Gerald Ford

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Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Gerald Ford
« Non c'è alcuna dominazione sovietica nell'Est europeo. »
(Gerald Ford su imbarazzante rifiuto di accettare la realtà)
« Ford non è capace di camminare e masticare una gomma contemporaneamente. »
(Stephen Hawking su Gerald Ford)

Gerald Rudolph (The Red Nosed Reindeer) Ford Focus, nome d'arte di Leslie Lynch King (Obama, 14 luglio 1913Los Angeles Lakers 26 dicembre 2006), è stato un clochard che nel 1974 si è intrufolato nella Casa Bianca e si è impadronito della carica (in quei giorni incustodita) di presidente degli Stati Uniti d'America.

Gli inizi di un uomo che non si è mai sentito dire: "Ragazzo, tu farai strada!"

Gerald Ford nel pieno della giovinezza...

Nato in una povera famiglia contadina del Nebraska, Gerald Ford passò l'infanzia a spalare letame finché all'età di diciott'anni si rese conto che un campagnolo rozzo e ricoperto di merda (per quanto non sua) non rappresenta una particolare fonte di attrazione per il sesso femminile. Addirittura, subito dopo, capì anche il motivo per cui nessuno aveva mai voluto mangiare di fianco a lui per tutti quegli anni.
Pertanto, decise di rivoluzionare il suo stile di vita e, dato che non si riteneva sufficientemente abile per fare l'elettricista o l'imbianchino, optò per qualcosa di più semplice e si iscrisse all'Università di Yale. A quei tempi [1] solo due categorie di studenti riuscivano a venire ammessi nella prestigiosa università: i secchioni sociopatici e gli sportivi ignoranti come capre, ai quali era permesso copiare dai primi durante gli esami, perché garantivano alla scuola un sacco di trofei.
Non sappiamo a quale delle due categorie appartenesse Gerald Ford, fatto sta che nel 1941 si laureò in legge e vinse il campionato nazionale universitario sia di nuoto che di baseball.
Spinto dall'abile opera statunitense di propaganda dal forte attaccamento alla patria, l'imberbe Ford si arruolò volontario durante la seconda guerra mondiale, ma non finì mai in prima linea perché durante un'esercitazione con le bombe a mano riuscì nell'impresa di lanciarsene una nei pantaloni.
Mentre aspettava nell'ospedale militare che una laboriosa ricostruzione chirurgica gli permettesse di riappropriarsi di quel tessuto molle volgarmente detto "culo", Gerald Ford maturò l'idea di buttarsi in politica [2] una volta terminato il sanguinoso conflitto.
"Dopotutto", soleva ripetere ai suoi compagni di stanza, "i politici di oggi sono dei buffoni incapaci, paurosi e corrotti. Certo, io non sono corrotto, ma posso imparare."

La carriera politica, ossia come diventare qualcuno senza avere il benché minimo talento

...e dopo aver insediato le sue monolitiche chiappe nello Studio Ovale.
Da notare con quale fermezza Ford stringeva il bracciolo della sedia, forse perché come John Wayne non riusciva a stare in equilibrio se non era appoggiato a qualcosa.

Una volta rimessosi, Gerald Ford iniziò la sua scalata al potere: nel 1949 noleggiò una divisa da fattorino, entrò nella sede del Congresso a Washington con la scusa di dover consegnare un pacco e si introdusse di nascosto nella Camera dei rappresentanti, dove occupò una poltrona di un parlamentare repubblicano andato un attimo al cesso.
Da allora nessuno riuscì più a schiodarlo da quella carica, tanto che conservò tale incarico in altre 12 elezioni congressuali spiccando sempre per il suo talento nel rubare le idee altrui spacciandole per proprie. Negli anni '60, tuttavia, le cose per i repubblicani cominciarono ad andar male, e ne è una riprova il fatto che Ford venne giudicato il "meno peggio del partito" e candidato a potenziale vicepresidente per ben due volte: insomma, niente male, per uno che ogni mattina impiegava diciassette minuti ad allacciarsi le scarpe.
E Gerald Ford portava solo mocassini.
Dato che la fortuna, quando ci si mette, oltre a essere cieca è pure stronza, quella sagoma di Ford venne davvero scelto come vicepresidente nel 1973 da Richard Nixon, il quale voleva sostituire il dimissionario Spyro Agnew con un politico-fantoccio abbastanza patetico da suscitare l'ilarità nei cittadini americani e troppo incapace per sognare di fargli le scarpe. Sotto questo criterio di giudizio, la scelta di Nixon si rivelò azzeccata.
Peccato che il presidente non avesse previsto di dover dare le dimissioni di lì a breve (a causa di una ridicola quisquilia chiamata scandalo Watergate), lasciando quindi le sorti del Paese in mano a Gerald Ford: praticamente era come regalare un accendino a un bambino scemo lasciandolo libero di giocare in una fabbrica di fuochi d'artificio!
Divenuto il trentottesimo presidente degli Stati Uniti, Ford affrontò comunque in modo invidiabile la crisi successiva al clamoroso scandalo, infondendo nella cittadinanza un senso di calma e protezione. Lui stesso era convinto di essere su Scherzi a parte.
Ecco il toccante discorso pronunciato da Gerald Ford il 9 agosto 1974, giorno del suo giuramento come massima carica dello Stato:

« Cari americani e carissime americane, mi presento: mi chiamo Gerald Ford, ma voi potete chiamarmi semplicemente Presidente degli Stati Uniti. Oppure Gerry.
Sono lieto di annunciarvi che il nostro lungo incubo nazionale è finito, e ve lo dimostrerei volentieri esibendomi in una mazurca improvvisata, ma purtroppo stamane sono caduto mentre masticavo una gomma e ho le ginocchia tutte scorticate. Ma basta parlare di politica estera, anche perché per bombardare i paesi asiatici c'è sempre tempo.
So che la verità è la colla vinilica che tiene insieme il governo, per cui voglio essere sincero con voi e confessarvi che i capelli li taglio corti perché soffro di calvizie. Ah, già, porto pure la panciera.
So che non mi avete eletto, in primo luogo perché non mi sono mai candidato a presidente e in secondo luogo perché sareste stati dei veri imbecilli a riporre in me la vostra fiducia: del resto sono così rincitrullito che a malapena riesco a leggere questo discorso scritto dal mio segretario spacciandolo per mio.
Ad ogni modo, ritengo sia meglio rimandare a un altro luogo la descrizione delle mie qualità come giocatore di baseball. Passando alle cose serie, voglio innanzitutto sfatare questa falsa ma diffusa leggenda metropolitana secondo cui il nostro amato Paese starebbe attraversando una crisi economica.
Per cui, datemi il vostro appoggio pregando per me, e forse riuscirò a finire il mio mandato e a ritirarmi nel mio ranch in California senza incrementare ulteriormente il già gigantesco debito pubblico. »

Le dure scelte dell'attore del regista del produttore di auto del presidente Ford

Gerald Ford disteso davanti alla scaletta dell'aereo presidenziale: forse cerca una lente a contatto che gli è caduta sul tappeto, oppure più probabilmente ha appena fatto una colossale figura di merda destinata a restare nella storia.

La parentesi come presidente degli Stati Uniti di Gerald Ford fu così significativa che non sfigurerebbe in un ipotetico Manuale del buon Capo di Stato.
Ma alla voce "Cose da non fare se si vuole essere amati dagli elettori".
Da persona umile e analfabeta qual era, Ford scelse di mantenere un profilo basso, ma così basso che arrivò addirittura a nascondersi sotto la scrivania sperando di non venir trovato quando i suoi collaboratori sottoponevano alla sua attenzione leggi e riforme di cui lui, poveretto, manco sapeva sillabare il nome.
Il suo gesto più coraggioso e criticato fu senz'altro quello di cancellare ogni addebito penale all'ex-presidente Richard Nixon riguardo allo scandalo Watergate, motivando la sua scelta con un:

« Nixon è un brav'uomo, lo conosco da una vita e mi sembra inutile condannarlo solo perché è stato beccato a letto con tre squillo. In fin dei conti la carne è debole e... Cosa? Non lo stanno processando per quella storia delle squillo? E allora di cosa è accusato? »

Come buonuscita per l'ottimo lavoro svolto, Ford garantì inoltre a Nixon una pensione vitalizia di un milione di dollari mensile e l'uso gratuito del jet presidenziale.
Per questo discutibile provvedimento, Gerald Ford viene ancora oggi ricordato come L'uomo che graziò Nixon, ma anche come Il coglione che invece di camminare rotola e Speriamo che arrivi presto il 1977 così cacciamo via questo imbecille. Sul significato degli ultimi due soprannomi gli esperti di sociopolitica sono tuttora discordi.

Essendo l'unico presidente non eletto dal popolo (in quanto la nomina di Ford era stata approvata solo dal Congresso e dal Partito Femminista Americano [3]), Gerald Ford fu osteggiato duramente sia dall'opposizione che dai suoi stessi alleati, e divenne oggetto di angherie di ogni sorta: è rimasta celebre in particolare quella foto in cui si nota un parlamentare democratico che attacca di soppiatto sulla schiena del presidente un foglio con scritto "Prendetemi a calci".
Alla sua impopolarità contribuirono inoltre una serie di figuracce memorabili, tra cui:

Il peggior nemico di Gerald Ford: non l'Urss, come si potrebbe pensare, bensì il chewingum.
  • La clamorosa caduta dalle scalette dell'aereo presidenziale all'arrivo all'aeroporto di Vienna: questo episodio rese celebre la caustica frase coniata dal suo acerrimo rivale Lyndon B. Johnson, secondo il quale "Ford non è capace di camminare e masticare una gomma contemporaneamente".
    Dopo essere venuto a conoscenza di questa perfida battuta, il presidente rispose piccato: "Beh, almeno ho imparato a scartare le gomme, prima di masticarle. Non è abbastanza?"
  • La visita al pontefice: Gerald Ford, notando che Paolo VI lo riceveva da solo e ignorando che il voto di castità è alla base della carriera ecclesiastica cattolica, come prima cosa chiese al papa: "Come mai non è presente la signora? Si sente male, per caso? Le porga i miei omaggi".
  • La Commissione Warren: chiamato a far parte della commissione creata allo scopo di far luce sull'omicidio di John Fitzgerald Kennedy, Ford si addormentò dopo aver letto poche righe del verbale, si svegliò dopo tre ore e accusò davanti alla stampa la vedova Jacqueline Kennedy di essere il vero mandante del delitto.
  • Il benvenuto dato al primo ministro dell'India in visita agli Usa: Ford ricevette il diplomatico straniero dopo essersi pitturato le guance di nero col lucido da scarpe, urlando a squarciagola "Augh!" e promettendo che si sarebbe impegnato al più presto per migliorare le misere condizioni di vita dei pellerossa segregati nelle riserve.

Il suo operato politico fu quindi così sconfortante che, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, alla vigilia delle elezioni del 1976 i democratici erano sicuri di vincere. Ciononostante, con la loro consueta abilità nel mandare tutto a puttane [4], questi ultimi riuscirono quasi a perdere perché ebbero la geniale trovata di candidare come rappresentante del partito quel figurino di Jimmy Carter.
Nel 1980 il futuro presidente repubblicano Ronald Reagan propose a Ford di concorrere per la vicepresidenza, ma egli rifiutò l'incarico con la classica scusa "Esco un attimo a comprare la sigarette" e si ritirò a vita privata. Da allora non si ebbero più sue notizie, anche perché Ford non sapeva usare i telefoni e aveva paura dei computer, che da buon conservatore riteneva immorali.
Gerald Ford morì all'età di 93 anni nella sua abitazione a Los Angeles, stroncato da un male incurabile: la stupidità.
Nel tentativo di masticare l'ennesimo chewing gum infatti inghiottì la dentiera e soffocò. Le sue spoglie sono sepolte nel Gerald R. Ford Museum a Disneyland.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Gerald Ford è il presidente degli Stati Uniti che detiene il record di cadute dalle scalette dell'aereo presidenziale, ma non quello di maggior numero di salatini ingoiati in un colpo solo.
  • Gerald Ford è anche l'unico presidente americano che non ha mai subito attentati, non perché fosse benvoluto ma perché i suoi nemici hanno probabilmente pensato che si sarebbe tolto di mezzo da solo semplicemente camminando.
  • Ford fu Membro del Congresso per 24 anni e dichiarò più volte di non aver mai voluto correre per la nomination presidenziale: il suo maggiore sogno politico era, infatti, quello di diventare commentatore degli incontri di Wrestling.
  • Ford, nei suoi ultimi anni di vita, ha confessato di aver accettato controvoglia la gravosa carica di presidente degli Stati Uniti, e che la cosa che lo ha maggiormente messo in difficoltà nel corso del suo breve insediamento alla casa Bianca è stato il riuscire a smettere di pisciare per terra durante le riunioni col suo Capo di gabinetto.

Voci correlate

Preceduto da:
Quello mandato via a calci in culo
1969 - 1974
Gerald Ford
Presiniente degli Stati Uniti
1974 - 1977
Succeduto da:
Il Re delle Noccioline
1977 - 1981

Note

  1. ^ Ma anche adesso
  2. ^ Si sa che la noia spinge anche le menti più brillanti ai pensieri peggiori...
  3. ^ Cosa che depone a sfavore della bontà del suffragio universale
  4. ^ Vedi anche le elezioni 2008, in cui i candidati democratici erano una donna (!) e un negro(!!!)
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