Utente:CavaliereMascarato/sandbox1: differenze tra le versioni

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Verso i 35 anni fu mandato dal padre in un collegio di un [[Paesino|paese]] dal nome impronunciabile dove studiò la lingua [[Germania|tedesca]] e altre materie utili per la [[pesca]] di merluzzi d'acqua dolce. Crebbe quindi in un ambiente rigorosamente tedesco, nonostante sin da piccolo sapeva parlare perfettamente il turco.
Verso i 35 anni fu mandato dal padre in un collegio di un [[Paesino|paese]] dal nome impronunciabile dove studiò la lingua [[Germania|tedesca]] e altre materie utili per la [[pesca]] di merluzzi d'acqua dolce. Crebbe quindi in un ambiente rigorosamente tedesco, nonostante sin da piccolo sapeva parlare perfettamente il turco.


Nel 1878 torna a Trieste e finisce il suo percorso di studi sul commercio di merluzzi, coltivando allo stesso tempo un profondo interesse per la letteratura e in particolare per i grandi scrittori come [[Gianni Rodari]].
Nel 1878 torna a Trieste e finisce il suo percorso di studi sul commercio di merluzzi, coltivando allo stesso tempo un profondo interesse per la letteratura e in particolare per i grandi scrittori come [[Gianni Rodari]] e [[Geronimo Stilton]].


Con l'estinzione dei merluzzi d'acqua dolce, è costretto a lavorare in banca per diciotto anni, durante i quali impara finalmente a contare. Nello stesso periodo pubblica, oltre a varie riviste di cruciverba, le prime di quelle che costituiranno le "Fiabe della Buona Notte", sotto lo pseudonimo di Ettore Samigli, poiché aveva paura che i suoi giovani lettori lo rintracciassero per gli autografi o per [[Omicidio|fargli una festa]]. In un anno imprecisato muore anche il padre, fatto, questo, che lo costringe ad abbandonare definitivamente il suo magico mondo di e durante il [[funerale]] conosce e copula con quella che sarà la sua futura moglie.
Con l'estinzione dei merluzzi d'acqua dolce, è costretto a lavorare in banca per diciotto anni, durante i quali impara finalmente a contare. Nello stesso periodo pubblica, oltre a varie riviste di cruciverba, le prime di quelle che costituiranno le "Fiabe della Buona Notte", sotto lo pseudonimo di Ettore Samigli, poiché aveva paura che i suoi giovani lettori lo rintracciassero per gli autografi o per [[Omicidio|fargli una festa]]. In un anno imprecisato muore anche il padre, fatto, questo, che lo costringe ad abbandonare definitivamente il suo magico mondo. Sarà durante il funerale del suo papà che conobbe e [[Sesso|fornicò]] con quella che sarà la sua futura moglie.


A causa della sua poca serietà si fidanza con la [[cugina]], figlia di un venditore di vernici gialle per sottomarini, che ispireranno la famosa canzone di qualche anno dopo.
A causa della sua poca serietà si fidanza con la [[cugina]], figlia di un venditore di vernici gialle per sottomarini, che ispireranno la famosa canzone di qualche anno dopo.

Versione delle 16:08, 13 ago 2010

« Scrittore...CHE PAROLONI!! »
(Italo Svevo dopo esser stato accusato di plagio)
« La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi. »
(Italo Svevo sulla Comprensione)

Italo Svevo, pseudonimo di Hector Schmitz (Trieste tana terun!, 41 dicembre 1861 – Motta di Livenza, verso mezzogiorno, settembre 1928) Fu un incestuoso, scrittore[citazione necessaria], noiosone, drammaturgo, austriaco, naturalizzato e italiano, così bravo da meritarsi un servizio di studio aperto una volta all'anno, e così famoso da potersi scopare sua cugina, ma sopratutto con una dose di paraculaggine non indifferente. Mentre era vivo Italo scrisse molte opere di innumerevoli pagine, tra cui diverse storie e favolette per bambini deviati e adulti masochisti desiderosi di un bel mal di testa. Queste storie sono sopratutto costituite da giri di parole inutili e di linguaggi danteschi senza capo ne coda, capaci di rincoglionire la critica del periodo, e anche quella moderna. Insomma, un capolavoro della letteratura.


Biografia

« Criticava le mie tesi e poi continuava a darmi insistentemente del tu »

Italo nacque a Trieste, mentre fuori c'era la bora, durante un sabato di venerdì notte, in un acquedotto di via Trieste al n. 10.

Ottavo di cinque figli, nasce, cresce e corre in una modesta famiglia di avaracci ebrei di origine germanica-nazista. Il padre lanciava martelli verso le case e poi rivendeva ciò che restava dei vetri, la madre invece un giorno decise di morire e non ritornò mai più. Questo fatto sconvolse Italo, che però decise di non scrivere per l'occasione nessuna poesia nella quale raccontava il suo dolore, poiché ormai era passato di moda, e decise quindi di fottersene largamente.
Verso i 35 anni fu mandato dal padre in un collegio di un paese dal nome impronunciabile dove studiò la lingua tedesca e altre materie utili per la pesca di merluzzi d'acqua dolce. Crebbe quindi in un ambiente rigorosamente tedesco, nonostante sin da piccolo sapeva parlare perfettamente il turco.

Nel 1878 torna a Trieste e finisce il suo percorso di studi sul commercio di merluzzi, coltivando allo stesso tempo un profondo interesse per la letteratura e in particolare per i grandi scrittori come Gianni Rodari e Geronimo Stilton.

Con l'estinzione dei merluzzi d'acqua dolce, è costretto a lavorare in banca per diciotto anni, durante i quali impara finalmente a contare. Nello stesso periodo pubblica, oltre a varie riviste di cruciverba, le prime di quelle che costituiranno le "Fiabe della Buona Notte", sotto lo pseudonimo di Ettore Samigli, poiché aveva paura che i suoi giovani lettori lo rintracciassero per gli autografi o per fargli una festa. In un anno imprecisato muore anche il padre, fatto, questo, che lo costringe ad abbandonare definitivamente il suo magico mondo. Sarà durante il funerale del suo papà che conobbe e fornicò con quella che sarà la sua futura moglie.

A causa della sua poca serietà si fidanza con la cugina, figlia di un venditore di vernici gialle per sottomarini, che ispireranno la famosa canzone di qualche anno dopo.

Dopo un anno trascorso a conoscersi meglio, i due fidanzatini decidono di sposarsi. Due volte.

I Romanzi

Una Vita

Il primo effettivo romanzo dello scrittore, che però venne ampiamente e volontariamente ignorato dalla critica e dal pubblico, quindi anche da noi.

Senilità

Il primo grande romanzo di Italo, pubblicato a puntate in un giornale nel 1898. L'ispirazione gli fu data dai seno della moglie e dalle sue ristrette facoltà mentali.