Gabry Ponte

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« Minkia, sta song spacca di brutto! »
(Truzzo ascoltando una canzone di Gabry Ponte e ignorando che si tratta di un remix di una canzone già esistente)
« Sei il mio santo protettore! »
(Barbone su Gabry Ponte)
« Via di qui! »
(Messinesi a Gabry Ponte)


Gabriele Ponty, in arte Gabry Ponte, è un noto disc jockey nonché un ingegnere di fama mondiale. È stato sotto il governo di Antonio La Trippa ministro dei trasporti e successivamente ministro delle infrastrutture.

Vita e opere

Figlio dell'architetto Gio Ponty e di Modena Ponty, colei che inventò l'aceto balsamico, Gabriele Ponty nasce sulle sponde dello Stretto di Messina nel XX secolo d.C.

Gabry Ponte a Torino nel 1998 al momento di fondare la band degli Eiffel 65, ne è passata di acqua sotto i ponti da allora...

Viene indirizzato dal padre alla professione di ingegnere: va all'università e si iscrive alla facoltà di ingegneria e architettura. Riesce a laurearsi grazie alle tangenti versate dal padre.
Ottenuta la laurea con 110 e lode e 100.000 € da versare nel conto corrente svizzero dei professori, Gabry Ponte (da questo momento lo chiameremo così) si mise subito al lavoro.

Gli fu commissionato da una famiglia di baroni inglesi di ristrutturare la loro vecchia villa, Gabry Ponte fece buttare giù le vecchie mura e al loro posto costruì un anacronistico castello con tanto di torrette, ponte levatoio e un fossato con una decina di coccodrilli.
I figli del barone furono divorati dai coccodrilli e Gabry fu costretto a fuggire in America per evitare linciaggi o ritorsioni legali.

Si trasferisce a Minneapolis dove riprende la sua professione: decide di costruire un ponte sul Mississippi che crollerà dopo pochi giorni causando un centinaio di vittime tra morti, feriti e dispersi.
Si accorge che l'ingegnere non è il suo mestiere quando decide di progettare il ponte sull'Oceano Pacifico, che non fu mai attuato per mancanza di operai: infatti gli unici disposti, pur di guadagnare qualche soldo, a lavorare per lui erano due italiani che si facevano chiamare Jeffrey Jey e Maury.

I tre tornano in Italia e a Torino, non essendo riusciti a entrare alla FIAT per inadempienza dei requisiti minimi, formano una band musicale chiamata Eiffel 65. Il nome era una rimembranza dell'unica costruzione di Gabry che ha retto per più di un minuto (addirittura 1 minuto e 5 secondi), una torre Eiffel alta 15 centimetri edificata secondo i rigidi canoni ingegneristici della Lego. I tre pur non sapendo nulla di musica riescono a riscuotere un successone grazie a canzoni insensate costituite da un insieme di versi e parole biascicate come Blue (Da Ba Dee).

Gli Eiffel 65

   La stessa cosa ma di più: Eiffel 65.

La produzione da solista

Una pessima imitazione.

Stufo di combattere contro eserciti di marziani blu, Gabry Ponte decise di lasciare gli Eiffel per dedicarsi alla carriera di DJ solista. Non avendo voglia di scrivere canzoni da sé, decide di scipparle ad altri cantanti e di remixarle per spacciarle come farina del suo sacco. Questi remix rappresentano il 99% della produzione musicale di Gabry Ponte, il restante 1% è costituito dai rumori prodotti dalla marmitta della sua auto.

Tra le prime canzoni vittime dei remix di Gabry Ponte c'è "Geordie", un classico di Fabrizio De André, che ha avuto il miracoloso effetto di far uscire De André dalla sua tomba per chiedere che la sua salma fosse cremata.
L'anno dopo esce "La Danza Delle Streghe", per questo singolo Gabry Ponte fu accusato dal Tribunale dell'Inquisizione di eresia e rischiò di essere bruciato sul rogo, ma se la cavò creando un remix del "Padre Nostro" da ballare durante le messe del sabato sera, cosa si inventano questi preti pur di far andare a messa i giovani...

È passato alla storia per essere riuscito nell'ardua impresa di far ballare nelle discoteche una canzone cantata da Little Tony, cioè "Figli di Pitagora" che Gabry Ponte prese in prestito dagli Eiffel 65 (neanche le canzoni del suo gruppo si sono salvate) facendola cantare al Piccolo Antonio, remixata ovviamente.

Produzione colta

« Populum nocte discotecae / Donum divinum iuvenis / puellae discintae adoremus / Semper danzantes homini. / De musica tonante! Tam! Tam! Tam! »
(Frammento in latino presumibilmente scritto da Gabry Ponte)

Dopo la dipartita dagli Eiffel 65, Gabry Ponte si è cimentato in saggi di musica colta. Tuttavia molto del materiale è andato perso in seguito all'incendio della discoteca in cui era gelosamente conservato. L'unica fonte pervenuta è il breve frammento di cui sopra. Negli ambienti universitari, si fa riferimento a questo brano con il titolo "De musica tonante".

Su questo brano le controversie filologiche sono innumerevoli. L'appartenenza al corpus Gabripontino è messa in dubbio da alcuni studiosi secondo i quali il testo sarebbe stato scritto da Giulio Cesare. Questa opinione è però rigettata dai Gabripontisti, secondo i quali Cesare scriveva sempre in terza persona, e pertanto mai avrebbe utilizzato una parola come "Adoremus".

È comunque sicuro che l'accompagnamento musicale sia stato scritto da Gabry Ponte. A testimoniarlo, secondo gli studiosi, è lo stile complesso e asimmetrico della melodia, che rasenta i limiti del Prog metal, così come l'assoluta mancanza di parti ripetute e nell'accompagnamento musicale e nel testo, in perfetto stile tunzettone.

Un'altra disputa riguarda il significato del testo. Alcuni sostengono che la traduzione esatta sia qualcosa come:

« Popolo della notte e della discoteca, dono divino del giovane, adoriamo le ragazze nude, uomini che danzano sempre. La musica tonante! Tam! Tam! Tam! »

Tuttavia, la mia professoressa di latino ha detto che in realtà il giusto significato è:

« O ragazze nude, che balliamo sempre per colpa/a vantaggio dell'uomo, adoriamo il popolo della discoteca, dono divino del giovane, quando sarà la notte! (Questa canzone parla) della musica tonante! Tanto! Tanto! Tanto! »

Ha altresì detto che i ragazzi sono intelligenti ma non si applicano.
Tutti i critici sono comunque concordi che l'autore volle usare delle forme arcaiche del latino, come testimonia l'antichissima parola "Discotecae".