Utente:Zurpone/Sandbox2: differenze tra le versioni

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== A che serve ==
== A che serve ==


A dispetto del nome sgraziato, il capro espiatorio svolge un'importantissima funzione di profilassi per il [[fondoschiena]], salvaguardandolo da [[Ce l'hai nel culo|fastidiose ingerenze estranee]], sia in senso letterale sia in senso lato. Tuttavia non ha forma di [[Preservativo|palloncino unto]]. La sua funzione consiste nell'accollarsi colpe e responsabilità altrui, subendone ingiustamente le conseguenze. Il fatto che ciò possa essere considerato [[etica|eticamente]] riprovevole non va assolutamente preso in considerazione, altrimenti non se ne esce più e saremmo ancora ai tempi del [[Mago Otelma]].
A dispetto del nome sgraziato, il capro espiatorio svolge un'importantissima funzione di profilassi per il [[fondoschiena]], salvaguardandolo da [[Ce l'hai nel culo|fastidiose ingerenze estranee]], sia in senso letterale sia in senso lato. Tuttavia non assomiglia a un [[Preservativo|palloncino unto]]. La sua funzione consiste nell'accollarsi colpe e responsabilità altrui, subendone ingiustamente le conseguenze. Il fatto che ciò possa essere considerato [[etica|eticamente]] riprovevole non va assolutamente preso in considerazione, altrimenti non se ne esce più e saremmo ancora ai tempi del [[Mago Otelma]].


Da quanto tempo l'uomo sente la necessità di accollare ad altri la colpa delle sue [[cazzate]]? A occhio e croce, dai tempi di [[Adamo]]. Il soddisfacimento di quello che si può ragionevolmente definire ''bisogno primario'' fu perseguito dall'uomo non appena questi si rese conto che con una semplice [[clava]] poteva dare libero sfogo a tutte le sue frustrazioni. Questo bisogno divenne impellente con l'avvento delle [[religione|religioni]]: di fronte ad una divinità incazzosa ed incline allo spargimento di [[cavalletta|cavallette]] e carestie, era sempre consigliabile indicare il proprio vicino come colpevole di tutti i mali. Il bello è che questo meccanismo funzionava davvero. Funzionava talmente bene che [[qualcuno]] decise di istituzionalizzarlo.
Da quanto tempo l'uomo sente la necessità di accollare ad altri la colpa delle sue [[cazzate]]? A occhio e croce, dai tempi di [[Adamo]]. Il soddisfacimento di quello che si può ragionevolmente definire ''bisogno primario'' fu perseguito dall'uomo non appena questi si rese conto che con una semplice [[clava]] poteva dare libero sfogo a tutte le sue frustrazioni. Questo bisogno divenne impellente con l'avvento delle [[religione|religioni]]: di fronte ad una divinità incazzosa ed incline allo spargimento di [[cavalletta|cavallette]] e carestie, era sempre consigliabile indicare il proprio vicino come colpevole di tutti i mali. Il bello è che questo meccanismo funzionava davvero. Funzionava talmente bene che [[qualcuno]] decise di istituzionalizzarlo.

Versione delle 19:15, 19 ago 2013

« Pianga, Malaussène, pianga in modo convincente. Sia un buon capro! »

Quella del capro espiatorio è senza dubbio un'invenzione geniale. Tutti possono diventarlo, in qualunque momento. Si tratta dunque di un animale, non necessariamente ruminante o cornuto, anche se quest'ultima opzione si verifica spesso. Il capro espiatorio è una condizione, uno status, una necessità. Soprattutto, fa parecchio comodo averne uno a portata di mano: non si sa mai cosa riserva la vita. Pare sia più utile di una guida turistica.
Spesso letture superficiali e interpretazioni non corrette lo trasformano in capro espiratorio o addirittura in capro respiratorio, ma qui non c'entra la pneumologia. Questo articolo serve per confondere ulteriormente le idee.

A che serve

A dispetto del nome sgraziato, il capro espiatorio svolge un'importantissima funzione di profilassi per il fondoschiena, salvaguardandolo da fastidiose ingerenze estranee, sia in senso letterale sia in senso lato. Tuttavia non assomiglia a un palloncino unto. La sua funzione consiste nell'accollarsi colpe e responsabilità altrui, subendone ingiustamente le conseguenze. Il fatto che ciò possa essere considerato eticamente riprovevole non va assolutamente preso in considerazione, altrimenti non se ne esce più e saremmo ancora ai tempi del Mago Otelma.

Da quanto tempo l'uomo sente la necessità di accollare ad altri la colpa delle sue cazzate? A occhio e croce, dai tempi di Adamo. Il soddisfacimento di quello che si può ragionevolmente definire bisogno primario fu perseguito dall'uomo non appena questi si rese conto che con una semplice clava poteva dare libero sfogo a tutte le sue frustrazioni. Questo bisogno divenne impellente con l'avvento delle religioni: di fronte ad una divinità incazzosa ed incline allo spargimento di cavallette e carestie, era sempre consigliabile indicare il proprio vicino come colpevole di tutti i mali. Il bello è che questo meccanismo funzionava davvero. Funzionava talmente bene che qualcuno decise di istituzionalizzarlo.

Il popolo ebraico, da sempre una spanna avanti agli altri in materia di religione[citazione necessaria], aveva organizzato la faccenda nei minimi dettagli. Il sommo sacerdote Keskif-Skifets rivelò che Yahweh gli aveva parlato nel sonno:

Yahweh : Popolo eletto col voto di scambio! Siete talmente stronzi che vi disintegrerei con un'onda energetica!
Sacerdote : Beh, ultimamente, in effetti...
Yahweh : Taci, idiota! L'unica cosa che capite voialtri sono solo le persecuzioni! Esigo un sacrificio umano una volta all'anno, per rimettervi i vostri peccati del cazzo!
Sacerdote : Senta, capo, invece di un uomo due capretti possono andare bene uguale?
Yahweh : Ma anche sì!
Sacerdote : Roger! Domani stesso cominciamo!

Nel giorno di Yom Kippur (che suppergiù corrisponde al plutonedì), cioè il "Giorno dell'Espiazione", la comunità ebraica offriva due capri uguali fra loro, da sacrificare nel Tempio di Gerusalemme in espiazione dei propri peccati. Il sommo sacerdote compiva un'estrazione a sorte tra i due capri. Il primo era immolato nei pressi dell'altare dei sacrifici, posto all'ingresso dell'edificio del Tempio (il "Santo"). Il suo sangue era utilizzato per purificare il tempio e l'altare profanati dai peccati degli Israeliti (Levitico 16,5-10).

Il sommo sacerdote, poi, poneva le sue mani sulla testa del secondo capro e confessava i peccati del popolo di Israele. Il capro veniva quindi condotto in un'area desertica a circa 12 chilometri da Gerusalemme, dove secondo la tradizione rabbinica veniva precipitato da una rupe (Lv 16,20-22). Il primo capro è detto "espiatorio" e il secondo "emissario".

Nel linguaggio comune, però anche il capro emissario è chiamato capro espiatorio, perché anch'esso contribuisce in qualche modo al rito di espiazione, portando via con sé nel deserto i peccati.

Si osservi che la bestia non viene offerta né a YHWH né ad Azazel, proprio perché i peccati la rendono impura e perciò inadatta ad essere vittima sacrificale.

Secondo molti esegeti il significato teologico del rito è poco chiaro; esso probabilmente costituisce una esorcizzazione e inculturazione di riti campestri arcaici pre-esistenti l'ebraismo.

  • necessità storico/religiose di un c. e.
  • come ci si arriva
  • identificazione del c. e.

Perché proprio un capro e non, chessò, un eterocefalo glabro?

  • capro/capra
  • persecuzione caprina, compreso cazu de crabittu
  • bibbia
  • oggigiorno

Fino alla distruzione del Secondo Tempio (70 d.C.), una delle cerimonie più importanti era l'offerta del "capro emissario", o "capro espiatorio" (Levitico 16:8-10) che ogni anno, nel giorno di Kippur, veniva mandato a Azazel. Azazel è una parola oscura che non si trova in nessuna altra parte della Bibbia ebraica. La parola può derivare da 2 parole, ez, che significa capro, e azel, che significa partenza. La Mishnah (Yoma cap. 6) ed il Talmud (Yoma, fogli 66-67) descrivono in dettaglio il trasporto di questo capro all'esterno del Tempio e di Gerusalemme, verso il deserto cui conduceva i peccati del popolo ebraico. Il Talmud e Rashi, il più autorevole commentatore della Torah, spiegano esplicitamente che Azazel è il nome di un precipizio dove il capro sacrificale veniva precipitato. Altri lo ritengono il nome di uno spirito maligno; uno spirito con questo nome è menzionato nel libro apocrifo di Enoch, e più tardi nella letteratura ebraica. Seguendo questa interpretazione, l'idea della cerimonia sembrerebbe quella di rimandare i peccati negli spiriti maligni che li possedevano in origine. È stato notato che simili riti di espiazione avevano prevalso fra le nazioni pagane.

I critici moderni della Bibbia, che attribuiscono questi passaggi al codice sacerdotale, e a una data successiva all'Esilio, sono propensi a credere che l'invio del capro ad Azazel sia un adattamento di una cerimonia preesistente. Alcuni studiosi biblici più conservatori hanno notato che il posto dove veniva portato il capro era un "luogo selvaggio", fuori dalla città, e che là non esisteva un posto chiamato Azazel. Il loro punto di vista è che il "capro della partenza" era semplicemente "lasciato andare". Queste ultime ipotesi sono in chiara contraddizione con la tradizione ebraica.