Statue parlanti di Roma

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«Aho', io me sarei pure rotto er cazzo!»
« Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini
(Quello che non hanno fatto i barbari, hanno fatto i Barberini) »
(Antica "pasquinata" dedicata a Urbano VIII Barberini, che usò le decorazioni in bronzo del Pantheon per fare il Baldacchino di San Pietro in Vaticano.)
« Caro Renzetto, parevi robba nova e munita de cojoni,
passato manco 'n anno sei paro a Berlusconi! »
(Pasquinata moderna del Babbuino (o comunque di un altro primate).)

Le statue parlanti di Roma sono una serie di statue (tradizionalmente sei) su cui, fin dal XVI secolo, i Romani affiggevano (e continuano tuttora ad affiggere) messaggi anonimi, contenenti per lo più critiche e componimenti satirici contro i governanti, il clero e chiunque altro lo meritasse. Questi messaggi sono definiti spesso "pasquinate", dalla statua parlante più nota, il Pasquino.
Le sei statue sono chiamate Congrega degli Arguti e comprendono:

  • Pasquino
  • Marforio
  • er Babbuino
  • l'Abate Luigi
  • er Facchino
  • Madama Lucrezia

Spesso la pasquinata prevedeva dei veri e propri dialoghi tra le statue, come quella contro Napoleone Bonaparte, che aveva il vizio di prenderlo in prendere le opere d'arte nei paesi conquistati e portarle in Francia. Si tratta di un colloquio tra Marforio e Pasquino:

Marforio : È vero che i francesi so' tutti ladri?
Pasquino : Tutti no, ma BonaParte!

Storia

L'odierna satira a volte è incomprensibile.

Siamo nel XVI secolo, gli abitanti di Roma cercano un modo per manifestare il loro malcontento verso il Governo e la Chiesa, che poi coincidono. La libertà di parola ha delle piccole restrizioni, rivolgendoti ad un politico (o ad una persona di potere in generale) puoi usare le lettere dell'alfabeto da A a C, quindi la cosa più cattiva che riesci a dire è:

« ABACACCA!! »

La cosa finisce in tribunale e crea un precedente giuridico. L'accusa riesce a convincere la giuria (composta interamente da preti) che l'offesa è indirizzata all'Abate Gelsomini, l'avergli dato "della merda" costa all'imputato sei mesi di Fortezza, da cui uscirà invecchiato di dieci anni. Ma forse non era lui. Qualcuno inizia ad affiggere (su una statua di una piazzetta) manifesti con versi satirici contro i potenti, subito imitato in altre parti della città. Protetta dall'anonimato, viene a crearsi una sorta di rete in cui la satira circola liberamente (almeno fintanto che non li beccano)[1]. Le statue arrivano anche a chattare tra loro, un botta e risposta che fa riflettere e divertire, tutti tranne il Papa. Vasco IV Adriano VI ordina di gettare la statua di Pasquino nel Tevere, ma i cardinali temono la rivolta (o un ritorno negativo d'immagine) e lo fanno desistere. Alla morte del pontefice la "pasquinata" giunge implacabile.

« Papa Adriano è chiuso qui. Fu un tristo: con tutti ebbe a che fare fuorché con Cristo. »
(Dedicata alla morte di Adriano VI.)

Per cinque secoli nessuno è riuscito ad ammutolire la voce anonima dei romani, le statue hanno continuato a parlare. All'indomani della visita di Adolf Hitler a Roma, compare:

« Povera Roma mia de travertino, te sei vestita tutta de cartone pe' fatte rimirà da 'n imbianchino, venuto da padrone! »
(Pasquinata per il crucco con i baffetti.)

Visita guidata

Adesso faremo una passeggiata alla scoperta delle statue, mettetevi le scarpe comode che c'è da camminare. Il consiglio vale soprattutto per le Lonza-girl, quelle abituate a mettere minigonna, calze a rete e tacco dodici per slanciare le gambe, che tuttavia restano corte come quelle del tavolino con le riviste dal dentista. Partiamo da quella più famosa.

"Fatevi una passeggiata nella satira!"
  • Pasquino
    • Si raggiunge a piedi dal Pantheon, come siete arrivati alla "Rotonda" sono cose che non ci riguardano. Prendete la Salita dei Crescenzi, poi Via degli Staderari e in seguito Via dei Canestrari. Il percorso è anche facile da memorizzare perché sono tutti mestieri, c'è chi fa i canestri di vimini, chi le bilance e chi i formaggetti molli, quelli sempre in offerta al supermercato perché non li caga nessuno. Ora attraversate Piazza Navona, evitando di farvi scattare una foto da quel tizio molto gentile che si offre spontaneamente, se ci tenete alla Nikon. E comunque, con quei tacchi nemmeno potreste inseguirlo. Ora prendete Via di Pasquino fino alla piazzetta omonima, se per sbaglio avete imboccato Vicolo de Cupis noi decliniamo ogni responsabilità.
  • L'Abate Luigi
    • Procedete in direzione sudest da Piazza di Pasquino verso Via di S. Pantaleo, continuate su Via di S. Pantaleo e proseguite dritti su Piazza di S. Pantaleo. Il santo a questo punto inizia a starvi sulle palle, possiamo capirlo, ma non è il momento di indugiare nella bestemmia, "s'è fatta 'na certa"[2] e fa talmente caldo che si rischia di avere un'apparizione mariana, dobbiamo muoverci. Ora a sinistra per Corso Vittorio Emanuele II, quando ve la sentite svoltate a destra e arrivate in Piazza Vidoni.
  • Marforio
    • Da Piazza Vidoni procedete in direzione sudest e prendete Via del Sudario, attraversate Largo delle Stimmate e proseguite fino a Piazza del Gesù. Siete nel quartiere ebraico, quindi che cazzo c'entr sarete comprensibilmente spaesati. Continuate su Via D'Aracoeli, attraversate la piazza e svoltate a destra su Via del Teatro di Marcello, che sembra un piccolo Colosseo a cui hanno aggiunto abusivamente due piani in mattoni con grosse finestre. Raggiungete i Musei Capitolini e, già che ci siete, salite al Campidoglio, se hanno fatto sindaco uno come Ignazio Marino potreste aver fortuna.
  • Madama Lucrezia
    • Uscite in strada e localizzate il capolinea degli autobus, è quel grosso parcheggio sulla sinistra in cui non ci sono autobus. A Roma il trasporto pubblico è ancora effettuato con le bighe, e ne sono rimaste davvero poche, però intanto il posto dove mettere i bus c'è, hai visto mai che in futuro... La statua è lì da qualche parte nell'antistante Piazza di San Marco.
  • Er Facchino
    • Costeggiate il palazzo all'angolo, quello che affaccia su Piazza Venezia. È proprio "quel palazzo", da cui teneva i discorsi quello pelato, non quello con i capelli tatuati, il pelatone originale. I nostalgici potranno comunque fare il saluto, magari esclamando "Ciao Franco", tanto per non attirare troppo l'attenzione. Ora imboccate Via del Corso, dopo aver lasciato tre stipendi nei negozi prendete la seconda a sinistra, siete arrivati.
  • Er Babbuino
    • Tornate su Via del Corso e percorretela quasi per intero. La carta di credito chiederà pietà all'incirca in corrispondenza di Via dei Greci, sentirete una musica suadente provenire dall'alto, non fatevi prendere dal panico, viene dal Conservatorio di S. Cecilia e siete sulla strada giusta. Sbucherete proprio su Via del Babbuino, la statua è alla vostra sinistra.

Il nostro tour finisce qui, se avete ancora energie vi consigliamo una passeggiata in Via della Scrofa (si consiglia il preservativo) e, proseguendo sempre dritti, arrivare in Via delle Zoccolette, tenendo conto che avvalersi dei servigi di una prostituta minorenne è reato, anche se non sempre.

Altre pasquinate famose

A volte la satira può sfociare nel sacrilegio.
« Gli ultimi istanti per Leon venuti,
egli non poté avere i sacramenti.
Perdio, li avea venduti! »
(Morte di papa Leone X Medici (1513-1520), famoso per la vendita delle indulgenze.)
« In questa tomba giace un avvoltoio cupido e rapace.
Ei fu Paolo Farnese, che mai nulla donò, che tutto prese.
Fate per lui orazione: poveretto, morì d'indigestione. »
(Morte di papa Paolo III Farnese (1534-1549), accusato di aver concesso ricchezze e poteri ai parenti.)

Note

  1. ^ questo dovrebbe ricordarci qualcosa...
  2. ^ inizia ad essere tardi, è passato troppo tempo

Voci correlate