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=== Gli Gnas ===
=== Gli Gnas ===
Un esempio di popolazione barbara è rappresentato dai '''Gnas''' che infestano da tempi immemori le valli dell'Agordino. Diffidenti e schivi, la loro presenza è necessaria all'umanità, data la loro propensione alla produzione di lenti che fabbricano incessantemente 24h su 24 dal lunedì al sabato. Giunto il dì di festa ([[sabato sera]]) da secoli i loro rutti echeggiano e rimbombano per le valli, testimoniando la loro esistenza e rassicurando il mondo... "da lunedì faremo ancora lenti". I nemici tipici dei Gnas sono i ''Saiock'' con i quali vengono intrapresi scontri rituali ([[quasi]]) non violenti detti "coppe chiosco", nel nome della Dea '''Cioka''', che entrambe le etnie venerano tentando di ingraziarsela, ingurgitando il maggiore volume possibile della sostanza votiva '[[Etanolo]]', prima di stramazzare al suolo o prendersi a legnate.
Un esempio di popolazione barbara è rappresentato dai '''Gnas''' che infestano da tempi immemori le valli dell'Agordino. Diffidenti e schivi, la loro presenza è necessaria all'umanità, data la loro propensione alla produzione di lenti che fabbricano incessantemente 24h su 24 dal lunedì al sabato. Giunto il dì di festa ([[sabato sera]]) da secoli i loro rutti echeggiano e rimbombano per le valli, testimoniando la loro esistenza e rassicurando il mondo... "da lunedì faremo ancora lenti". I nemici tipici dei Gnas sono i ''Saiock'' con i quali vengono intrapresi scontri rituali ([[quasi]]) non violenti detti "coppe chiosco", nel nome della Dea '''Cioka''', che entrambe le etnie venerano tentando di ingraziarsela, ingurgitando il maggiore volume possibile della sostanza votiva '[[Etanolo]]', prima di stramazzare al suolo o prendersi a legnate.

==== I Valbioisiani ====
Un'importante sottospecie di Gnas<ref>Se vivere vi fa schifo, chiamateli pure così</ref> sono i '''Valbioisiani''', cioè gli abitanti della Val Biois (Falcadini, Canalesi e Valladini). Essi tendenzialmente odiano tuttei gli altri gruppi etnici
{{quote|I Saiòk ie senza creanza, ki da Alleghe i pensa solke al giaz e al lak, ki da Cortina i ne ruba i clienti dele piste, i Gnas i ne invidia, i Alpagot i zerka de ne imità e ki da Lamon, i se magne i fasoi e i tase|Inno religioso della Val Biois}}
Le loro divinità principali sono la divina coppia di '''Cioka e Tabak''', il cui culto viene praticato in [[Bar|templi]] eretti nel centro del paese.

== Note ==

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[[categoria:Città d'Italia]]
[[categoria:Città d'Italia]]

Versione delle 12:41, 8 mar 2011

Belluno

(Stemma)

"Sani e grathie!"

(Motto)

Posizione geografica persa per sempre
Anno di fondazione non pervenuto, ma da Flavio Ostilio, ubriacone romano in preda ad un overdose di ectasy
Abitanti 30.000 belumat, 5.000 vacche e un branco di mufloni ingrifati
Etnia principale Homo alcool sapiens, ceterum nescens
Lingua in genere una. A volte biforcuta nelle femmine di mezza età note come "babe"
Sistema di governo Magistrato alla legna e ai boschi (a volte in provincia di Bolzano)
Moneta il baratto è ancora ampiamente diffuso in città
Attività principale Tirar nòt al bar
« Chela roba là no l'è dura gnanca da Nadàl (Natale) a San Stèfen! »
(Moglie a marito, a letto)
« Il cielo d'Irlanda si sfama di muschio e di lana »
(Fiorella Mannoia la prima volta che è stata a Belluno)
« Belluno ottiene l'autonomia! »
(Folgorato autoctono in sogno di una notte di mezza estate)
« "Dov'è Belluno?" In provincia di Cortina, perché? »
(Qualcuno a qualcun altro)

Fra le Prealpi e le bellissime Dolomiti si erge un agglomerato urbano che taluni si ostinano a chiamare città nonostante presenti ancora le caratteristiche di un paesetto montano. Stiamo proprio parlando di Belluno (in inglese Beautiful One). È sostanzialmente una località in culo al mondo, tanto che neppure nelle province limitrofe si è a conoscenza della sua esistenza. Per un tempo assai lungo è stato una zona di confine fra il mondo veneto e quello tedesco, tanto che ancora oggi molti turisti sono convinti che appartenga alla Provincia di Bolzano; i terroni sono profondamente convinti che tutto il Veneto sia in provincia di Napoli; i cortinesi invece sostengono che è in provincia di Cortina: non è raro vedere le due fazioni prendersi rispettivamente a immondizia e a palle di neve mentre ne discutono amichevolmente. Nel 1404 è invece stata annessa alla Serenissima, e spacciato per veneta. Sono appunto i veneti per primi a dire che là non fa provincia, o perlomeno che non è etnicamente veneto in quanto non si riesce nemmeno a comprendersi parlando.

La posizione di Belluno alle 11.37 del 15/02/2011.

Storia

Si dice che dalla preistoria fino al 1404 i bellunesi controllassero il settore import-export dei traffici di ferro con l'oltralpe, imparando a masticare la pirite e sputare acciaio. Sono rinomate le spade bellunesi. Dopo l'annessione alla Serenissima, la Provincia di Belluno è diventata una piccola colonia veneta, utile per la fornitura di legname. I tronchi, imballati in zattere prefabbricate con sofisticate macchine a poliuretano espanso, venivano trasportati lungo il corso del Piave da mitologiche creature chiamate "Zattieri". I viaggi titanici di questi strani esseri sono narrati su tavolette di pietra in caratteri cuneiformi Sumeri rinvenibili da chiunque direttamente sul greto del fiume ormai sempre in secca. Sebbene siano così ben conosciute le loro imprese per la consegna del legname a Venezia, rimane avvolto nei sette misteri gaudiosi il loro ritorno tra le montagne. Dopo aver studiato le orme dei tronchi lasciate lungo il corso del Piave, Piero e Alberto Angela hanno concluso che molto probabilmente gli zattieri tornavano a Belluno nuotando contro corrente alternando lo stile libero allo stile salmone. Per la loro grande puntualità nelle consegne, gli zattieri godono ancora oggi di grande fama nella città che, nonostante si siano estinti, li festeggia ogni anno in un derby del cuore "Partigiani vs Zattieri". Il legname consegnato serviva per l'arsenale veneziano, per il pagamento di tributi e per farsi bruciare in nome della difesa contro Carlo IV d'Asburgo. Ancora oggi vi sono dei moti nazionali per rivendicare l'autonomia della Provincia.

Geografia

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Via Vittorio Veneto.

La parte alta della Provincia è completamente montuosa e abitata dai ladini. Sono una tribù probabilmente autoctona che parla un idioma che tutti reputano incomprensibile, quasi come l'italiano. Verso l'Alpago, nella Riserva del Cansiglio, vengono conservati in vitro alcuni resti dei Cimbri. La parte bassa è costituita dalla larga valle del Piave. Resta un mistero l'amministrazione del territorio: gli studiosi pensano sia in provincia di Bolzano (Bellunese), la maggioranza della popolazione italiana pensa sia in provincia di Cortina, mentre Venezia è convinta che appartenga al Magistrato alla Legna e ai Boschi. Alcuni autoctoni parlano di un luogo oscuro che loro stessi chiamano "Alpago"; Tolkien a suo tempo vi si ispirò e creò Mordor.

Economia

I bellunesi sono abituati a lavorare continuamente e a prenderlo sempre in culo dal resto del Veneto, nonché dalle vicine regioni autonome, soprattutto dal Trentino Alto Adige. Le industrie sono prevalentemente meccaniche e lattiero-casearie. Importante la presenza del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e di un settore di volontari e piccole imprese che riescono ad arginare i danni delle catastrofi naturali prima ancora che arrivino i soccorsi.

Etnie

Nella provincia di Belluno convivono molte diverse etnie e popolazioni.

I Pagòt

Nella parte a est ci sono dei montanari vecchi e cocciuti che si sono barricati su per una montagna e quando qualcuno va lì per fare amicizia lo cacciano a sassate. Questi amichevoli tizi abitano in Alpago (Pagottolandia o Alpagonia) e vivono nelle loro caverne scavate nella roccia carsica tipica del luogo che si differenzia dal resto della provincia, dove le montagne sono fatte di dolomite. Questa caratteristica ambientale rende l'Alpago il luogo meno interessante del pianeta Terra (sì, è meno interessante anche dell'Isola d'Elba). Gli abitanti sono tutt'oggi chiamati "pagòti" o "pagòt". La loro evoluzione cerebrale è pari a quella di un australopiteco nano antropoide, ma negli anni si sono organizzati e hanno imparato come usare le clave (l'oggetto che serve ad attaccare la clava alla cintura si chiama 'portaclave'). La leggenda narra che il capo tribù, un tempo, era l'unico in grado di saper usare un trattore. Col passare degli anni, un dittatore (tal Toni Buio), riuscì a purificare la razza imbastardendola con dei "saiok" (vedi sotto). Da allora l'unico mezzo di trasporto dei pagòt è il trattore che loro usano per fare di tutto (dall'arare il campo all'andare a messa la domenica mattina). Spesso li si vede girare in branchi canticchiando la loro tipica canzoncina: "sono sporco e non mi lavo perché vengo dall'alpago" mentre si dirigono al cinema a guardare "Dalla Cina con furore e dall'Alpago col trattore"

I Belumàt

Ponte degli Alpini.

Da secoli incontrastati dominatori della valle che dal capoluogo prende il suo nome, i belumàt sono famosi per essere talmente aperti di mentalità e rispettosi delle diversità da essere degli 'amiconi' per antonomasia. Inutile elencare tutti i nemici che hanno gli abitanti di Belluno: i feltrini li odiano per la sede della Diocesi, i pagotti perché li reputano troppo colti e snob, i trevisani perché li trovano troppo rozzi, i cadorini perché inquinano la montagna, i vittoriesi perché sono troppo ecologisti, gli agordini non sanno nemmeno loro perché, gli ampezzani per quel triste "BL" (che poi, in fondo, sta a 60 Km!) stampato sul culo del Cayenne! Dal canto loro, i bellunesi riempiono di lodi e complimenti i propri vicini di casa: i feltrini sono nemici storici, i pagotti sono sporchi e cimbri, i trevisani "co che i vien su la montagna la é sua de lori, no?", i vittoriesi perché sono trevisani, gli agordini perché hanno le pezze al culo, gli ampezzani perché sono dei montanari arricchiti. Sarebbe eterno l'elenco della gente che si detesta per ragioni geografiche tra i bellunesi, antiche faide tra sinistra e destra Piave si sono spente soltanto qualche decina d'anni or sono, qualcuno parla di inimicizie anche tra Oltrardo e Resto del Mondo. Con una cosa il bellunese andrà sempre d'accordo: l'alcool. Amico e confidente, non importa con chi tu sia, se sei sbronzo puoi diventare socievole (e non odiare!) perfino con un feltrino, salvo poi ritrovarti con una cirrosi a 40 anni...

I Feltrini

Nella parte sud della provincia vivono i cosiddetti "feltrini". Essi si differenziano dagli altri per il tipico colore rosso del viso. Infatti, data la presenza nel loro territorio di una birreria famosa in tutto il Veneto per le leggendarie sbronze degli avventori, bevono birra 65 ore al giorno e tornano a casa pesantemente ubriachi. Passando da queste parti, in particolare nei dintorni del già citato locale, non è raro vedere brave ragazze che si azzuffano tra di loro fornendo la fantastica visione dei loro perizomi, nonché personaggi che vomitano vestiti da cowboy gay. Il loro idioma è un misto tra il bellunese stretto e il dialetto "gnas" tant'è che molti ornitologi stanno ancora cercando di tradurre certi vocaboli incomprensibili anche tra i feltrini di paesi limitrofi.

I Lamoi

Vanno distinti dai feltrini gli abitanti di Lamon, esseri quasi mitologici che hanno imparato a vivere nell'isolato altipiano coltivando e cibandosi solamente di fagioli; l'isolamento ha però portato questa popolazione a parlare una lingua incomprensibile denominata "Lamonàt".

I Saiok

Da ricerche condotte dai Laboratoit Garnier®, alcuni abitanti del centro a Belluno, nei comuni di Belluno, Sedico, Santa Giustina, Sospirolo e San Gregorio nelle Alpi si ritengono "normali", considerando rozzi e arretrati gli abitanti del resto della provincia, accogliendoli in "città" con l'espressione "Atu vist i malghèr?". Spesso evitano di mischiarsi con le razze barbare inferiori che talvolta calano dal nord, comunicando in un linguaggio misterioso che taluni in provincia definiscono come "Taliàn". Infatti la caratteristica che distingue i normali dal resto delle etnie è il saper usare correttamente la lingua italiana. Si narra che molti "normali" furono uccisi dai barbari negli anni '50 e '60 del secolo scorso perché, parlando in italiano anziché in dialetto, vennero accusati di stregoneria e giustiziati pubblicamente.

Gli Gnas

Un esempio di popolazione barbara è rappresentato dai Gnas che infestano da tempi immemori le valli dell'Agordino. Diffidenti e schivi, la loro presenza è necessaria all'umanità, data la loro propensione alla produzione di lenti che fabbricano incessantemente 24h su 24 dal lunedì al sabato. Giunto il dì di festa (sabato sera) da secoli i loro rutti echeggiano e rimbombano per le valli, testimoniando la loro esistenza e rassicurando il mondo... "da lunedì faremo ancora lenti". I nemici tipici dei Gnas sono i Saiock con i quali vengono intrapresi scontri rituali (quasi) non violenti detti "coppe chiosco", nel nome della Dea Cioka, che entrambe le etnie venerano tentando di ingraziarsela, ingurgitando il maggiore volume possibile della sostanza votiva 'Etanolo', prima di stramazzare al suolo o prendersi a legnate.

I Valbioisiani

Un'importante sottospecie di Gnas[1] sono i Valbioisiani, cioè gli abitanti della Val Biois (Falcadini, Canalesi e Valladini). Essi tendenzialmente odiano tuttei gli altri gruppi etnici

« I Saiòk ie senza creanza, ki da Alleghe i pensa solke al giaz e al lak, ki da Cortina i ne ruba i clienti dele piste, i Gnas i ne invidia, i Alpagot i zerka de ne imità e ki da Lamon, i se magne i fasoi e i tase »
(Inno religioso della Val Biois)

Le loro divinità principali sono la divina coppia di Cioka e Tabak, il cui culto viene praticato in templi eretti nel centro del paese.

Note

  1. ^ Se vivere vi fa schifo, chiamateli pure così