Nonnotizie:Ennesima tragedia a scuola

Vai alla navigazione Vai alla ricerca

24 novembre 2008

Ironia o verità?

Torino - Non stiamo parlando dell'ora settimanale di Promessi Sposi propinata dai professori masochisti di lettere ai propri studenti, ma della tragedia avvenuta a Rivoli in cui ha perso la vita uno studente.

"Lo studio non ha mai ucciso nessuno", il classico motto con cui la scuola difende ogni nefandezza a cui sottopone i poveri ragazzotti vogliosi di istruzione, suona come una beffa, come una lurida menzogna degna del più becero Silvio Berlusconi che alberga nel colon di ognuno di noi. Perché lo studio ha ucciso e ucciderà ancora, in modi sempre più bizzarri e impensabili.

Il ragazzo coinvolto in quest'ultimo fatto di cronaca nera è stato schiacciato dalla scuola, letteralmente, forse per un cedimento di un tubo nascosto nel soffitto, forse perché a quel tubo aveva legato una spessa corda che si era messo in quel momento intorno al collo. Fatto sta che il giovane è stato ucciso dall'istruzione, dalla carenza di controlli e dagli edifici fatiscenti su cui fino al giorno prima, da bravo studente, infieriva con calci, pugni e violenti colpi di spranga.

"È inconcepibile morire in questo modo." avrebbe dichiarato Mariastella Gelmini in visita ufficiale al Castello di Rivoli per una esposizione di quadri dipinti con il clitoride "Ed è tutta colpa della sinistra! Prometto che destinerò tutti i fondi dell'istruzione alla scuola pubblica e alla messa in sicurezza di oltre 100 istituti pericolanti". A chi faceva notare al ministro che in teoria esistono più di 40.000 scuole in Italia, la metà delle quali verrebbero schifate persino dagli studenti dell'Iran, la giovane politica avrebbe semplicemente starnutito in faccia.

Inutile dire che se all'impegno concreto del governo, che finora ha dimostrato in tutti i modi di avere a cuore il futuro dell'istruzione pubblica, non ci sarà un sostegno anche da parte delle opposizioni, anche questa tragedia sarà stata vana e come per il mondo del lavoro dovremmo rassegnarci ad un numero annuo di morti a scuola sempre maggiori sperando, come direbbe Silvio Berlusconi, che la malasorte tocchi prima di tutto ai professori precari in esubero.

Fonte