Lazzaro Spallanzani
Lazzaro Spallanzani nasce a Scandiano in provincia di Reggio Emilia il 12 Gennaio1729, muore il 4 Agosto 1758, risorge il giorno dopo e muore definitivamente l'11 Febbraio del 1799. Spallanzani fu un importante naturalista e gesuita a tempo perso. Se oggi sappiamo che le mosche non nascono dalla merda per intervento di Belzebù è solo grazie a lui.
Durante la sua vita rischiò seriamente di diventare uno dei più grandi scienziati della storia, raggiunse traguardi che sarebbero stati eguagliati cent'anni dopo ma non se ne rese mai conto, l'unica cosa che gli diede davvero soddisfazione fu sputtanare i colleghi cialtroni. Spallanzani è altrimenti considerato lo zio della vivisezione, cognato del radar e padre della fecondazione artificiale, ragion per cui il Santo Padre ancora non lo vede di buon occhio. Tantomeno gli animalisti per via dei suoi esperimenti sui pipistrelli, le rane e pioppi.
Lo Spallanzani intraprese lunghi viaggi per il mondo, Asia, Africa, Europa, ovunque, ma non andò mai a Chioggia. I suoi viaggi lo arricchirono interiormente e stimolarono la sua passione verso la natura e le cinesi con la testa a pera.
La giovinezza
Lazzaro nacque primo di dieci figli e fu cacciato in convento all'istante. Qualcuno immanicato con la chiesa in famiglia faceva sempre comodo. Lazzaro, ospitato dai gesuiti di Reggio, se non era chino su qualche testo polveroso di una polverosa biblioteca, era a carponi nei campi a caccia di insetti piante e monetine smarrite. I confratelli lo canzonavano spesso per le sue stranezze ma lo Spallanzani faceva finta di niente, poi di nascosto spiaccicava vermi, cavallette e altre schifezze nell'astuccio o nel calamaio dei compagni che lo avevano schernito, infine fotteva loro i panini dalla cartella. In questo periodo si delinearono i tratti salienti del suo carattere: amante della natura morta, piuttosto tirchio, vendicativo, magari anche un po' mariuolo. L'acume e la curiosità che lo contraddistinsero d'altro canto gli permisero di elevarsi per alcuni istanti sull'oceano di ignoranza del suo tempo.
Dopo trent'anni da chierico Lazzaro si decise a prendere i voti poiché la suora tettona che alimentava le sue fantasie era stata trasferìta in Santa Sede.
La vecchiezza
Il gesuita già insegnante di filosofia e budellogia (l'odierna medicina forense) passava il suo tempo libero a smerdare i colleghi confutando con prove incontrovertibili le loro ridicole teorie. Esordì con: Saggio sulle osservazioni su due di due giullari che si passan per dotti, i signori Buffon e Needham (Bisognoso di prosciutto) che bene son gia descritti dai loro ridicoli cognomi e sulla loro ancor più stupida teoria. La teoria a cui si riferiva era quella della generazione spontanea all'interno della quale i due
scienziati dimostravano inoppugnabilmente che la materia organica inanimata o morta genera spontaneamente forme di vita a caso compreso l'uomo e il capodoglio. Poichè il gesuita intendeva solo sputtanare i due figuri che gli avevano rigato lo scooter (da lui inventato unicamente per umiliare il fabbro che lo aveva deriso in pubblico), il merito se lo prese Pasteur parecchi anni dopo ripetendo paro-paro l'esperimento dello Spallanzani che non se ne curò minimamente in quanto era morto da tempo.
Il suo genio non fu mai compreso appieno dai contemporanei e nemmeno da lui stesso. Durante un viaggio verso Costantinopoli, i marinai sentendolo parlare delle sue scoperte lo gettarono a mare credendolo uno stregone. Spallanzani si salvò solo grazie alla suo tappeto volante. Si vendicò in seguito di tutti i marinai servendosi di alcuni simulacri di cera infine rubò loro una cassa di dobloni. Mentre era in viaggio alcuni colleghi, tra i quali Alessandro Volta lo accusarono di aver rubato dal museo di Pavia un'intera collezione di succhi gastrici in vasetto. Spallanzani fu completamente assolto dal giudice e si vendicò di tutti compreso Volta, che si risvegliò di notte con diverse scariche della sua stessa pila collegati nottetempo da ignoti al suo letto. Anche 'sta volta lo Spallanzani non si curò di brevettare l'elettro-stimolatore masi accontentò di godersi la scenetta..
Spallanzani non trascurò, durante i suoi studi, nemmeno un aspetto della natura. Purtroppo la sua visione cattolica del mondo gli impedì di comprendere la portata delle sue stesse scoperte. Durante le osservazioni di campioni vari di sperma al microscopio fu il primo a individuare alcune strane palline con la coda contenute al suo interno ma dato per scontato che i bambini li porta la cicogna li classificò come parassiti.
Il gesuita fu il primo a compiere un'inseminazione artificiale su di una rana ma si spaventò moltissimo quando riconobbe alcuni dei suoi tratti somatici nel volto dei girini. Ci provò poi con un cane usando quella volta saggiamente sperma canino. L'esperamento fallì ma Sallanzani ne trasse un grande insegnamento
I pipistrelli, che gran sollazzo!
L'anziano abate, in sul finir della sua vita, si intanò in un'ala del convento concentrandosi sulle sue ricerche, avido di sapere e di Girelle passò gli ultimi anni della sua vita cercando di svelare un antico enigma della natura: "Come cazzo fanno i pipistrelli a fottermi le merendine al buio?". Spallanzani durante i suoi più celebri esperimenti si rinchiudeva nella torre dell'abbazia e osservava a lume di candela svolazzare i pipistrelli da lui orribilmente mutilati. Ripercorriamo il suo cammino attraverso le geniali intuizioni contenute nelle annotazioni del suo diario.
Nonostante ci fosse andato così vicino ma non abbastanza, Lazzaro ipotizzo l'esistenza di un sesto senso. La scoperta stimolò la ricerca di molti scienziati e in poco tempo sbucò la verità sui pipistrelli che tutti oggi conosciamo, il TomTom. Spallanzani dovette ammettere a malincuore di aver sb... sba.. s... SBAGLIATO! E mori! Il celebre
esperimento scatenò nelle lande dell'Emilia la sua Nemesi: la zanzara.
Note
- ^ Qui Spallanzani mente sapendo di mentire, era gia calvo a dodici anni