Scapigliatura

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« U! U! Ho io scritto questa lettera terribile, questa vocale spaventosa? L'ho io delineata esattamente? L'ho io tracciata in tutta la sua esattezza tremenda, co' suoi profili fatali, colle sue due punte detestate, colla sua curva abborrita? Ho io ben vergata questa lettera, il cui suono mi fa rabbrividire, la cui vista mi riempie di terrore? Sì, io l'ho scritta. Ed eccovela ancora:U »
(Tarchetti in versione masochista mentre tenta di farsi passare per un gran figo)
Fosca, ideale estetico degli Scapigliati

Dicesi Scapigliatura l'atto e l'effetto di appartenere a una corrente letteraria senza avere il minimo talento per la scrittura.
Per estensione possono definirsi scapiglaiti tutti coloro che, essendo degli sfigati cronici rifiutati persino dal Circolo della canasta, si inventano un genere che naturalmente conosceranno solo loro e i loro amichetti immaginari per darsi un tono da stronzo maledetto ma in fondo buono e vittima di questo mondo crudele e inappetente e cuccare gnocca. Logicamente facendo leva sull'ignoranza e sulla disperazione di alcune donne.
Il riferimento continuo e morboso a temi gioviali quali morte, malattia, degrado sociale e orticaria, accompagnato dall'abuso di sostanze psicotrope e a una buona dose di "fottosega", ha permesso alla Scapigliatura di guadagnarsi un posto nei programmi ministeriali di italiano e nel cuore degli adolescenti in piena mania di onnipotenza.
Ed è questa l'unica ragione per cui codesto articolo esiste.
Per il resto dell'universo, invece, l'esperienza della scapigliatura è quella che si prova difronte allo specchio la mattina.