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== Biografia ==
== Biografia ==


Terzo di due figli, Dino Buzzati nacque il 16 ottobre 1906 a '''San Pellegrino''', paese alle porte di Belluno noto in tutto il mondo per la sua sorgente che produce un'inconfondibile acqua dall'[[La prova del cuoco|aroma salmastro]]. Il padre, che morì inspiegabilmente nel 1918 dopo aver lavorato per venticinque anni come assaggiatore della san Pellegrino, era di famiglia bellunese, mentre la madre discendeva da una famiglia veneziana di [[Raccomandazione|alto lignaggio]], i [[Mara Venier|Venier]]. A lei lo scrittore rimase sempre legato, non per amore filiale ma a causa di una dimostrazione di nodi marinareschi finita in tragedia.<br />L’infanzia di Buzzati si divise fra M[[ilano]], dove il futuro scrittore affinò il suo insopportabile accento da "Siur Brambilla", e la villa di famiglia a Belluno, dove lo scrittore sviluppò l'amore per la letteratura, per la musica e per la montagna: l'audace Dino da vero infante prodige riusciva a conciliare alla perfezioni questa passioni, tant'è vero che durante un'escursione cadde e si fratturò [[Culo|tutte le ossa]] perchè tentava di arrampicarsi suonando il violino e leggendo un libro.<br />A quattordici anni Buzzati si trasferì a Milano e si iscrisse al [[Liceo classico|rinomato liceo Parini]], dove imparò a inviare gli [[SMS]] e a scrivere "perché" con la K. In questi anni maturò un forte interesse per la cultura egizia.<br />Finiti gli studi superiori si iscrive alla facoltà di giurisprudenza per assecondare la volontà di famiglia. Termina comunque brillantemente gli studi in legge nel 1928 con una tesi intitolata La natura giuridica del Concordato.<br />Nello stesso anno Buzzati entra come praticante al Corriere della sera, per il quale lavorerà per tutta la vita e dove in seguito svolgerà il ruolo di inviato (durante la Seconda Guerra Mondiale viene inviato come corrispondente di guerra in Africa al seguito della Regia Marina e prende parte alla battaglia di Capo Matapan e alla seconda battaglia della Sirte), redattore e critico d'arte. Nel 1933 e nel 1935 Buzzati pubblica rispettivamente Barnabo delle montagne e Il segreto del Bosco Vecchio. Entrambe le opere riscuotono un modesto successo.
Terzo di due figli, Dino Buzzati nacque il 16 ottobre 1906 a '''San Pellegrino''', paese alle porte di Belluno noto in tutto il mondo per la sua sorgente che produce un'inconfondibile acqua dall'[[La prova del cuoco|aroma salmastro]]. Il padre, che morì inspiegabilmente nel 1918 dopo aver lavorato per venticinque anni come assaggiatore della san Pellegrino, era di famiglia bellunese, mentre la madre discendeva da una famiglia veneziana di [[Raccomandazione|alto lignaggio]], i [[Mara Venier|Venier]]. A lei lo scrittore rimase sempre legato, non per amore filiale ma a causa di una dimostrazione di nodi marinareschi finita in tragedia.<br />L’infanzia di Buzzati si divise fra [[Milano]], dove il futuro scrittore affinò il suo insopportabile accento da "Siur Brambilla", e la villa di famiglia a Belluno, dove lo scrittore sviluppò l'amore per la letteratura, per la musica e per la montagna: l'audace Dino da vero infante prodige riusciva a conciliare alla perfezioni questa passioni, tant'è vero che durante un'escursione cadde e si fratturò [[Culo|tutte le ossa]] perchè tentava di arrampicarsi suonando il violino e leggendo un libro.<br />A quattordici anni Buzzati si trasferì a Milano e si iscrisse al [[Liceo classico|rinomato liceo Parini]], dove imparò a inviare gli [[Sms]] e a scrivere "perché" con la K. In questi anni maturò un forte interesse per la cultura egizia.<br />Finiti gli studi superiori si iscrive alla facoltà di giurisprudenza per assecondare la volontà di famiglia. Termina comunque brillantemente gli studi in legge nel 1928 con una tesi intitolata La natura giuridica del Concordato.<br />Nello stesso anno Buzzati entra come praticante al Corriere della sera, per il quale lavorerà per tutta la vita e dove in seguito svolgerà il ruolo di inviato (durante la Seconda Guerra Mondiale viene inviato come corrispondente di guerra in Africa al seguito della Regia Marina e prende parte alla battaglia di Capo Matapan e alla seconda battaglia della Sirte), redattore e critico d'arte. Nel 1933 e nel 1935 Buzzati pubblica rispettivamente Barnabo delle montagne e Il segreto del Bosco Vecchio. Entrambe le opere riscuotono un modesto successo.


La fama arriva tuttavia nel 1940, quando viene pubblicato Il deserto dei Tartari (il titolo originale era La fortezza, ma venne modificato per evitare il richiamo con l’allora imminente conflitto mondiale). Negli anni successivi Buzzati continua la sua attività di cronista e scrittore, pubblicando alcuni suoi racconti brevi sulle pagine del Corriere della sera. Si dedica inoltre alla pittura, al fumetto (dà alle stampe nel 1969 Poema a fumetti), al teatro (in alcuni casi anche curando personalmente le scenografie delle sue rappresentazioni) e alla stesura di libretti per musica, a conferma di una grande versatilità intellettuale. Nel 1958 si aggiudica il prestigioso Premio Strega grazie ai “Sessanta racconti”.<br />Buzzati sposa Almerina nel dicembre del 1966. Sei anni dopo (il 28 gennaio 1972) muore di tumore al pancreas alla clinica “La Madonnina” di Milano. Oggi Buzzati è, grazie a un numero elevatissimo di traduzioni, uno degli scrittori italiani più famosi all'estero.<br />Dalla sua produzione letteraria sono stati tratti diversi adattamenti teatrali e pellicole cinematografiche: Il fischio al naso di Ugo Tognazzi nel 1967 (ispirato al racconto I sette piani contenuto nei Sessanta racconti), Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlino nel 1976 e Il segreto del Bosco Vecchio, diretto da Ermanno Olmi nel 1993.
La fama arriva tuttavia nel 1940, quando viene pubblicato Il deserto dei Tartari (il titolo originale era La fortezza, ma venne modificato per evitare il richiamo con l’allora imminente conflitto mondiale). Negli anni successivi Buzzati continua la sua attività di cronista e scrittore, pubblicando alcuni suoi racconti brevi sulle pagine del Corriere della sera. Si dedica inoltre alla pittura, al fumetto (dà alle stampe nel 1969 Poema a fumetti), al teatro (in alcuni casi anche curando personalmente le scenografie delle sue rappresentazioni) e alla stesura di libretti per musica, a conferma di una grande versatilità intellettuale. Nel 1958 si aggiudica il prestigioso Premio Strega grazie ai “Sessanta racconti”.<br />Buzzati sposa Almerina nel dicembre del 1966. Sei anni dopo (il 28 gennaio 1972) muore di tumore al pancreas alla clinica “La Madonnina” di Milano. Oggi Buzzati è, grazie a un numero elevatissimo di traduzioni, uno degli scrittori italiani più famosi all'estero.<br />Dalla sua produzione letteraria sono stati tratti diversi adattamenti teatrali e pellicole cinematografiche: Il fischio al naso di Ugo Tognazzi nel 1967 (ispirato al racconto I sette piani contenuto nei Sessanta racconti), Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlino nel 1976 e Il segreto del Bosco Vecchio, diretto da Ermanno Olmi nel 1993.

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EUFEMISMO

L'eufemismo (dal greco eu, "parola buona", e phemèo, "bastonata sui denti") è una figura retorica che serve a offendere i propri interlocutori senza che questi se ne accorgano.


DINO BUZZATI

Dino Buzzati (Bosco Vecchio 1906 - Deserto dei Tartari 1972) è stato un giornalista, scrittore, pittore, montananaro, detrattore degli usi e costumi di questa scellerata società odierna, violinista, scacchista, arrotino, gran mangiatore di tartufi e critico d'arte italiano.
La sua opera narrativa è stata più volte associata a quella di Franz Kafka, mentre i suoi dipinti... beh... diciamo che Piero Manzoni non è stato il primo a realizzare le merde d'artista.

Biografia

Terzo di due figli, Dino Buzzati nacque il 16 ottobre 1906 a San Pellegrino, paese alle porte di Belluno noto in tutto il mondo per la sua sorgente che produce un'inconfondibile acqua dall'aroma salmastro. Il padre, che morì inspiegabilmente nel 1918 dopo aver lavorato per venticinque anni come assaggiatore della san Pellegrino, era di famiglia bellunese, mentre la madre discendeva da una famiglia veneziana di alto lignaggio, i Venier. A lei lo scrittore rimase sempre legato, non per amore filiale ma a causa di una dimostrazione di nodi marinareschi finita in tragedia.
L’infanzia di Buzzati si divise fra Milano, dove il futuro scrittore affinò il suo insopportabile accento da "Siur Brambilla", e la villa di famiglia a Belluno, dove lo scrittore sviluppò l'amore per la letteratura, per la musica e per la montagna: l'audace Dino da vero infante prodige riusciva a conciliare alla perfezioni questa passioni, tant'è vero che durante un'escursione cadde e si fratturò tutte le ossa perchè tentava di arrampicarsi suonando il violino e leggendo un libro.
A quattordici anni Buzzati si trasferì a Milano e si iscrisse al rinomato liceo Parini, dove imparò a inviare gli Sms e a scrivere "perché" con la K. In questi anni maturò un forte interesse per la cultura egizia.
Finiti gli studi superiori si iscrive alla facoltà di giurisprudenza per assecondare la volontà di famiglia. Termina comunque brillantemente gli studi in legge nel 1928 con una tesi intitolata La natura giuridica del Concordato.
Nello stesso anno Buzzati entra come praticante al Corriere della sera, per il quale lavorerà per tutta la vita e dove in seguito svolgerà il ruolo di inviato (durante la Seconda Guerra Mondiale viene inviato come corrispondente di guerra in Africa al seguito della Regia Marina e prende parte alla battaglia di Capo Matapan e alla seconda battaglia della Sirte), redattore e critico d'arte. Nel 1933 e nel 1935 Buzzati pubblica rispettivamente Barnabo delle montagne e Il segreto del Bosco Vecchio. Entrambe le opere riscuotono un modesto successo.

La fama arriva tuttavia nel 1940, quando viene pubblicato Il deserto dei Tartari (il titolo originale era La fortezza, ma venne modificato per evitare il richiamo con l’allora imminente conflitto mondiale). Negli anni successivi Buzzati continua la sua attività di cronista e scrittore, pubblicando alcuni suoi racconti brevi sulle pagine del Corriere della sera. Si dedica inoltre alla pittura, al fumetto (dà alle stampe nel 1969 Poema a fumetti), al teatro (in alcuni casi anche curando personalmente le scenografie delle sue rappresentazioni) e alla stesura di libretti per musica, a conferma di una grande versatilità intellettuale. Nel 1958 si aggiudica il prestigioso Premio Strega grazie ai “Sessanta racconti”.
Buzzati sposa Almerina nel dicembre del 1966. Sei anni dopo (il 28 gennaio 1972) muore di tumore al pancreas alla clinica “La Madonnina” di Milano. Oggi Buzzati è, grazie a un numero elevatissimo di traduzioni, uno degli scrittori italiani più famosi all'estero.
Dalla sua produzione letteraria sono stati tratti diversi adattamenti teatrali e pellicole cinematografiche: Il fischio al naso di Ugo Tognazzi nel 1967 (ispirato al racconto I sette piani contenuto nei Sessanta racconti), Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlino nel 1976 e Il segreto del Bosco Vecchio, diretto da Ermanno Olmi nel 1993.

Opere principali

La prima opera pubblicata da Buzzati è Barnabo delle montagne, e risale al 1933. Si tratta di un racconto lungo che narra le avventure del giovane guardiaboschi Barnabo, macchiatosi di un episodio di vigliaccheria e perciò esiliato dagli altri guardiaboschi in pianura. Dopo anni passati ad espiare le sue colpe, Barnabo torna in montagna con l'intenzione di uccidere dei briganti e riconquistare così la fiducia dei compagni. Proprio quando ha la possibilità di sparare ad un brigante, però, nota come quest'ultimo sia spaventato e malandato e lo lascia fuggire.
Il nome di Dino Buzzati viene giustamente associato a quello della sua opera migliore, ossia Il deserto dei Tartari. Lo straordinario successo ottenuto da questo libro è dovuto al fatto che esso, con il passare del tempo, è divenuto un simbolo: dapprima rappresentativo del senso di confusione e smarrimento causato dall'imminente entrata in guerra (va ricordato che il romanzo fu dato alle stampe nel 1940) da parte dell'Italia, e successivamente simbolo della mancanza di ideali e della vita vista come monotona esistenza, sentimenti questi molto sentiti da quelle generazioni di giovani, ormai disillusi, che affrontarono gli anni del dopoguerra.
La trama del romanzo è molto semplice, ed è ispirata dal noioso lavoro che l'autore svolgeva nella redazione notturna del Corriere della sera in quegli anni. Il giovane tenente Giovanni Drogo viene inviato alla Fortezza Bastioni, posta davanti alla desolata landa del deserto dei Tartari, mitici guerrieri di cui non si hanno tracce da secoli. Tutti i soldati della roccaforte, però, sono sicuri che prima o poi i Tartari attaccheranno la fortezza e vivono perciò in costante attesa.
Drogo, che dovrebbe rimanere solo pochi mesi nella roccaforte, prova inizialmente sorpresa verso un simile comportamento. Con il tempo comunque anche lui si lascia irretire dalla “maledizione” della Fortezza Bastioni, e come gli altri consuma la sua vita aspettando la grande occasione e la futura gloria. Il destino beffardo gli toglie tuttavia questa soddisfazione: ormai vecchio e malato, Drogo è costretto a lasciare la fortezza proprio quando pare imminente l’arrivo dei Tartari.

La raccolta dei Sessanta racconti, voluta dallo stesso Buzzati e formata dalle precedenti raccolte I sette messaggeri, Paura alla Scala e Il crollo della Baliverna nel 1958, viene a ragione considerata una “summa” del mondo poetico dello scrittore. Vi si trova rappresentata l'intera gamma dei suoi moti ispiratori, dalla suggestione metafisica all'orrore per la città, dallo straniamento sociale alla visione surreale della vita. Il taglio del racconto si presta ottimamente alla narrativa di Buzzati che, vero maestro della composizione breve, trasforma le situazioni banali e quotidiane in meraviglia, tragedia e mistero.
Altra opera degna di menzione è Un amore ( 1963 ), romanzo che però non è mai stato considerato positivamente dai critici. L'amore raccontato da Buzzati non è la passione travolgente fra due amanti, ma un sentimento sfrenato e non corrisposto. Antonio Dorigo, cinquantenne borghese del tutto irreprensibile, si innamora infatti di una giovanissima e capricciosa prostituta, Laide. Per lei Antonio cadrà pian piano in un baratro di bugie e umiliazioni, pur sapendo benissimo che la ragazza non ricambia il suo amore e che fra loro una relazione seria è impossibile. A fare da cornice alla storia, troviamo una Milano grigia e triste.
Infine va citato I miracoli di Val Morel, uno dei suoi ultimi scritti (risale infatti al 1971). Il libro è una raccolta di finti miracoli, attribuiti dall’autore a Santa Rita. Buzzati si e’ ispirato per quest'opera alla località di Valmorel, nei pressi di Belluno.

Tematiche e stile

A torto ritenuto dalla critica letteraria come uno “scrittore di un solo libro” (il suo capolavoro Il deserto dei Tartari), Buzzati ha forse raggiunto il suo culmine narrativo con la sua vasta produzione di racconti brevi. È innegabile tuttavia che egli, nella sua intera attività narrativa, sia rimasto fedele ad un ristretto gruppo di temi. Con uno stile fiabesco ed elegante ha affrontato sentimenti come l'angoscia, la magia, il mistero, la paura della morte, lo scorrere del tempo, l'attesa disperata di un'occasione che possa riscattare un'esistenza mediocre. I luoghi raccontati nelle opere di Buzzati sono allo stesso modo indicativi dei temi cari allo scrittore bellunese: la montagna (che rappresenta la solitudine), la città (la moltitudine), il deserto ( il senso dell'infinito).
Il grande protagonista dell'opera buzzatiana rimane comunque il destino, onnipotente e talora beffardo (come in Barnabo delle montagne e Il deserto dei Tartari); l'autore ha cioè un atteggiamento di “serena contemplazione” nei confronti del destino, accettandolo come padrone delle nostre esistenze in modo quasi fatalistico. Nello stesso modo lo scrittore legge anche i rapporti amorosi (nel romanzo Un amore il protagonista vive una storia d’amore illusoria e a senso unico).
La letteratura di Buzzati, così come la sua pittura, è stata almeno inizialmente influenzata dal Surrealismo. Essa, pur appartenendo al genere fantastico, ha talvolta presentato elementi comuni al filone horror e al teatro dell'assurdo, e questo ha portato la critica ad accostare il nome dello scrittore bellunese ad autori come Edgar Allan Poe e Franz Kafka. In particolare il paragone con lo scrittore boemo (confronto sorto dopo la pubblicazione de Il deserto dei Tartari, che effettivamente presenta un'irreale atmosfera di attesa simile a quella di opere kafkiane quali La metamorfosi e Il processo) fu sempre sgradito e rifiutato da Buzzati, che arrivò persino ad affermare “Da quando ho cominciato a scrivere, Kafka è stato la mia croce”. In realtà gli eventuali temi comuni tra i due sono dovuti solamente alla mentalità pessimista piuttosto diffusa nel Novecento, secolo in cui i grandi avvenimenti storici e politici (le due guerre mondiali, la nascita della societa’ di massa e dei regimi totalitari) portarono ad una crisi dei valori nei maggiori artisti e intellettuali dell'epoca.

Romanzi

  • Barnabo delle montagne, 1933
  • Il segreto del Bosco Vecchio, 1935
  • Il deserto dei Tartari, 1940
  • Il grande ritratto, 1960
  • Un amore, 1963

Racconti

  • I sette messaggeri, 1942
  • Paura alla Scala, 1949
  • Il crollo della Baliverna, 1957
  • Esperimento di magia, 1958
  • Sessanta racconti, 1958 (Premio Strega nel 1958)
  • Il colombre, 1966
  • La boutique del mistero, 1968
  • Le notti difficili, 1971

Teatro

  • Piccola passeggiata, 1942
  • La rivolta contro i poveri, 1946
  • Un caso clinico, 1953
  • Un verme al ministero, 1960
  • I suggeritori, 1960
  • La colonna infame, 1962

Altro

  • La famosa invasione degli orsi in Sicilia, 1945
  • Poema a fumetti, 1969
  • I miracoli di Val Morel, 1971

OLIO DI RICINO

Lo stub esistente è molto promettente, se si aggiunge qualche immagine e due o tre paragrafi il gioco è fatto.


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FIAT MULTIPLA

Quando me ne sono accorto non volevo crederci... su Nonciclopedia manca una pagina sulla FIAT MULTIPLA! Da fare assolutamente!


ZOMBIE

Regola N- Diffidate dallo stronzo sapputello

  • Se nel vostro gruppo c'é il classico stronzo che contesta tutte le scelte del leader e si crede l'unico a saper gestire il gruppo, vi conviene eliminarlo subito. Altrimenti potete star certi che tenderà a fare qualcosa di tremendamente stupido (come aprire le porte del rifugio agli zombie per scappare) nella situazione più inopportuno.

TIPICO ROMANZO GIALLO DI AGATHA CHRISTIE

  • I parenti sembrano andare tutti d'accordo ma dopo l'omicidio si scopre che tutti odiavano il morto.
  • La polizia è incapace e il caso viene risolto da una zitella rincoglionita o da un belga con dei baffi orrendi.

LA SOTTILE LINEA ROSSA

  • Sfottere il fatto che il regista ha fatto 4 film in 25 anni e passa.
  • Sfottere il fatto che i più famosi attori di Hollywood pur di esserci hanno recitato come comparse apparendo per venti secondi.
  • Sfottere il fatto che come in ogni film di guerra non c'è traccia di donne.

GRINDHOUSE- A PROVA DI MORTE

Grindhouse- A prova di morte è un'esilarante commedia del 2007 diretta da Quentin Tarantino, regista di perle comiche come Le iene e Pulp Fiction.
Il film narra delle vicende di Stuntman Mike, un simpatico e piacente stuntman che ha il vizietto di offrire passaggi alle ragazze per poi ucciderle shakerandole all'interno della sua auto pluri-rinforzata (ma solo dalla parte dell'autista).


CARCARLO PRAVETTONI

Qualora tu non abbia la più pallida idea su ciò di cui si parla in questa voce, dovresti fare un salto qui.
« E la lira s'impenna! »
(Carcarlo Pravettoni dopo aver svuotato il suo intestino)
Carcarlo Pravettoni mima le dimensioni del suo batacchio.

Carcarlo Pravettoni è una abile manager a capo della Carter & Carter. Figura di spicco dell'industria italiana, è noto in tutto il mondo per la sua integrità morale, tanto da essere stato nominato Ministro con Delega Speciale ai Lavori Sporchi dal governo Berlusconi.