Fiat Seicento

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« Sei un criminale »
(Giorgia Meloni rivolta al designer della Seicento)
« Il ragazzo che è sopravvissuto »
(Harry Potter appena sceso da una Seicento)
« E' piccola ma la parcheggio ovunque »
(Tipico proprietario di una qualsiasi FIAT)
Tutte le Seicento sono vendute già incidentate di serie

La Fiat Seicento è una macchina giocattolo su quattro ruote prodotta inspiegabilmente per troppo tempo dalla FIAT, in vendita da assemblare nelle peggiori edicole di Caracas. Ad oggi risulta essere, insieme al Pandino verde del 1995, l'auto su cui i nonni moderni bruciano frizioni con la stessa frequenza con cui cade un governo in Italia e che ti fanno smadonnare dietro di loro a ogni semaforo. Dal 2005 il nome cambia in 600, giusto perché il numero fa più figo.

Storia

Le origini

Il progetto della Seicento risale concettualmente all'invenzione della ruota ma è stato tenuto da parte per un po', almeno fino a quando si è reso necessario togliere di mezzo quell'orrore partorito dalle eccelse menti del Centro Stile FIAT della Cinquecento. La Seicento infatti non è altro che la versione bonazza della vecchia Cinquecento, più bella, più inquinante, più cara. Le motorizzazioni al lancio sono due, un 900 e un 1.1, risalenti tecnicamente ai motori a scoppio dello scorso secolo e abbinati ad un cambio a 5 marce, con una quinta che nessuno metterà mai perché già alla terza ti sembrerà di stare volando nell'iperspazio. Tutte le motorizzazioni hanno di serie la retro che gratta ogni volta che la ingrani e un optional che in caso di tamponamento prevede la morte sul colpo degli occupanti, così puoi evitare di pagare i danni alle altre auto e l'aumento dell'assicurazione. La gamma prevede più versioni delle parole dei termini contrattuali di un qualsiasi sito, sebbene tra l'una e l'altra non cambi niente ad eccezione del prezzo, ovviamente lievitato per le versioni più povere.

La gamma

La versione base è la S, la quale sta per Senza visto il ricco equipaggiamento di serie: senza lo specchietto destro perché i temerari veri non usano gli specchietti, senza i fari, senza i sedili, senza il volante. Senza niente e soprattutto venduta senza sconti, con un listino a partire da 19 mila euro + IVA.

La seconda versione è la SX, una S con fantasie dei sedili ancora più merdose, acquistata perlopiù dalle casalinghe disperate che portano i figli all'asilo e che vogliono fare le fighe con i vetri elettrici. Tutti gli optional aggiuntivi vengono venduti non funzionanti già dalla firma del contratto.

La versione sportiva si chiama Sporting, con il celebre motore Fire (trad. fuoco, perché letteralmente prende fuoco ogni tot di chilometri per poi rigenerarsi dalle proprie ceneri, come le fenici) e in colore giallo piscio con pregiati rivestimenti realizzati in carta forno. Di serie l'urna incorporata nel cruscotto, in quanto è difficile che tu esca vivo da lì una volta salitoci su.

Nel 1999 arriva la versione Young, giovane. Gli scienziati ancora oggi si chiedono come mai questa versione, destinata a quei giovani squattrinati che vogliono una macchinetta per uscire con la morosa il sabato sera, sia stata acquistata da vecchi prossimi alla pensione e nonnine di quartiere. Uno studio di Harvard sta facendo luce sul caso da svariati anni.

Nel 2000 la Seicento va dal chirurgo plastico per rifarsi il look. Arriva il nuovo logo Fiat tanto amato dai ladri e qualche ritocchino qua e là, mentre il motore 900 va in pensione poiché inquinava troppo poco, sostituito da un nuovo 1.1 Fire studiato appositamente per inquinare di più, fumare viola dallo scarico e fondersi ogni anno bisestile. Il motore consuma solo 18 litri di benzina senza piombo al chilometro, il dato più basso tra le citycar di allora, e beve più acqua di un cammello afghano. Tutte le versioni sono ora equipaggiate con l'orologio digitale che non funziona e la spia di riserva sempre accesa. Gli allestimenti sono gli stessi della scorsa gamma, tranne la Young, per porre finalmente fine alla fila di anziani desiderosi di acquistarla.

La stupenda Seicento Brush. Bella, eh?

Tra le serie speciali la Brush, un'orrenda carrozzeria bicolor scelta da Dolce & Gabbana al buio dal prezzo spropositatamente alto e destinata a quei tamarri con il subwoofer più grosso della macchina.

Nel 2005 arriviamo finalmente all'ultima serie. La FIAT si è resa conto che i nonni si stanno dirottando sulla nuova Panda, ugualmente brutta ma più larga, così puoi incazzarti lo stesso ma in uno spazio più ampio e con l'aria condizionata. Per vendere tutte le Seicento chiuse in magazzino, si decide di: cambiare il nome da Seicento a 600, utilizzare tinte che persino un cieco schiferebbe, rimuovere le inutili cinture di sicurezza per consumare meno e soprattutto seguire la vincente strategia FIAT di diminuire i prezzi offrendo meno accessori e utilizzando materiali più scadenti per quelli rimasti che non funzioneranno comunque. Il nuovo colore di questa serie è una graziosa tonalità tuorlo d'uovo, abbinata a sedili con sudore addominale e inguinale incorporato sui quali è cucita una grande scritta FIAT, da cui poi Matteo Salvini prenderà spunto per le sue felpe. Particolarità di questa nuova serie è il cruscotto che si sbriciola sempre più con il passare del tempo, noto come effetto sembrarosicchiatodaunsorciodifogna.

La fine

Dopo dodici inspiegabili, lunghi, estenuanti e infiniti anni in commercio, la Seicento viene cancellata. L'italiano medio senza soldi non vuole una scatoletta per andare al lavoro in quanto preferisce muoversi sul Suv. Tuttavia, la Seicento ancora oggi resta, particolarmente al Sud Italia, un'auto molto usata per farci modifiche illegali, installare impianti audio esagerati o semplicemente per mandare al camposanto la frizione, tanto dai giovani che dai nonnini col cappello.