Utente:Zurpone/Sandbox2: differenze tra le versioni

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{{Cit2|È stata tua la colpa e allora adesso che vuoi?|[[Edoardo Bennato]] interroga un capro espiatorio.}}
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{{Cit2|Non sono l'unico colpevole!|[[Francesco Schettino]] ignora che quella del capro espiatorio non è una mansione collettiva.}}
{{Cit2|Non sono l'unico colpevole!|[[Francesco Schettino]] ignora che essere capro espiatorio non è una mansione collettiva, non cedibile, neppure a titolo gratuito.}}


Se c'è stata un'[[invenzione]] geniale, è senza dubbio quella del '''capro espiatorio'''. [[Tutti]] possono diventarlo, in qualunque momento. Ebbene, si tratta di un animale, non necessariamente ruminante o [[cornuto]], anche se quest'ultima opzione si verifica spesso. Il capro espiatorio è una condizione, uno [[status]], una necessità. Soprattutto, fa parecchio comodo averne uno a portata di mano: non si sa mai cosa riserva la [[vita]]. Pare sia più utile di una [[guida turistica]].<br />
Tra le [[invenzione|invenzioni]] geniali, quella del '''capro espiatorio''' è senza dubbio una delle più azzeccate. [[Tutti]] possono diventarlo, in qualunque momento. Ebbene, si tratta di un animale, non necessariamente ruminante o [[cornuto]], anche se quest'ultima opzione si verifica spesso. Il capro espiatorio è una condizione, uno [[status]], una necessità. Soprattutto, fa parecchio comodo averne uno a portata di mano: non si sa mai cosa riserva la [[vita]]. Pare sia più utile di una [[guida turistica]].<br />
Spesso letture superficiali e interpretazioni non corrette lo trasformano in capro espiratorio o addirittura in capro respiratorio, ma qui non c'entra la [[pneumologia]]. Questo articolo serve per confondere ulteriormente le idee.
Spesso letture superficiali e interpretazioni non corrette lo trasformano in capro espiratorio o addirittura in capro respiratorio, ma qui non c'entra la [[pneumologia]]. Questo articolo serve per confondere ulteriormente le idee.



Versione delle 20:34, 20 ago 2013

« È stata tua la colpa e allora adesso che vuoi? »
(Edoardo Bennato interroga un capro espiatorio.)
« Non sono l'unico colpevole! »
(Francesco Schettino ignora che essere capro espiatorio non è una mansione collettiva, non cedibile, neppure a titolo gratuito.)

Tra le invenzioni geniali, quella del capro espiatorio è senza dubbio una delle più azzeccate. Tutti possono diventarlo, in qualunque momento. Ebbene, si tratta di un animale, non necessariamente ruminante o cornuto, anche se quest'ultima opzione si verifica spesso. Il capro espiatorio è una condizione, uno status, una necessità. Soprattutto, fa parecchio comodo averne uno a portata di mano: non si sa mai cosa riserva la vita. Pare sia più utile di una guida turistica.
Spesso letture superficiali e interpretazioni non corrette lo trasformano in capro espiratorio o addirittura in capro respiratorio, ma qui non c'entra la pneumologia. Questo articolo serve per confondere ulteriormente le idee.

A che serve

A dispetto del nome sgraziato, il capro espiatorio svolge un'importantissima funzione di profilassi per il fondoschiena, salvaguardandolo da fastidiose ingerenze estranee, sia in senso letterale sia in senso lato. Tuttavia non assomiglia a un palloncino unto. La sua funzione consiste nell'accollarsi colpe e responsabilità altrui, subendone ingiustamente le conseguenze. Il fatto che ciò possa essere considerato eticamente riprovevole non va assolutamente preso in considerazione, altrimenti non se ne esce più e saremmo ancora ai tempi del Mago Otelma.

Genesi ed evoluzione del concetto

Da quanto tempo l'uomo sente la necessità di accollare ad altri la colpa delle sue cazzate? A occhio e croce, dai tempi di Adamo. Il soddisfacimento di quello che si può ragionevolmente definire bisogno primario fu perseguito dall'uomo non appena questi si rese conto che con una semplice clava poteva dare libero sfogo a tutte le sue frustrazioni. Questo bisogno divenne impellente con l'avvento delle religioni: di fronte ad una divinità incazzosa ed incline allo spargimento di cavallette e carestie, era sempre consigliabile indicare il proprio vicino come colpevole di tutti i mali. E magari fargliela pagare cara. Il bello è che questo meccanismo funzionava davvero. Funzionava talmente bene che qualcuno decise di istituzionalizzarlo.

Il punto di vista di Israele

Il popolo ebraico, da sempre una spanna avanti agli altri in materia di religione e rapporti di buon vicinato[citazione necessaria], aveva organizzato la faccenda nei minimi dettagli. Secondo le Sacre Scritture il sommo sacerdote Keskif rivelò che Yahweh gli aveva parlato nel sonno:

Yahweh : Popolo eletto col voto di scambio! Siete talmente stronzi che vi disintegrerei con un'onda energetica!
Keskif : Beh, ultimamente, in effetti...
Yahweh : Taci, pirla! L'unica cosa che capite voialtri sono solo le persecuzioni! D'ora in avanti esigo un sacrificio umano una volta all'anno, per rimettervi i vostri peccati del cazzo!
Keskif : Senta, capo, invece di un uomo due capretti possono andare bene uguale?
Yahweh : Ma anche sì! Avevo giusto voglia di ciccia!
Keskif : Roger! Domani stesso cominciamo!

Nel giorno di Yom Kippur (che suppergiù corrisponde al plutonedì), cioè il "Giorno dell'Espiazione", la comunità ebraica offriva due capri uguali fra loro, da sacrificare nel Tempio di Gerusalemme in espiazione dei propri peccati. Il giorno di Yom Kippur cade pressappoco a metà del mese di Chettah Cagah, che ha durata variabile in relazione al moto ondoso del Mar Morto. Il sommo sacerdote compiva un'estrazione a sorte tra i due capri. Il primo era subito immolato nei pressi dell'altare dei sacrifici, ma trovava sempre il tempo di accusare il sommo sacerdote di aver truccato l'estrazione a sorte. Il suo sangue era utilizzato per sporcare il tempio e l'altare profanati dai peccati degli Israeliti, secondo il principio sporco copre sporco. Con quel che avanzava si preparava un sanguinaccio.

Il sommo sacerdote, poi, poneva le sue mani sulla testa del secondo capro e confessava i peccati del popolo di Israele. La situazione diventava scabrosa: i più inconfessabili segreti di ognuno venivano sputtanati ai quattro venti. Un'adeguata distribuzione di mazzette poteva fare la differenza tra una reputazione dignitosa o la perdita totale della faccia, nel senso più letterale del termine. Il capro assisteva allibito alla scena domandandosi fino a quale livello di depravazione poteva spingersi quella gentaglia... ancora non aveva visto niente! Dopo l'esecuzione di uno stacchetto pubblicitario, il capro veniva condotto in un'area desertica a circa 12 chilometri da Gerusalemme dove, secondo la tradizione, veniva precipitato da una rupe. Da questo momento del secondo capro non si sa più niente. Il primo capro è detto espiatorio e il secondo emissario.

Attualmente

Nel linguaggio comune però, il capro emissario è confuso spesso col capro espiatorio, perché anch'esso contribuisce in qualche modo al rito di espiazione, portando via con sé nel deserto i peccati. Nel linguaggio provincia, invece, la differenza è nettissima: uno è espiatorio e l'altro è emissario, se no a che servirebbe avere un vocabolario vasto e forbito? Il linguaggio regione non sa/non risponde.

A sentire il parere di molti esegeti, il significato teologico del rito è poco chiaro, quindi sono andati a rileggersi tutte le fonti ma tuttora non stanno cavando un ragno dal buco. Secondo qualche secchione che pare saperla lunga probabilmente costituisce un'esorcizzazione e inculturazione di riti campestri arcaici antecedenti l'ebraismo; secondo altri andava fatto e basta.

Oggi l'utilizzo smodato di capri espiatori è inflazionato: non bastano mai. Il frenetico modus vivendi attuale ne prevede l'impiego anche nelle circostanze più insignificanti. Inoltre, il processo di democratizzazione globale ha consentito la sua diffusione capillare, anche negli strati sociali più ignobili, mentre prima era appannaggio esclusivo di organizzazioni elitarie che agivano nell'esclusivo interesse della comunità[Sì, hai letto bene.]. Per chi non ci credesse, sono sempre disponibili posti di capro espiatorio, un'occupazione che non conosce crisi. Peraltro, va detto anche che, se un tempo il capro veniva sgozzato o lanciato senza paracadute, adesso non si muore più. Alcuni affermano che la morte può essere interiore, ma probabilmente ignorano che, come cantava Gianni Bella, non si può morire dentro.

« Pianga, Malaussène, pianga in modo convincente. Sia un buon capro! »