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Il Genoa è una sedicente squadra di Subbuteo fondata da un gruppo di inglesi incapaci. La storia vuole che questi, ultimi in tutto e per tutto nella loro patria, decisero di emigrare in Francia. Qui sfidarono un gruppo di polli allenati da Zinedine Zidane ma, risultando perdenti ancora una volta, furono esiliati e costretti ad emigrare in Italia, dove ancora lo sport nazionale era il lancio dello stronzo. Qui ad accoglierli fu Massimo Moratti, in vacanza a Genova, che, volendo creare una squadra di fenomeni, decise giustamente di acquistare questi giocatori insieme ad altri di uguale tasso tecnico (tra i più noti citiamo Vratislav Gresko, Nelson Vivas e Francesco Coco). Era il 1893.

I primi scudetti

Nel 1898, e il Genoa organizzò e poi vinse il primo campionato di calcio Italiano, convocando a Genova le più importanti squadre di Torino: la Polisportiva Dopolavoro Fiat, la Telecom United e il Cavour F.C.. L'unica esclusa fu la Juventus di Luciano Moggi, che, pieno di collera, organizzò un piano per depennare il Genoa dal calcio che conta. Intanto la squadra genovese vinse in questo modo altri 9 scudetti, arrivando al punto di doverne vincere solo un altro per raggiungere l'ambito "Scud-chilo".

Questo traguardo non venne mai raggiunto dalla squadra genovese, che fu vittima del complotto organizzato da Moggi, il quale fece in modo che, nel 1908, Moratti (s)vendesse il Genoa ad Enrico Preziosi, ricco imprenditore arricchitosi vendendo carta igienica ai tifosi genoani che andavano a vedere le partite dei propri beniamini. Fu così che la squadra rossoblù non raggiunse più alcun risultato di riguardo, tranne una Coppa Italia vinta battendo in finale l'Inter, all'epoca in grado di competere solo in questo trofeo.

Il Genoano D.O.C.

Template:Formattazione Il Genoano doc ha circa 180 anni, e anche se ne ha 20, comunque ne dimostra minimo 180. Nato a Sotto Ripa e traviato da piccolo da genitori irresponsabili, è costretto a tifare per una squadra di cricket, spacciandola per una di calcio. Il suo processo di educazione consiste in 3 fasi:

1) Il fanciullo, ancora sano, viene legato su una sedia dal nonno Giobatta e obbligato a vedere innumerevoli volte bobine sbiadite risalenti al secolo XIX (da cui il nome del famoso giornale/rivista di informazione unilaterale rossoblù) in cui presunti atleti dai nomi pittoreschi rantolano su campi di patate con una felpa di lana bicolore. Nonno Giobatta commenta ogni fallo laterale come si trattasse di un'impresa gloriosa, da qui il genoano impara a rendere mitologica ogni insulsa e rara vittoria della sua squadra.

2) Ora adolescente, il cadetto genoano subisce un nuovo tipo di indottrinamento: papà Pippo, ormai centottantenne a sua volta, lo paralizza su una poltrona, indebitamente fatta appartenere al Professor Scoglio, immobilizzandogli le palpebre in posizione aperta (il famoso cineasta Stenley Kubrick, in vacanza 6 giorni a Pegli, ne prese spunto per il suo capolavoro Arancia Meccanica): a questo punto espone davanti ai suoi occhi un vessillo blucerchiato, mentre mamma Gina gli somministra gargantuesche dosi di Gutalax. Il cadetto imparerà così il disprezzo per qualsiasi tipo di colore e di riflesso cromatico vivace, cosa che lo indurrà a coprirsi a vita di stracci di un bicolore sgualcito, che lui spaccerà per appartenuti almeno a Pato Aguilera.

3) L'Esame: papà Pippo porta con orgoglio suo figlio, oramai centottantenne, per la prima volta a quello che la tradizione rossoblù definisce "il Tempio" (ovvero lo stadio Luigi Ferraris, peraltro teatro di sole vittorie Sampdoriane), conclusione di un pellegrinaggio cominciato alla Madonna della Guardia 27 ore prima. Armato di sciarpa (straccio del 1912), maglia da gioco ufficiale della stagione 1914-15, che non conferì il sacrosanto scudetto ai Grifoni solo a causa dello scoppio della Prima Guerra mondiale (complotto ordito dai vertici della Lega Calcio), bandiera con stemma del tacchino giallo su cui è impressa la tanto desiderata e defraudata Stella. Il giovane centottantenne deve dare prova della sua genoanità: accomodatosi in gradinata nord (rigorosamente in piedi e su una sola gamba per dare prova della virilità dell'oceanico popolo rossoblù) urla e strepita, inveendo contro il tifoso blucerchiato (non presente, trattandosi di un Genoa - Pizzighettone). Ad ogni fallo laterale vergognosamente concesso agli avversari, il genoano bestemmia, urla al complotto, e si abbandona a cerimonie tribali assieme ai compagni, cantando in lacrime canzoni in un dialetto ligure risalente a non prima del 1492. Quindi accadrà l'inevitabile: quello che era stato il fido compagno di sventure di un minuto prima, il tifoso seduto affianco, diventa per futili motivi un traditore della Sacralità rossoblù (vedi innumerevoli scontri tra genoani in gradintata nord): il confronto fisico diventa inevitabile; se l'aspirante genoano ne uscirà vivo, sarà proclamato dai capi tifoseria (che assistono agli eventi dalle inferriate del vicino carcere di Marassi) Genoano. Potrà quindi tornare a casa sanguinante lamentandosi dell'ennesima sconfitta subita, imbrattando i muri e incendiando automobili e cassonetti di Genova.

Il destino beffardo dei Genoani

Preziosi aprì una fabbrica di giocattoli robot che puntualmente faceva schierare nella formazione del club di cui era il proprietario. Il caso volle che Preziosi aprisse anche una compagnia telefonica. Un giorno, tramite questa, intercettò una telefonata diretta da Giovanni Agnelli ad Eva Henger, invitandola ad avere rapporti con lui ce era a secco da molto tempo. Preziosi spifferò tutto alla moglie di Agnelli che, per vendicarsi, convocò tre saggi del campionato italiano (Roberto Bettega, Luciano Moggi e Antonio Giraudo) per decidere la sorte della squadra di Preziosi. La sanzione comminata fu la retrocessione in Serie Z.

Nel tentativo di risalire, Preziosi inciampò inoltre in una valigetta che conteneva il vibratore personale di Silvio Berlusconi, che fece scivolare di nuovo il Genoa di due o tre serie.

Altro

Si sono tentate varie cure contro la malattia che spinge a tifare Genoa. Le più promettenti erano quelle basate sulla somministrazione di vitamina B e C2 ma hanno avuto effetto modesto. Una cura a base di vitamina C2 è stata ipotizzata ma bloccata dalle autorità competenti. I sintomi più frequenti che si riscontrano sui genoani sono:

  • Adorazione sconfinata per Enrico Preziosi.
  • Incapacità ad accettare la realtà.