I viaggi di Gulliver

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Lemuel Gulliver, pseudonimo di Arnoldo Marcolin (Cittadella, Padova, 1700 - Oceano Pacifico, 1746) fu il più sfigato medico di bordo della marina britannica del '700. Visse avventure incredibili che poi pubblicò nell' ormai celebre libro I viaggi di Gulliver.

Il libro

Parte I: Lilliput

Il re di Lilliputtana e il giullare di corte si raccontano barzellette sporche su Gulliver.

Il cittadellese Arnoldo Marcolin si presenta come un uomo nel fiore degli anni, superdotato[come no] e con almeno 25000 amanti in tutto il mondo. Non potendo mantenere tutte quante né offrire a ciascuna un mazzo di rose rosse per san Valentino, finita la squola decide di espatriare. Cambia nome in Lemuel Gulliver e si imbarca come medico di bordo su una nave di Sua Maestà; due settimane dopo è l'unico sopravvissuto dopo una tempesta in pieno mar Tedì.
Al suo risveglio si ritrova circondato da uomini alti 6 centimetri: è il popolo di Lilliput, in cui gli uomini devono rispettare la legge della L o verranno condannati ad atroci sofferenze. I Lillipuzzoni controllano subito le parti intime di Gulliver e poiché egli non rispetta le proporzioni viene mandato al fronte a combattere contro l'esercito nemico. Egli affonda le navi nemiche come se stesse giocando a battaglia navale, ma si rifiuta di schiavizzare i nemici: per questo motivo e anche per aver spento l'incendio della reggia di Sua Maestà pisciandoci sopra, viene dichiarato traditore della patria e condannato all'impiccagione. Mentre le donne del paese si danno da fare per cucire un cappio delle sue dimensioni un aereo cade sull'isola distruggendo la reggia, la quale comunque aveva le dimensioni e la consistenza di un castello di sabbia. Gulliver e i sopravvissuti costruiscono una scialuppa e dopo cinque stagioni riescono a tornare a casa.

Parte II: Broobdingnag

Gulliver nella sua stanza d'albergo

Il nostro eroe giunge nel celebre paese dei giganti, luogo in cui egli stesso a essere visto come un insetto mentre tutti gli abitanti, maschi e femmine, sono giganti.

Giunto sulla spiaggia di questo gigante impero di giganti il nostro eroe comincia a vagare fino a giungere in un campo di grano dove si accorge che in effetti qualcosa non torna... infatti dopo sole 4 ore a girovagare si accorge che le spighe del campo di grano, i sassi e le merde di vacca disseminata sulla strada sono di proporzioni enormi. Nonostante gli inequivocabili segnali, il pirla continua a girovagare finché non si imbatte in un contadino gigante che lo cattura portandolo a casa. Giunto nella casa del grasso e sudato agricoltore viene poggiato su un tavolo dove fa conoscenza col gatto che non lo caga minimamente, col cane che vuole sgranocchiarlo, con la padrona di casa che dapprima urla terrorizzata e già con la ciabatta in mano pronta a schiacciarlo e successivamente gli si affeziona appendendoselo al collo tipo ciondolo, tra le enormi tettone. Nell'enorme famigliola il povero Gulliver viene a contatto anche con un odioso moccioso che muore dalla voglia di stritolarlo tra le dita, un poppante che piange perché vuole infilarselo in bocca, la bàlia della famiglia, un'affascinante ventiduenne che lo guarda come un insettino sfigato e con la dodicenne figlia del padrone di casa, che con la scusa di accudirlo lo userà ripetutamente come bambolina di giorno e come dildo di notte, per assecondare le sue legittime voglie di ragazzina preadolescente in piena tempesta ormonale. Celebre è il paragrafo in cui viene dettagliatamente illustrato e descritto il continuo e frequente inserimento del buon dottore nella sua vagina gigante, e per di più anche nel periodo mestruale.

Finalmente Gulliver riesce ad andare via da questa casa di depravati giganti quando la regina viene a sapere della sua esistenza e lo compera portandolo a palazzo. Anche qui però la situazione non migliora: tra scimmie giganti che lo rapiscono trattandolo come una bambolina, giullari di corte che se lo infilano su per il culo o che lo affogano nel brodo di pollo, bellissime damigelle di corte infoiate che lo mettono a cavalcioni sui capezzoli o che cagano e pisciano davanti a lui senza il minimo ritegno formulando anche commentucci poco rispettosi sulle minime dimensioni del suo pistolino, piccioni che lo affogano con le loro megacagate, regnanti che lo schiavizzano (celebre è la scena in cui è obbligato a curare i calli dei piedi della regina e a lavarle i mutandoni), figlie dei regnanti che lo utilizzano per soddisfare i propri impulsi e le proprie voglie sessuali o come tiro a bersaglio, api che vogliono infilzarlo e cameriere sudate che se lo infilano sotto le ascelle, ne vedrà delle belle...

Provvidenziale il furto di una gazza ladra che prendendolo al volo nel becco mentre spalma sulla schiena della regina la crema abbronzante, portandolo in pieno oceano dove lo lascerà cadere in acqua proprio dove verrà soccorso da un altra nave, ma stavolta di dimensioni normali...

Parte III

In questa terza parte Gulliver prende solo appunti approssimativi sulle sue avventure, con il risultato che non si capisce nulla. Interpolerò le parti mancanti nel modo più probabile in cui si sono svolti i fatti.
Dovendo fuggire alle forze dell'ordine, Arnoldo Marcolin Lemuel Gulliver si imbarca di nuovo, ma viene catturato dai pirati. Finalmente qualcuno di normale, direte voi! Invece no, perché i pirati lo infilano in un cannone e lo sparano su un'isola del cielo di nome "Lapuzza". Quest'isola è abitata da una molitudine di matematici, fisici, registi di film senza molto senso, chirurghi plastici e soubrette; all'arrivo di Gulliver lo costringono a partecipare a "Chi vuol essere milionario?" bombardandolo di domande teoriche. Gulliver non conosce neanche un a risposta, ma da uomo di mondo si mette a fare esempi pratici; scoperta la totale ignoranza della popolazione su questioni pratiche decide di mettersi a parlare di cose alla cazzo di cane e poi rispondere a caso. In questo modo tutte le risposte gli vengono date per buone, e il nostro amico vince un viaggio in Giappone dove incontra gli spiriti dei bombardati di Hiroshima, che maledicono la loro immortalità donata dalle benefiche radiazioni atomiche, che però li rendono impotenti per l'eternità.

Parte IV

È possibile che non proprio tutti gli Hieronymus fossero saggi.

L'ultimo viaggio di Gulliver è quello nella terra degli Hieronymus, cavalli parlanti che con la loro saggezza sanno truccare le corse della SNAI. Questa multinazionale è infatti guidata da terribili bipedi, gli Yahoo[1]; Gulliver si vergogna per essere come loro, e desidera restare nella parte di isola governata dagli equini. Una loro legge purtroppo (istituita da due di loro che più che cavalli sembrerebbero asini), una certa legge Bossi-Fini, fa rimpatriare Gulliver a bordo di un motoscafo albanese.

Arrivato a casa, Lemuel Gulliver scopre che che l'unica chiave del bagno è scomparsa, così ora tutta la casa è piena di merda. Nauseato da ciò decide di passare il resto della sua vita su un albero.

Annotazioni

  1. ^ Come il vecchio motore di ricerca? . Allora adesso si chiamano i Google! Non voglio pensare a un paese abitato da popoli chiamati Yahoo, Google, Bing e Gopher (ora estinti).