Popolo della rete

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera su cauzione.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Template:Incostruzione

Homo Virtualis, olio su server di xXD4RKD3V1LdaVinciXx, dipinto che raggruma l'essenza microcosmica dell'internauta medio.
« Io ascolto gli elettori, non cedo ai tweet. »
(Un comune politico convinto che i tweet siano entità astratte che vivano di vita propria.)
« Ao REGAZ è qui che si fa la vera politica! noi creiamo risultati, xché stiamo cambiando il mondo!!! »
( Un attivista facebookiano informa i suoi followers di essersi cambiato le mutande.)
« Ne hai abbastanza dello spam nella tua posta? Se non ne puoi più di ricevere messaggi non richiesti firma ora questa petizione in rete per abolire le petizioni in rete. »
(Una delle 6342567835464 mail inviate da anonimo in 2 secondi netti.)

Il popolo della rete è una stirpe soprannaturale che abita le virtuali pianure del web, che non esistono. Del resto anche il popolo della rete non esiste. Tuttavia, nonostante la sua inesistenza, tale popolo riesce a influenzare la vita degli esseri umani, proprio come fa il buon Dio. Il fatto che non esista lo rende la più grave minaccia per i poteri forti, che non riescono a colpire o a mettere in carcere cose come tweet, video di youtube o profili facebook (alcuni carabinieri hanno comunque provato a sparare lacrimogeni contro la schermata, senza però riuscire a disperderli). Questo non sarebbe un grave problema se il popolo della rete si limitasse a non esistere; invece produce (o meglio defeca) sui social network un un flusso persistente di slogan, invettive, proclami, immagini e contenuti apprezzati dall'utenza quanto il rumore di fondo in una registrazione audio.

Infatti i massimi teologi di internet ritengono che il popolo della rete si sia generato, non creato, dalla stessa sostanza dell'italiano medio. Un tempo costui avrebbe sfogato la rabbia verso i potenti e gli oppressori

sfogando la repressione urlando negli stadi e ammaliandosi con La prova del cuoco. Oggi invece ha la rete. Quindi quando l'italiano medio percepisce di essere stato infinocchiato per l'ennesima volta, invece di andare a farsi giustizia alla vecchia maniera, si limiterà a collegarsi in rete e a postare #Ladri! siete solo morti; così che possano vedere quanto è sdegnato, così che egli possa mostrare quanto è furente, il tutto restando comodamente seduto nel divano di casa sua.

Definizione

Considerato che il popolo della rete non esiste, nessuno dovrebbe trovarci nulla da dire. Ciononostante l'argomento è stato abbondantemente trattato dai giornalisti e dai politici italiani, che si confermano i massimi luminari nel campo del nulla (anche migliori del Divino Otelma). Sulla base delle loro osservazioni possiamo dire che il popolo della rete pensa, scrive e agisce come un'unica entità, o alveare, tipo i Borg di Star Trek, senza avere la minima divergenza di opinioni. Il popolo della rete avrebbe la capacità di dichiarare la propria divina volontà, incidendola nella pietra e/o comunicandola ai giornalisti che fungono da profeti, ad esempio:


« Il popolo della rete vuole Giancarlo Magalli come presidente della Repubblica »
(Editoriale del TG1)
« Grillo attacca Renzi, ma il popolo della rete si rivolta contro di lui »
(La Repubblica su Grillo)
« Renzi attacca Grillo, il popolo della rete si schiera compatto in difesa del grande leader »
(Il Fatto Quotidiano riporta la stessa notizia di prima)
« La Madonna è apparsa su Facebook, stupore unanime del popolo della rete »
« La dittatura del popolo della rete ha sostituito quella del proletariato. Sono solo dei poveri comunisti" »
(Il Giornale commenta l'esito dei sondaggi sul gradimento di Berlusconi)
« Il popolo della rete ti comanda: vota Berlusconi vota Berlusconi vota Berlusconi vota Berlusconi »
(Il Giornale dopo essere stato assimilato dalla rete)

Con ciò si dimostra che il popolo della rete è un'unica entità, ma che non gode della proprietà di non contraddizione, ovvero può sostenere simultaneamente un'affermazione e la sua negazione, proprio come una donna, in base a quanto voglia farti impazzire.

Le origini

Si potrebbe pensare che il popolo della rete esista da quando esiste la rete, commettendo un tragico errore. Infatti esso è apparso dopo, esattamente nel momento in cui i computer ed internet hanno cessato di essere degli strumenti complessi utilizzabili solo dagli utenti istruiti e civilizzati, diventando scatolette luminose e tamarre in grado di ammaliare i bambinetti e le masse quasi quanto la televisione. Grazie tante Steve Jobs.

Caratteristiche etniche

L'anonimato

L'anonimato è frequente nel popolo della rete. Per secoli e millenni il popolo della rete è stato perseguitato perché si celava dietro un nickname, un avatar o una maschera, esattamente come facevano Zorro, Batman, l'Uomo Ragno, la massoneria e gli altri paladini della libertà. I primi a scagliarsi contro furono i leghisti, e questo è comprensibile, dato che leggendo un commento su un forum non è possibile stabilire se sia stato scritto da un nordico o da uno zingaro. Nascondendo il colore della pelle dietro allo schermo perfino un negro rischia di essere preso sul serio. Un uomo del nord di razza bianca caucasica potrebbe persino condividerne il pensiero, come se la ragione risiedesse negli argomenti e non nel soggetto che la esprime. Secondo Matteo Salvini è per colpa di internet che vanno perdendosi i sani dibattiti sociali di una volta, basati sul contatto visivo e le sane manganellate.

Sottorazze

Approfonditi studi eseguiti dagli antropologi dell'Università Bocconi durante la pausa caffè hanno portato alla classificazione delle seguenti sottorazze:

  • Facebookiani
  • Youtubers
  • Bloggers
  • Twitteriani
  • Wikipediani

tali sono le sottorazze principali, che nel corso delle ere hanno assimilato a loro tutto il creato. L'ultimo individuo senza profilo facebook è infatti morto di ipoconnetività nel 2012, poiché scomparso dall'universo a noi conosciuto. Tuttavia costoro formano giusto il 2% del flusso dati sul web, mentre il restante è generato dal porno.

Cultura

Il popolo della rete vanta una cultura del male millenaria, tra cui si sono distinte grandi figure quali:

  • Troll
  • Fake
  • Cyberbulli
  • Sockpuppet
  • Bimbiminkia
  • Flamers
  • Noobs
  • Followers
  • Poser

tali individui costituiscono la gran parte degli utenti del web. Tuttavia non si arrestano le ricerche della NASA per dimostrare l'esistenza di vita intelligente sulla rete, anche se non ci sono ancora prove concrete. L'unica traccia è costituita da un'antica leggenda hacker che narra delle origini di internet, quando ancora esistevano utenti normali che costruivano dibattiti tematici nei forum, e non solo followers, tweet, slogan e immagini lercie di facebook. Ma si tratterebbe di una sciocca superstizione.

I numeri

Secondo l'ISTAT più della metà degli italiani si collegano regolarmente alla rete. Ciò sarebbe un dato positivo se non si trattasse della metà sbagliata.

Le ore di connessione pro-capite sono aumentate sensibilmente negli ultimi anni, passando secondo ISTAT dalle 0 ore del 1970 alle 24 ore al secondo dei residenti su facebook, per un incremento percentuale pari a ((24*3600)/0)x100 = + ∞ di cazzate al secondo condivise sulla rete. Una quantità abnorme di chiacchiericcio che non può essere eguagliata utilizzando i veicoli tradizionali quali il giornalismo, la politica o la religione, che secondo gli esperti saranno soppressi dalla rete in un tempo compreso tra i prossimi 10 secondi e quello necessario per caricare un video di qualità decente su youtube (ma saremo tutti morti a quell'ora, non c'è motivo di preoccuparsi).

Secondo un articolo apparso sulla porta del cesso della redazione di Studio Aperto se tutti i commenti pubblicati dal popolo della rete venissero messi in fila costituirebbero un'unica scritta lunga 7 volte il diametro dell'universo conosciuto, producendo una massa gravitazionale di inutilità indefinita; recentemente al CERN è stato ipotizzato che proprio tale massa stia generando la materia oscura responsabile della contrazione della galassia e in ultimo della fine di tutte le cose. Una teoria non dimostrata ma che spiega tutto.