Ágota Kristóf: differenze tra le versioni
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''Vecchia del cazzo'' è un clamoroso successo editoriale e le spalanca le porte dello show business. Ágota si dà alla vita dissoluta, collezionando sveltine nel sottoscala con intellettuali del calibro di [[Boris Pasternak]], [[Umberto Eco]], [[Martufello]] e il cugino scemo di Martufello. Ormai è così famosa che inizia a essere fermata per strada, per lo più da [[tossicodipendente|tossicodipendenti]] alla ricerca di spiccioli.<br />Nel [[1999]] i figli, dopo anni di indifferenza, la accusano a mezzo stampa non solo di averli abbandonati ma anche di averli fatti castrare. È l'inizio di un velenoso [[processo]] che vedrà la scrittrice sconfitta e privata di ogni avere, tra cui il [[tanga]] leopardato di Umberto Eco. |
''Vecchia del cazzo'' è un clamoroso successo editoriale e le spalanca le porte dello show business. Ágota si dà alla vita dissoluta, collezionando sveltine nel sottoscala con intellettuali del calibro di [[Boris Pasternak]], [[Umberto Eco]], [[Martufello]] e il cugino scemo di Martufello. Ormai è così famosa che inizia a essere fermata per strada, per lo più da [[tossicodipendente|tossicodipendenti]] alla ricerca di spiccioli.<br />Nel [[1999]] i figli, dopo anni di indifferenza, la accusano a mezzo stampa non solo di averli abbandonati ma anche di averli fatti castrare. È l'inizio di un velenoso [[processo]] che vedrà la scrittrice sconfitta e privata di ogni avere, tra cui il [[tanga]] leopardato di Umberto Eco. |
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Ágota Kristóf passa i suoi ultimi anni in solitudine, accudita soltanto dal fedele Genesio, un [[brufolo]] che le era spuntato sulla fronte. Muore |
Ágota Kristóf passa i suoi ultimi anni in solitudine, accudita soltanto dal fedele Genesio, un [[brufolo]] che le era spuntato sulla fronte. Muore a Neuchâtel ([[Savona]]) per un'overdose di [[Zigulì]]. |
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== Trilogia della città di K. == |
== Trilogia della città di K. == |
Versione delle 19:47, 2 mar 2013
Ágota Kristóf è stata la risposta ungherese ad Agatha Christie, la quale giura e rigiura di non averle chiesto niente.
Scrittrice, poetessa e testimonial Prozac in una serie di celebri pubblicità degli anni '80, è stata insignita del prestigioso Prix Schiller alla letteratura e del titolo di culona inchiavabile ben prima di Angela Merkel.
Ágota Kristóf ha legato indissolubilmente il proprio nome alla trilogia della città di K. e a quel video su YouTube in cui limona con Milan Kundera.
Vita
La sua vita si rivela fin dall'inizio un alternarsi di disgrazie e di botte di sfiga. Nasce a Csikvánd di Sopra, un villaggio dell'Ungheria privo di stazione, di elettricità, di telefono e soprattutto di ostetriche: è Ágota stessa a eseguire il parto cesareo che la porterà alla luce.
I genitori, gestori di un avviato allevamento di sassi, vorrebbero che la figlia portasse avanti la loro attività e vedono di cattivo occhio il suo fastidioso vezzo di voler imparare a leggere. Proprio per volere dei genitori, convola a nozze con il ragazzo più ricco del villaggio, un imbalsamatore di pantegane di 66 anni. Il matrimonio, dal quale nascono tre adorabili Weimaraner a pelo corto, non è però felice e Ágota decide di tornare single inscenando la propria morte sotto una valanga.
Emigrata in Svizzera per scampare alla persecuzione del fisco, lavora in un ristorante e si dedica con convinzione alla scrittura. La sua prima opera, ancora grezza nello stile, è 3 bionde medie 1 Coca grande 2 hamburger 1 toast con salsa rosa.
Pubblica poi a proprie spese una raccolta di racconti aventi per protagonista un ungherese sordomuto ripetutamente ingiuriato dalla vita e dai suoi vicini di casa. I racconti, scritti in francese nonostante la Kristòf non parlasse francese, passano inosservati. Nel frattempo una nuova tegola si abbatte sull'autrice: sorpresa a scaracchiare nella pentola del ragù, viene licenziata dal ristorante e trova lavoro come marcatempo umano in una fabbrica che produce marcatempo elettronici. Ágota è costretta a ingoiare i cartellini dei colleghi e a emettere un convincente "Bip!" quattro volte al giorno. L'incarico, per quanto gratificante, finisce per logorarla: nel 1966 viene ricoverata al pronto soccorso con quindici chili di carta incastrati nella trachea. Come se non bastasse la sua vicina di letto, una vecchia malata di Alzheimer, scambia a più riprese l'armadio di Ágota per il bagno. Questa dolorosa esperienza sarà di ispirazione per il ciclo di poesie intitolato Vecchia del cazzo.
Vecchia del cazzo è un clamoroso successo editoriale e le spalanca le porte dello show business. Ágota si dà alla vita dissoluta, collezionando sveltine nel sottoscala con intellettuali del calibro di Boris Pasternak, Umberto Eco, Martufello e il cugino scemo di Martufello. Ormai è così famosa che inizia a essere fermata per strada, per lo più da tossicodipendenti alla ricerca di spiccioli.
Nel 1999 i figli, dopo anni di indifferenza, la accusano a mezzo stampa non solo di averli abbandonati ma anche di averli fatti castrare. È l'inizio di un velenoso processo che vedrà la scrittrice sconfitta e privata di ogni avere, tra cui il tanga leopardato di Umberto Eco.
Ágota Kristóf passa i suoi ultimi anni in solitudine, accudita soltanto dal fedele Genesio, un brufolo che le era spuntato sulla fronte. Muore a Neuchâtel (Savona) per un'overdose di Zigulì.
Trilogia della città di K.
Il giallo all'ungherese
Ágota Kristóf è universalmente considerata dall'intera comunità di Yahoo! Answers la madre del giallo all'ungherese, un particolare tipo di poliziesco in cui tutti i crimini restano insoluti perchè il detective preposto alle indagini, sopraffatto da un attacco di solitudine esistenziale, si toglie la vita. In genere già a pagina 12.