Tagadà: differenze tra le versioni

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L''''Ignavo''', detto anche '''Inetto''' o [[Ameba]] costituisce il rimanente 2% della fauna popolante il Tagadà.
L''''Ignavo''', detto anche '''Inetto''' o [[Ameba]] costituisce il rimanente 2% della fauna popolante il Tagadà.
La sua natura inetta e la sua posizione di '''Invertebrato''' costituiscono i motivi che spingono questo essere a prendere parte al rito mistico della [[Tagadà|Messa Rotante]]. Questo essere vivente è rigorosamente non pensante non si rende assolutamente conto di dove sia e di cosa stia facendo. Viene attirato dalle [[LSD|mirabolanti coreografie psichedeliche ]] e dal modo di vestire [[Merda|Alquanto Appariscente]] della popolazione [[Truzzo|Truzzo/Tamarra]].
La sua natura inetta e la sua posizione di '''Invertebrato''' costituiscono i motivi che spingono questo essere a prendere parte al rito mistico della [[Tagadà|Messa Rotante]]. Questo essere vivente è rigorosamente non pensante non si rende assolutamente conto di dove sia e di cosa stia facendo. Viene attirato dalle [[LSD|mirabolanti coreografie psichedeliche]] e dal modo di vestire [[Merda|alquanto appariscente]] della popolazione [[Truzzo|Truzzo-Tamarra]].
Solitamente rimane seduto ad ammirare le movenze esageratamente [[Gay|leggiadre]] della popolazione [[Truzzo|Tamarra]], che di tutta risposta non li caga neanche di striscio perché intenta ad osservare le luci psichedeliche e a sistemarsi il [[Emo|Ciuffo]], componente genetica di un altro gruppo sociale abbastanza denigrato dalla società stessa.
Solitamente rimane seduto ad ammirare le movenze esageratamente [[Gay|leggiadre]] della popolazione [[Truzzo|Tamarra]], che di tutta risposta non li caga neanche di striscio perché intenta ad osservare le luci psichedeliche e a sistemarsi il [[Emo|Ciuffo]], componente genetica di un altro gruppo sociale abbastanza denigrato dalla società stessa.
Questo ceto folkloristico vede una minoranza (che rappresenta il 15% della popolazione '''Ignava''') che viene denominata la Setta degli '''Sfigati'''. Lo '''Sfigato''' è l'individuo a livello gerarchico più basso nell''''Istituzione Giostraia''': egli rimane seduto, immobile, non capacitandosi di come certi individui, tra i quali il '''Campione''' riescano a compiere acrobazie oltre ogni limite di '''Decenza'''. Vengono disprezzati in tutto e per tutto persino dalle '''Donne dei Tamarri''' e addirittura dagli stessi '''Ignavi''', che ostentando un sentimento di appartenenza ai '''Tamarri''' li disprezzano per sentirsi '''YO'''. Comunque, gli '''Sfigati''' sono coloro che al di fuori del Tagadà ricoprono il ruolo sociale più rispettabile tra tutti i ceti sopra citati.
Questo ceto folkloristico vede una minoranza (che rappresenta il 15% della popolazione '''Ignava''') che viene denominata la Setta degli '''Sfigati'''. Lo '''Sfigato''' è l'individuo a livello gerarchico più basso nell''''Istituzione Giostraia''': egli rimane seduto, immobile, non capacitandosi di come certi individui, tra i quali il '''Campione''' riescano a compiere acrobazie oltre ogni limite di '''Decenza'''. Vengono disprezzati in tutto e per tutto persino dalle '''Donne dei Tamarri''' e addirittura dagli stessi '''Ignavi''', che ostentando un sentimento di appartenenza ai '''Tamarri''' li disprezzano per sentirsi '''YO'''. Comunque, gli '''Sfigati''' sono coloro che al di fuori del Tagadà ricoprono il ruolo sociale più rispettabile tra tutti i ceti sopra citati.

Versione delle 17:57, 13 nov 2010

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« "...un'invenzione straordinaria, che rivoluzionerà l'intero panorama ludico e religioso globale" »
(Nessuno ma proprio Nessuno su Tagadà)
« Cioè vez..non capisci..non connetti, cioè, io sto al centro del Tagadà ok? è la mia scena, non rubarmela, prima ti devi fare minimo 2 anni di punch ball, ok?! gira alla larga vez perchè se c'è il borotalco ti spingo giù ok? perchè IO poxxo, Tu NO!  »
( Tipico Truzzo su Tipico dialogo al centro del Tagadà)
« e gira tutto intorno alla stanza, mentre si daaanza, danzaaaaaaaaa!!! »
( Dj Prezioso in Delirio Allucinogeno su Tagadà )


Il Tagadà è una costruzione di origine presumibilmente aliena o divina rinvenuto in tempi immemori da qualche pioniere della cultura truzza. Dopo che questi coglioni geni rivoluzionari ne compresero il funzionamento (seppur parziale), il primo utilizzo fu di tipo ludico. Subito però, dato l'animo competitivo dei tamarri, divenne prima un modo per dimostrare il proprio livello di truzzaggine, poi un vero e proprio campo di battaglia dove sfoggiare il proprio stile, la propria abilità di ballerino e pure la propria forza bruta. Il tagadà è diventato un luogo di culto per la fauna che popola le sagre di tutta italia a tal punto da essere considerato un vero e proprio monumento religioso.

Natura del Tagadà

Innanzitutto è fondamentale una premessa: tutti i Tagadà sono unici ed irripetibili. Questi oggetti mistici non vengono costruiti ma bensì trovati. Di conseguenza ne esiste un numero limitato e le scoperte di nuovi tagadà lasciatici da probabili precursori, o razze aliene antichissime (a seconda delle linee di pensiero), è sempre minore. Questo spiega il culto religioso che vi è nato attorno. Il rinvenimento di uno di questi oggetti è pertanto un evento epico, festeggiato a livello mondiale, che spesso segna la conclusione di un era e l'inizio di un altra. La distruzione di uno di questi oggetti di culto è considerato un eresia inaccettabile, tanto che molti non credono nemmeno possibile un tale evento. Tuttavia un mito di origine ellenica racconta di un antichissima guerra durata 10 anni scoppiata proprio a causa della distruzione di uno di questi oggetti da parte di un gruppo di eretici.

Struttura e Funzionamento

Il Tagadà è composto da una base di forma discoidale del diametro di circa 8 metri (anche se il viaggiatore Marco Polo nel Milione racconta di aver potuto ammirare nel suo viaggio quello che sembrava un tagadà a forma di stella del diametro di ben 12 metri). Per tutto il perimetro della giostra sono fissati dei sedili a puro scopo ornamentale, rivolti verso il centro della giostra. La base è sorretta dal suolo da pistoni idraulici (gli stessi che si vedono nei raduni di autotuning). L'entrata e l'uscita è favorita da due pedane ai lati della giostra (anche se i più abili preferiscono lanciarsi fuori in volo verso la fine del giro). Davanti alla giostra vi è una grande pedana dove ce stanno 'e pischelle a guardà li fighi che ballano. Aò. Tutto il perimetro esterno della giostra è ricoperto da aerografie e luci, e lungo le pedane vi sono casse da 3000KW che pompano musica fikissima. Sempre a lato della pedana frontale vi è la cabina si controllo/cassa/console station con il giostraro, solitamente uno zingaro in canottiera e medaglione d'oro al collo con la barba sfatta conosciuto da tutti i presenti come "il boss della giostra", o, in sua assenza, la figlia/nipote dagli 8 ai 17 anni, seminuda e sudata.

All'inizio del giro la giosta comincia a ruotare a una velocità compresa tra i 12 e i 234 giri al minuto, e grazie ai pistoni idraulici durante la rotazione la base si inclina dai 20 ai 79 gradi con continui sobbalzi. Il giro dura in media 4-5 minuti ma il giostraro può prolungare la durata del giro a piacimento se qualche partecipante si rivela particolarmente abile. Lo scopo del partecipante è sostanzialmente riuscire a restare il piedi durante tutto il giro, possibilmente esibendosi anche in acrobazie quali salti, capriole, scivolate, camminata all'indietro, potendosi così pavoneggiare con le vacche truzze presenti. Compiro del giostraro è invece quello di far cadere i partecipanti con continue inversioni di rotazione, sobbalzi, aumentando l'inclinazione, spruzzando fumo nella giosta, e soprattutto lanciando cubetti di borotalco nel tagadà così da far scivolare i giostranti.

Fauna Abituale Del Tagadà

Il Giostraio

È il direttore d'orchestra, il manovratore della Macchina Divina. È trattato con rispetto e ammirazione da tutti i Tamarri, al punto che solo il Campione può osare intrattenere una conversazione che sconfini dalla solita preghiera: "Un altro biglietto, grazie Vez!". Quando egli inserisce nel dispositivo sonoro della Macchina Divina una canzone estremamente fikosissima, tutti i Tamarri volgono lo sguardo verso di lui, in segno di ammirazione, provocando una caduta disastrosa per la mancata concentrazione sui movimenti dell'Astronave Danzante. È solito stare in un baracchino con una soglia d'umidità (per il 96% prodotta dalle sue Ghiandole Sudoripare) del 145%, tanto che alcuni pionieri rivoluzionari hanno cominciato ad indossare attrezzatura subacquea per vendere biglietti. Leggende metropolitane asseriscono che questo magistrale ed illustrissimo individuo si nutra dell'olio del motore dell'Apparecchio Ludico Divino per aumentare la sua sinergia con questo stupendo macchinario. Come risaputo, i Tagadà non si costruiscono, bensì vengono trovati, difatti quasi la totalità dei Giostrai era prima parte della classe "diversamente lavorante". Questi individui vagano disperatamente alla ricerca di occupazione, costretti a nascondersi dal Troll della Padania che minaccia da anni di sopprimerli, con l'intento di portare la Libertà ai cittadini Italiani. La vita stressante e il rancore represso che portano questi individui li inducono ad accanirsi sull'intera umanità, cercando di far cadere con continue spinte idrauliche i coglioni giovani che si avventurano nel Monastero della Sacra Rotazione. Il Giostraio non ha amici, ad eccezioni del Campione, verso il quale prova profonda ammirazione e orgoglio. Solitamente non ha moglie, ma fa in modo di ingravidare la prima che passa così da ottenere una discendenza (preferibilmente femminile e libertina) per adescare nuovi adepti tamarri e introdurli attraverso un complesso Rito Iniziatico all'utilizzo della Ruota mistica. Molti dei Giostrai sono soliti portare bizzarri talismani del peso non inferiore ai 4,5 kg. Concludendo, questa eccentrica forma di vita itinerante è riuscita nel corso dei secoli a guadagnare una posizione prestigiosa propensa alla scalata sociale, grazie soprattutto alle sue innumerevoli imprese.

Tamarro

I tamarri compongono circa il 85,0% della popolazione del tagadà. Si dividono a metà in zingari e italiani che si atteggiano da zingari. L'abbigliamento è tecnicico sportivo proprio della disciplina: innanzitutto per un ottima aderenza sul terreno il tamarro utilizza di solito scarpe Nike Silver tarocche, Nike Shox o Air Max o in alternativa Puma. Alcuni veterani temerari utilizzano però scarpe dal bassissimo coefficente d'attrito come Kawasaki o Superga per fare sfoggio di un abilità ancora più grande. Il resto dell'abbigliamento è composto da jeans è canottiera sporca di morcia dello scooter o pantaloni della tuta e t-shirt di Angel & Devil dalla grafica improponibile. Optional gli occhiali da sole. Iniziano a popolare la giostra al primo calare del sole, fino all'ultimo giro della serata, verso le 4 di mattina. La prima sera di sagra fanno la fila alla cassa e comprano almeno 50 biglietti che consumeranno quasi completamente la sera stessa. Dopodichè prima di salire si pavoneggiano improvvisando passi di danza, puntando qualche tipa, o sfoggiando al propria forza nel punch-ball più vicino. Al momento opportuno si fanno avanti e salgono spintonandosi in fila per poi fare a gara per prendere posto rigorosamente in piedi. Quando il tagadà inizia a girare iniziano a spingersi per buttarsi giù a vicenda, in modo da rimanere ultimi in piedi ed essere incoronati King della serata. Nel frattempo puntano le ragazze truzze che li guardano mandando baci e sguardi ammalianti. I più abili tamarri resistono a pendenze di 130° e resistono a 10-11 giri di seguito, intervallandoli solo con fasi di ballo libero sulle casse; il giostraro ce la deve mettere tutta per abbatterli. Solitamente il tamarro più abile è rispettato e conosciuto per nome da tutti, speaker compreso, che lo annuncia alla folla con frasi come "eccolo qui, il nostro caaaaaaaampione! vai così che si gira! Guardatelo ragazze!". Addirittura alcuni riescono a rilanciare con un calcio al volo il cubo di gesso/borotalco lanciato durante la corsa dal giostraro neutralizzando la minaccia. A questo punto il soggetto viene incoronato campione indiscusso della serata e riconosciuto come figlio leggittimo dal giostraro. Seguono banchetti e feste.

Donna Del Tamarro

Anche dette vacche da monta, compongono il 13% della popolazione. Arrivano tiratissime e mezze nude, accessorio irrinuciabile la borsa, contenente almeno un oggetto per ogni lettera dell'alfabeto, che perderanno sistematicamente. Se non impegnata gira in gruppo con altre 5-6 e sta seduta, a questo punto, dopo essere stata puntata da qualche tamarro, si alza in piedi per dare inizio ad un complesso rito pre-accoppiamento che si conclude nel 86% dei casi con una caduta rovinosa, e comunque nel 92% dei casi in una successiva gravidanza indesiderata. Se impegnata starà in piedi con il proprio tamarro facendosi sorreggere da questo, o in alternativa le è concesso di rimanere seduta per tenergli nella borsa gli occhiali da sole (considerando che sono le 23.15). In entrambi i casi è considerata alla stregua di un elettrodomestico, essendo la sua presenza funzionale a quella dell'uomo. L'unica che fa eccezione è la figlia/nipote del giostraro, che avendo passato la propria esistenza a bordo del tagadà è l'unica che può competere con i maschi della sua specie, e per questa l'unica degna di rispetto.

L'Ignavo

L'Ignavo, detto anche Inetto o Ameba costituisce il rimanente 2% della fauna popolante il Tagadà. La sua natura inetta e la sua posizione di Invertebrato costituiscono i motivi che spingono questo essere a prendere parte al rito mistico della Messa Rotante. Questo essere vivente è rigorosamente non pensante non si rende assolutamente conto di dove sia e di cosa stia facendo. Viene attirato dalle mirabolanti coreografie psichedeliche e dal modo di vestire alquanto appariscente della popolazione Truzzo-Tamarra. Solitamente rimane seduto ad ammirare le movenze esageratamente leggiadre della popolazione Tamarra, che di tutta risposta non li caga neanche di striscio perché intenta ad osservare le luci psichedeliche e a sistemarsi il Ciuffo, componente genetica di un altro gruppo sociale abbastanza denigrato dalla società stessa. Questo ceto folkloristico vede una minoranza (che rappresenta il 15% della popolazione Ignava) che viene denominata la Setta degli Sfigati. Lo Sfigato è l'individuo a livello gerarchico più basso nell'Istituzione Giostraia: egli rimane seduto, immobile, non capacitandosi di come certi individui, tra i quali il Campione riescano a compiere acrobazie oltre ogni limite di Decenza. Vengono disprezzati in tutto e per tutto persino dalle Donne dei Tamarri e addirittura dagli stessi Ignavi, che ostentando un sentimento di appartenenza ai Tamarri li disprezzano per sentirsi YO. Comunque, gli Sfigati sono coloro che al di fuori del Tagadà ricoprono il ruolo sociale più rispettabile tra tutti i ceti sopra citati.