un altro, ci mise poco a fare due più due, era sicuramente opera dei alieni nazisti, o di quel perfido Kenny Delaney, il suo confinante di origini irlandesi. Quel vecchio ubriacone aveva realizzato una distilleria clandestina, la tremenda puzza che arrivava dal suo capanno copriva i fragranti effluvi delle sue scrofe[da verificare], tanto che i suoi maiali ne risultavano disorientati e andavano a masturbarsi da qualche tempo nella latrina. Purtroppo quello strano comportamento erano le prime avvisaglie del tremendo morbo, che colpisce in prima battuta l'olfatto e subito dopo la vista, fino al punto che la bestia, privata di questi sensi fondamentali, appena urta qualcosa pensa che sia un secchio col pastone di granaglie e lo sbrana.

Sintomatologia

Precauzioni inutili, la suinusite non può essere certo evitata col rimedio della nonna.

La suinusite colpisce dal 1° ottobre al 30 aprile, festivi esclusi, più il 15 agosto, giorno in cui i maiali amano farsi i gavettoni, prendono freddo e sono più suscettibili alle patologie d'origine infiammatoria e virale.
Il sintomo più evidente riguarda chiaramente le cavità nasali del suino: si gonfiano, si irritano, si coalizzano tra di loro e cominciano a rompere le scatole che ognuna invade lo spazio dell'altra. Fastidiosa conseguenza del blocco totale nasale è la parlata del maiale, che assume i tratti di un maruga in fila alla mensa della Caritas: da: Template:Quote2 A: Template:Quote2 Meno prevedibile sono i cambiamenti del suino a livello gastronomico: un elemento che non sente alcun sapore magari non perde appetito, ma potrebbe mettersi a mangiare qualsiasi solido masticabile gli capiti a tiro. In questo caso è ben consigliabile sorvegliare l'intero branco: può capitare di distrarsi e accorgersi l'istante successivo che i maiali stiano mangiandosi le code a vicenda credendole delle rotelle di liquirizia. Altri ben peggiori orrori sono facilmente immaginabili:

- Maiale: “Gnam gnam gnam, sgurz! Beurp! Diamine, questa pietanza è veramente gustosa. Posso chiederti cos'è, padroncino caro?”
- Porcaro: “Ma... Ma... Cristo Santo! Ti stai sbranando i tuoi stessi garretti!”
- Maiale: “Oh.. Porco diavolo...!!! Io... Io... Sono delizioso!”

Il suino suinusitico è sfruttato per questa sua caratteristica dalla mala di Chicago: invece di usare del costoso acido per distruggere ingombranti cadaveri si usa il metodo del maiale digiuno con la suinusite: si buttano le salme agli affamati onnivori e in una manciata di femtosecondi degli scomodi incomodi non rimangono nemmeno le cerniere lampo dei calzoni.

A che punto è la ricerca?

Purtroppo ancora non esiste una cura.

La suinusite è una malattia per la quale non sono mai stati stanziati dei fondi atti alla ricerca di una cura. Il problema viene sottovalutato poiché considerata ancora una malattia poco aggressiva, distante, destinata ai poveracci. Gli allevatori, non i maiali. Che ci frega dei maiali. A noi piacciono le costine alla brace, mica i maiali.
Il punto è anche che "suinusite" non è un bel nome, non è molto attraente e la scienza se la snobba. Epiteti come Atrofia muscolare spinale benigna congenita autosomica dominante, sindrome di Klinefelter, SARS e pure quel morbo di cui non ricordo il nome, quello che ha colpito il cervello di Di Pietro, sono invece cazzutissimi, incidono molto sulla voglia del ricercatore di studiarli.
Un altro fattore da valutare è la totale specificità della malattia: colpisce solo il genere Sus, forse perché le piacciono i palindromi particolarmente brevi, e ciò significa che eventuali prove di cure sperimentali vanno eseguite solo sul maiale. Questo comporta sempre un certo astio degli allevatori che dovrebbero fornire gli esemplari-test: perdere una scimmia o un ratto usati come cavie da laboratorio è un conto, rischiare di mandare a puttane 130 chilogrammi di mortadella farebbe vacillare i buoni propositi anche all'allevatore più progressista.

Note

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  1. ^ e non solo

Voci correlate