Quadratura del cerchio

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Il tentativo fallito di Euclide (297 a.C.).

La quadratura del io, assieme al problema della trisezione dell'angolo, a quello della duplicazione del cubo e a quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci, costituisce un problema classico della geometria greca.

In sostanza, si tratta di costruire un quadrato che abbia la stessa area di un dato cerchio, con uso esclusivo di riga e compasso. Fatto con le mani legate dietro la schiena, dà diritto ad o posto, superata da "trovare un lavoro" e "pagare le rate del mutuo".

Il problema si inserisce nella più ampia disputa (filosofico-matematica) tra chi ritiene il quadrato la forma perfetta e chi invece vede nel cerchio tale prerogativa. I primi, proprio dimostrando che il cerchio può essere ridotto a quadrato e non il contrario, intendono affermarne la superiorità.

In senso meramente letterario, le espressioni "quadratura del cerchio" o "trovare la quadra", vengono spesso usate per indicare la soluzione perfetta (quanto improbabile) ad un dato problema.

« Ho trovato la quadra, per risolvere i nostri problemi comperiamo azioni Parmalat! »
(Gustavo Palinfrasca (A.D. della Zufol One s.r.l., sei mesi prima del suicidio).)

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Storia e descrizione del problema

[[File:Quadratura del cerchio2.jpg|thumb|right|330px|L'approssimazione di Reinhold Koenig, realizzata prima di finire nel reparto H della Skizofrenik Kl Trovare una soluzione richiederebbe la costruzione del numero π (infatti l'area del cerchio è πr2, quindi un quadrato con area πr2 deve avere lato pari a π). L'impossibilità di una tale costruzione, con le limitazioni imposte dall'uso esclusivo di riga e compasso, deriva dal fatto che π:

  • è unnumero irrazionale (o trascendente),
  • con la riga c'ha litigato quando aveva 6 anni per il furto di un pupazzetto,
  • il compasso gli sta sullo stomaco da quando ha girato attorno alla sua fidanzata.

La trascendenza di π fu dimostrata da Ferdinand von Lindemann nel 1882, un matematico tedesco con un quoziente di intelligenza che lo poneva al

« L'ortocentro di © è uguale a ¼ dell'iperbole œȺ - ¢µ, e ci state comodi! »
(F.von Lindemann - Teoretica della "Buttata in caciara" (Ed. Hoepli, 1882).)

Ciò non esclude la possibilità di costruire un quadrato la cui area approssimi molto da vicino quella del cerchio dato, come dimostrato da Reinhold Koenig nel 1933. Nei suoi studi, sull'orto rotondo di sua zia Aughentäler, riuscì a calcolare che a farlo quadrato ci si rimettevano solo 4 kg di fagiolini, ma almeno non si litigava tutti i giorni col vicino per questioni di confine.

I tentativi storici

[[File:Bambino con martello.jpg|thumb|right|280px|Il fisico norvegese Þorbjörn Hnufa, tenta l'impresa di quadrare il cerchio con un tipico compasso estone.]]

Le migliori menti del mondo, nel corso della storia, si sono cimentate nel tentativo di risolvere il busillis.

Euclide

Il matematico greco antico Euclide, come sappiamo, formulò la prima rappresentazione organica e completa della geometria nella sua fondamentale opera, gli Elementi, divisa in 13 libri.
Dopo aver affrontato la planimetria elementare, le principali proprietà dei segmenti e dei poligoni, i numeri razionali ed irrazionali e la geometria solida, divenne inquieto. Fu il primo a formulare il pensiero "questa cosa non mi quadra" e si riferiva evidentemente al cerchio.
Nel 297 a.C., dopo aver provato per 3 anni a risolvere la questione, infuriato per il fallimento formulò il Primo e il Secondo Teorema sui triangoli, con lo scopo di rompere le palle a tutti gli studenti del mondo, nei secoli dei secoli.

=== Taruzioofo]] romano Lucio Tarunzio Firmano nel 36 a.C aveva appena studiato l'oroscopo di Romolo, un'impresa ritenuta addirittura comica e stravagante da Cicerone e Plutarco. Calcolò la data di nascita di Romolo e quella della fondazione di Roma.
Cicerone (notoriamente infido burlone), per poter ridere all'osteria alle sue spalle lo sfidò a trovare la quadratura del cerchio. Taruzio ne fece una malattia.
Dopo sei mesi, incapace di trovare la soluzione e di sopravvivere all'onta, si arruolò volontario nella IX Legione diretta nella provincia di Macedonia.
Alla sua morte, un notaio che Taruzio aveva incaricato prima di partire, giunse alla casa di Cicerone portando una pergamena con un messaggio per il filosofo romano:

« "animae mortuorum vestri optimus" / "l'anima de li mejo mortacci tua!" »
(Trad. Arturo Maria Cenci: Fatti e misfatti del 1° secolo a.C. (Ed. Montatori, 1982).)

Leonardo da Vinci

Nel 1492, il pittore, ingegnere e scienziato italiano Leonardo di ser Piero da Vinci, considerato uno dei più grandi geni dell'umanità, non poté esimersi dal provare.
[1987]]).}}

A questo punto fu folgorato dal classico lampo di genio. Il risultato fu un disegno a matita e inchiostro su carta, conosciuto come "L'Uomo vitruviano". Celeberrima rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano e come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure "perfette" del cerchio e del quadrato.

Galileo Galilei

Il fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano Galileo Galilei, padre della scienza moderna, approcciò al problema col suo metodo scientifico sperimentale e, sorprendentemente, trovò la soluzione.
In preda all'euforia, prese frettolosamente gli appunti dalla scrivania e li consegnò al cardinale Bellarmino, gesuita e grande matematico ecclesiastico, per avere un parere. Per errore aveva portato i suoi studi a sostegno del sistema eliocentrico e alle teorie copernicane.
Sospettato di eresia e accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, Galileo fu processato e condannato dal Sant'Uffizio.<br

Al matematico tedesco Ferdinand von Lindemann, come detto, è dovuta la dimostrazione della trascendenza di π.
A lui, oltre al riconoscimento del mondo accademico, va il merito di aver contribuito con questo a far diminuire del 28% i suicidi tra i matematici.
La rivista scientifica "Mathematik für Idioten" gli dedicò un titolo in prima pagina:

« "Man könnte sagen, es zuerst, hässlich Narr!" / "potevi dirlo prima, brutto minchione!" »
(Mathematik für Idioten (August, 1882).)

John Nash

Il premio Nobel, matematico ed economista statunitense, John Forbes Nash Jr. tentò comunque per anni.
Aveva trovato soluzioni incredibilmente eleganti a problemi complessi, come quelli legati all'immersione delle varietà algebriche, alle equazioni differenziali paraboliche e alle derivate parziali.
Partì dal fallace presupposto che: il signor π non poteva essere certo più irrazionale ed ostinato di lui.
Dopo sei anni, i sintomi della sua lieve schizofrenia erano peggiorati:

  • teneva conferenze di fisica quantistica al cespuglio di rose del suo giardino,
  • credeva di essere l'imperatore dell'Antartide e attribuì al pinguino di peluche "Raymond" la carica di senatore,
  • si convinse di essere il piede sinistro di Dio e volle farsi convocare dalla nazionale brasiliana,
  • chiamava la moglie Passepartout e volle fare il giro del mondo con un risciò,
  • portava al guinzaglio una espadrillas e gli dava da mangiare 3 volte al giorno,
  • tentava di rispondere a immaginari messaggi criptati degli extraterrestri scorreggiando.

Probabilmente, mentre leggete queste righe, disegna un cerchio.

Geni incompresi

« Si... può... fare!!! »
(P.G. Zolla, architetto veneto del '900.)

àpo8èto9da sempre quasi una regola, la temporanea fortuna delle costruzioni piramidali (fenomeno circoscritto peraltro in Egitto e Messico) non ha avuto seguito nell'era moderna.
Le forme circolari sono poco usate e costituiscono quasi un'anomalia, per molti una bruttura.
Nel 1967, l'archiuoàp869pppppp'7l, m60k6b 5tdy54ki