Ferzan Özpetek

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Fernand Ozpetek quando gli hanno detto che i suoi film fanno cagare.
« Non sono eterossessuale. E chiedo che venga fatta giustizia. »
(Ferzan Ozpetek in un’intervista rilasciata a Barbara d'Urso.)
« No, non è l’ex fidanzato di Luca. Lo assicuro. »
(Povia su Ozpetek.)
« O Ozpetek o quaranta gocce di Valium. Ma è più efficace Ozpetek. »
(Insonne cronico a proposito dei film di Ozpetek.)
« Davvero non è italiano? Ah, allora è nato in Molise? »
(Fata ignorante su Ozpetek.)
« È stanco di rappresentare la comunità gay? Noi siamo stanchi di essere gay. »
(Comunità nazionale gay su Ozpetek.)
« L’Almodovar italiano? Ma se è turco. »
(Almodovar quando gli hanno detto che in italia è ecc ecc ecc.)
« Che razza di trama è questa! Nessuno è gay! Nessuno si rivela gay! Nessuno ha uno sconosciuto fratello gemello gay! Nessuno scopre agy nascosti da qualche parte! Che noia!" »
(Ozpetek dopo aver visto Apocalypse Now.)

Biografia

Ferzan Ozpetek (Istanbul 2 luglio 192222,Mykonos 2.A.C) è un anche troppo assai famoso regista e sceneggiatore turco che l’Italia ha adottato in cambio della catena più famosa di kebab al mondo One. Nato per l’appunto ad Istanbul in una famiglia vegana dell’alta borghesia turca imparentata con il 41esimo ladrone decide di trasferirsi in Italia per studiare storia del cinema presso l’università la Pazienza di Roma. Iscrittosi precisamente il 2 luglio del suo anno di nascita alle 9.00 di mattina, ottiene il titolo di dottore in storia del cinema sordo cieco lo stesso giorno alle ore 12.30,conseguendo la laurea con ben due ore fuori corso. Del resto, è ben concepibile questa incostanza negli studi per il giovane Ferzan, il cui vero sogno nel cassetto era sempre stato quello di costruire pignatte per i carri dei gay pride.

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Ferzan Ozpetek sempre intimorito quando incontra il suo maestro.

Comunque l’acume e il qualunquismo pseudo-avanguardistico e dozzinale non mancano e il giovane fanciullo non può fare a meno di percorrere la sfavillante strada che lo porterà al successo sul grande schermo e lo farà assurgere a miglior regista di sempre a detta di quella fetta radical chic italiana che a manifesto del proprio radicalismo scelse l’emancipatissimo e libertario romanzo di Oriana Fallaci Lettera ad un bambino mai nato.

La sua ars poetica in pellicola è sicuramente caratterizzata dalla eterogeneità di temi e dall'originalità di personaggi infallibilmente sempre uguali, interpretati da quei quattro scellerati in cassa integrazione pagati dall’INPS.

Infatti a parte le solite location in casolari sperduti in campagna, per lo più ex possedimenti sabaudi confiscati alla mafia hippie degli anni sessanta, a parte le solite tematiche di pseudo emancipazione omosessuale e a parte i soliti intrecci tra personaggi ricchi e costretti a praticare un’omosessualità forzata perché è così che va di moda dal 1990 ad oggi spiccati sono i riferimenti biografici), il camaleontismo, la sprovvedutezza e il coraggio di rivoluzionarsi, emergono arrogantemente dalla impavida e lampante scelta di girare tutti e dodici i film in mesi diversi dell’anno partendo dal tredicesimo mese. Scelta assolutamente avanguardista di un artista che non ha paura di cambiare e di sperimentarsi.

Filmografia

Reazione della comunità gay all'ultimo film di Ozpetek.

Kebab at breakfast (censurato fino a domani).

Le fate ignoranti e i folletti dotati.

Mine vaganti (che vagano dove non dovrebbero).

L’infisso difettoso (primo della trilogia).

La finestra di fronte (secondo della trilogia).

La quinta defenestrazione di Praga (terzo della trilogia).

Saturno era contro ma Venere era allineata con Giove.

In questo film l'unico gay è solo il tecnico luci, giuro! (Film rimasto incompiuto).

Curiosità

La sua eterosessualità repressa a dispetto di un’omosessualità esplicitamente espressa nelle sue opere cinematografiche ha ispirato grandi opere artistiche come la famosissima canzone Luca era gay e adesso sta con lei di Povia, caposaldo della controcultura post-moderna italiana e inno nazionale delle giovani marmotte delle cascate delle Marmore.