Utente:MalaStella/Sandbox: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
mNessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 11: Riga 11:


Per te, e per [[idiota|tutti quelli come te]], è da oggi disponibile questo '''Manuale per ottenere i favoritismi dei [[professore|professori]]''', e risolvere una volta per tutte i tuoi screzi personali con il corpo docente, assurgendo immediatamente e senza sforzo agli allori della [[raccomandazione]] e del conflitto d'interessi!
Per te, e per [[idiota|tutti quelli come te]], è da oggi disponibile questo '''Manuale per ottenere i favoritismi dei [[professore|professori]]''', e risolvere una volta per tutte i tuoi screzi personali con il corpo docente, assurgendo immediatamente e senza sforzo agli allori della [[raccomandazione]] e del conflitto d'interessi!

== La tua giornata scolastica tipo ==
*''Ore 06:45'': Ogni giorno, [[tua madre]] si sveglia sapendo che dovrà combattere una battaglia disumana e ferocissima. Si desta anzitempo, al canto del gallo per chi vive nel contado e all'«Ahioooò» del netturbino per chi vive in città. Silenziosamente, cammina per i corridoi immobili di casa, mentre tutto tace. Tutti dormono. Va in cucina, e mette il [[caffè]] sul fornello. Mancano cinque minuti all'ora X. Si prepara spiritualmente, e si rimprovera per l'ennesima volta di non aver guardato un film, quella focosa sera di sedici anni fa.
*''Ore 06:49'': Dormi pacificamente. Stai facendo il solito sogno erotico in cui la [[ragazza della porta accanto|vicina di casa]] ti confessa che, come le fai bagnare tu le mutandine, non c'è nessun altro, le lenzuola si [[alzabandiera mattutino|sollevano a mò di tenda canadese]]. Sei in un caldo fagotto di coperte, hai raggiunto l'Unità con Dio, ti sei ricongiunto all'''àpeiron'', sei in uno stato di perfezione.
*''Ore 06:50'': Con un trillo lacerante e acutissimo, la sveglia nucleare esplode in un rumore assordate, ti svegli urlando pensando all'allarme antiaereo ma è solo lei, quell'ordigno maledetto. Allunghi confusamente un braccio fuori dal tuo bozzolo e la scaraventi rabbiosamente dall'altra parte della stanza, punendola per aver interrotto la vicina onirica: ora può tornare ad alzarsi la maglietta. Ma non basta. La porta si apre sbattendo, entra tua madre e inizia a spalancare le finestre: i raggi del sole ti accecano, la retina prende fuoco, e già tua madre ti ficca in bocca una cannula con cui somministrarti un ettolitro di caffè bollente che scende per il tuo esofago ustionato. «Sveglia, sveglia! Il sole è già alto, giù dal letto con un salto! A scuola, a scuola!» canticchia, e tu vorresti cordialmente mandarla a quel paese. Riesci, urlando disperato, a strapparle «cinque minuti! Solo cinque minuti e poi mi alzo! Lo giuro!», e ripiombi nel cuscino, cercando di tornare dov'eri: ma l'''àpeiron'' è già sfumato, e il ricordo della vicina si fa nebuloso.
*''Ore 07:01'': «Giù dal letto, giù dal letto!» urla tua madre, tornando alla carica. «No! No! No! Ho il mal di gola» la butti lì, pur di strappare un altro po' di sonno. Poi ti ricordi che hai giù usato la scusa del mal di gola, e allora ricorri alla più immortale delle panzane: «Ho il [[mestruazioni|ciclo]]!», al che tua madre ti ricorda che A) sei maschio oppure B) che, stando alle tue dichiarazioni, l'hai già avuto diciannove volte questo mese, e non è possibile.

Versione delle 18:21, 30 ott 2011

Tu in una normale giornata scolastica. Ti sei riconosciuto, vero?
« E così, ci risiamo. L'hai fatto di nuovo: eri già stato avvisato, una, due, tre volte. Non va bene, ragazzo mio, non va affatto bene. È così che ci si presenta ad una interrogazione? Non sai niente, parli del niente riempito col nulla e tappato col vuoto, non fai i compiti da tredici settimane, il quaderno è... bleah... fa' mangiare il tuo cane altrove... e te ne vieni accampando scuse sull'immprovvisa morte della nonna? Ti aspetti davvero che io ci creda? No, caro mio: 3 e mezzo, vai a posto e vergognati. »
(Un professore prima del trattamento)
« Ma dico, ma dico! Tre-di-ci settimane che non tocchi un libro! Noi siamo a Niccolò Machiavelli e il tuo quaderno è fermo a Guinizelli? No no no! Se tu fossi figlio mio, giovanotto, righeresti sì dritto! Perché sono i genitori d'oggi - che tempi! Non c'è più disciplina, o tempora o mores! - che vi viziano, e i risultati si vedono! E sì, continuiamo così, continuiamo! E poi vengono ai colloqui e dicono: «Professoressa, ma com'è che Gianvittorio prende sempre quattro e cinque? Eppure è così intelligente!», ma dove "intelligente"? Ma dove? Ai tempi miei... nerbate e frustate, con la cinghia... vai, vai a posto... che mal di testa... »
(Una professoressa che necessita urgentemente del trattamento)
« Io? Portarvi in gita? Ma ragazzi, io ci tengo alla salute! Voglio dire, non mi dispiacerebbe che qualcuna di voi belve ci rimettesse le penne di overdose in uno squallido bar di Madrid, ma poi dovrei compilare un sacco di scartoffie, sapete com'è! No, no. Voi la gita la fate al bar qui di fronte. O al parco. O a San Giovanni Rotondo, andate lì e chiedete aiuto. »
(Professore in procinto di ricevere il trattamento.)

Ammettiamolo: la scuola non fa per te. T'impegni, ti sveni sui libri, fai attenzione in classe, cerchi di fare sempre i compiti con puntualità, ma senza nessun risultato. Sei sepolto da una marea montante di 4 e 5, salti interi brani di antologia ed ogni funzione lineare che cerchi di studiare si trasforma misteriosamente in una trascendente, il cui grafico assume forme vagamente falliche.

Ma tu sai di essere intelligente, forse troppo per questa scuola italiana, qui sei sprecato: sono i professori che - temendo il tuo potenziale - fanno di tutto per reprimerti e metterti in difficoltà. Sono tuoi nemici giurati. Lo sai, e lo ripeti ogni giorno alla mamma quando le porti l'ennesima insufficienza: «Ce l'hanno con me», «Mi hanno preso sopranaso». Consolati: non sei l'unico.

Per te, e per tutti quelli come te, è da oggi disponibile questo Manuale per ottenere i favoritismi dei professori, e risolvere una volta per tutte i tuoi screzi personali con il corpo docente, assurgendo immediatamente e senza sforzo agli allori della raccomandazione e del conflitto d'interessi!

La tua giornata scolastica tipo

  • Ore 06:45: Ogni giorno, tua madre si sveglia sapendo che dovrà combattere una battaglia disumana e ferocissima. Si desta anzitempo, al canto del gallo per chi vive nel contado e all'«Ahioooò» del netturbino per chi vive in città. Silenziosamente, cammina per i corridoi immobili di casa, mentre tutto tace. Tutti dormono. Va in cucina, e mette il caffè sul fornello. Mancano cinque minuti all'ora X. Si prepara spiritualmente, e si rimprovera per l'ennesima volta di non aver guardato un film, quella focosa sera di sedici anni fa.
  • Ore 06:49: Dormi pacificamente. Stai facendo il solito sogno erotico in cui la vicina di casa ti confessa che, come le fai bagnare tu le mutandine, non c'è nessun altro, le lenzuola si sollevano a mò di tenda canadese. Sei in un caldo fagotto di coperte, hai raggiunto l'Unità con Dio, ti sei ricongiunto all'àpeiron, sei in uno stato di perfezione.
  • Ore 06:50: Con un trillo lacerante e acutissimo, la sveglia nucleare esplode in un rumore assordate, ti svegli urlando pensando all'allarme antiaereo ma è solo lei, quell'ordigno maledetto. Allunghi confusamente un braccio fuori dal tuo bozzolo e la scaraventi rabbiosamente dall'altra parte della stanza, punendola per aver interrotto la vicina onirica: ora può tornare ad alzarsi la maglietta. Ma non basta. La porta si apre sbattendo, entra tua madre e inizia a spalancare le finestre: i raggi del sole ti accecano, la retina prende fuoco, e già tua madre ti ficca in bocca una cannula con cui somministrarti un ettolitro di caffè bollente che scende per il tuo esofago ustionato. «Sveglia, sveglia! Il sole è già alto, giù dal letto con un salto! A scuola, a scuola!» canticchia, e tu vorresti cordialmente mandarla a quel paese. Riesci, urlando disperato, a strapparle «cinque minuti! Solo cinque minuti e poi mi alzo! Lo giuro!», e ripiombi nel cuscino, cercando di tornare dov'eri: ma l'àpeiron è già sfumato, e il ricordo della vicina si fa nebuloso.
  • Ore 07:01: «Giù dal letto, giù dal letto!» urla tua madre, tornando alla carica. «No! No! No! Ho il mal di gola» la butti lì, pur di strappare un altro po' di sonno. Poi ti ricordi che hai giù usato la scusa del mal di gola, e allora ricorri alla più immortale delle panzane: «Ho il ciclo!», al che tua madre ti ricorda che A) sei maschio oppure B) che, stando alle tue dichiarazioni, l'hai già avuto diciannove volte questo mese, e non è possibile.