Onda studentesca: differenze tra le versioni

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==La costituente==
==La costituente==
[[Immagine:Scontri_Polizia.JPG|right|300px|thumb|I ragazzi di blocco studentesco con i loro tipici caschi blu]]
[[Immagine:Scontri_Polizia.JPG|right|300px|thumb|I ragazzi di blocco studentesco con i loro tipici caschi blu]]
Il movimento non è rimasto limitato alla sterile protesta, ma ha presentato delle proposte di autoriforma dell'università. Queste proposte sono riuscite a generare un'indifferenza trasversale nel mondo politico, ma si sono rivelate un'ottima soluzione per le continue carenze di carta igienica.
Il movimento non è rimasto limitato alla sterile protesta, ma ha presentato delle proposte di autoriforma dell'università. Queste proposte sono riuscite a generare un'indifferenza trasversale nel mondo politico e nella popolazione italiana, ma si sono rivelate un'ottima soluzione per le continue carenze di carta igienica.


Il documento di autoriforma venne scritto alla Sapienza dopo la manifestazione nazionale. In quei giorni studenti provenienti da tutta Italia, ed anche dalla Sardegna, si riversarono nell'ateneo romano, dove si discusse senza interruzioni per due giorni. La Sapienza divenne un vero e proprio albergo per studenti, ma non solo: nelle facoltà occupate si potevano trovare anche ricercatori, docenti e barboni, tutti a contribuire al documento di autoriforma; fondamentale è stato proprio il contributo di quelli che avevano passato la loro vita a chiedere elemosine, a scaldarsi con vecchi giornali ed a cercare vestiti nell'immondizia. E poi anche i barboni sono stati d'aiuto.
Il documento di autoriforma venne scritto alla Sapienza dopo la manifestazione nazionale. In quei giorni studenti provenienti da tutta Italia e anche dall'estero (Sardegna e Sicilia) si riversarono nell'ateneo romano, dove si fumò senza interruzioni per due giorni. La Sapienza divenne un vero e proprio albergo per studenti, ma non solo: nelle facoltà occupate si potevano trovare anche ricercatori, docenti, baroni e barboni, tutti a contribuire al documento di autoriforma; fondamentale è stato proprio il contributo di quelli che avevano passato la loro vita a chiedere elemosine, a scaldarsi con vecchi giornali ed a cercare vestiti nell'immondizia. E poi anche i baroni sono stati d'aiuto, riuscendo a far firmare sotto gamba agli studenti un documento con il quale tutelavano i propri interessi, a scapito di quelli dei (comunque pochi) studenti pirloni che si fanno un mazzo tutto il giorno. I 2000 dell'assemblea firmarono tutti: evidentemente, non c'era nessuno di quei pirloni di cui sopra.


Alla fine i documenti prodotti, anche se sembravano scritti da Karl Marx fatto di acidi, ad un'attenta analisi avevano senso; ancora oggi però si ricerca un loro possibile utilizzo.
Alla fine i documenti prodotti, anche se sembravano scritti da Karl Marx, ad un'attenta analisi (non) avevano senso; ancora oggi però li si presente come la dimostrazione che gli studenti sono capaci di organizzarsi in modo critico (versione Onda Studentesca) e che gli studenti che manifestarono non avevano ancora letto per bene e compreso la riforma (versione Governo Italiano).


==Collegamenti==
==Collegamenti==

Versione delle 12:15, 4 gen 2009

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NonNews

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« Quest'onda mai mi affonderà, gli studenti non mi avranno mai... Scialalallalà scilalalalalà, quanto resisterà? »
(Er Piotta feat Gelmini MC)
« Noi la crisi non la paghiamo »
« Si, e chi la paga la crisi? I banchieri? Il Vaticano? Gli imprenditori? Cribbio, un po' di serietà »
« Berlusconi i capelli li devi alla ricerca »
L'eccellente lavoro svolto dalle forze dell'ordine

L'Onda nasce come un movimento studentesco di protesta contro i tagli del governo sull'università, ma si trasforma dopo una settimana in un movimento di critica costruttiva ai fondamenti stessi della società neoliberista nonché in un'ottima scusa per saltare le lezioni.

Si configura da subito come una protesta trasversale, dall'estrema sinistra, alla sinistra, fino al centro-sinistra. Secondo il nostro presidente del consiglio ne fanno parte soprattutto giovani manovrati dalla mente diabolica di Veltroni, che da vero genio del male qual è, ha convinto milioni di giovani (un centinaio per la questura) che il governo stava tagliando i fondi per l'università e la ricerca.

I presunti tagli

Gli studenti, si sa, amano macinare chilometri per le strade delle loro città gridando slogan scemi, ma è evidente che i tagli a ricerca ed università se li sono sognati: del resto, perché il governo dovrebbe essere così pazzo da tagliare proprio i fondi essenziali per lo sviluppo del Paese? (.................................................................................. scrivete qui la vostra risposta, ritagliate il monitor e speditelo a Napolitano). Studiando la legge si scopre infatti che non sono tagliati i fondi per fare ricerca, come tutti pensano, ma solo quelli per pagare gli stipendi ai ricercatori! Questi privilegiati potranno quindi continuare tranquillamente a coltivare il loro hobby, senza dover nemmeno pagare per l'affitto delle attrezzature (il Presidente del Consiglio si è dimostrato magnanimo, consentendo l'utilizzo gratuito dei macchinari più avanzati, come l'attrezzo che in Italia, unici al mondo, usiamo per cercare di rompere i legami molecolari, ma che spesso viene usato dai ricercatori per darselo sulle palle). Il Presidente del Consiglio ha inoltre annunciato che arriverà una nuova legge per premiare il merito dei ricercatori: dal prossimo anno chi fa ricerca verrà incatenato in uno scantinato, senza cibo e con un dipendente pubblico che lo frusta; per ogni premio Nobel che riceve gli verrà dato un panino.

I tagli alle università invece ci sono, ma sono fatti per combattere i baroni: è ovvio infatti che se si tagliano i fondi, i baroni, che sono gente onesta, diminuiranno subito il loro stipendio pur di garantire l'alta qualità dell'insegnamento, stando a quanto sostiene Tremonti. Del resto era inevitabile che riducessimo i fondi per le università, dato che investiamo nel sapere più di qualunque altro Paese dell'Africa sub-sahariana o dell'America latina, e che il governo ha già speso molto per non far pagare l'Ici ai ricchi e per salvare i banchieri, senza contare tutti i soldi che ci partono per pagare gli insegnanti di religione. Ci sono delle priorità, ragazzi!

Gli Inizi

Dei ragazzi che stanno per essere strumentalizzati dalla sinistra

Questa estate, mentre tutti erano al mare a farsi fare pompini, opposizione compresa, il nostro instancabile presidente del consiglio (Che invece non ha bisogno di spostarsi da palazzo Chigi per farsi succhiare l'uccello, e venire in faccia alle pari opportunità) approfittando del fatto che tutti erano distratti, decise di partorire una legge in cui racchiudere tutte le schifezze che gli venivano in mente. Così, sforzandosi, dopo tonnellate di lassativo e con Sandro Bondi che gli carezzava il pancino, Berlusconi riuscì ad espellere dal suo corpo la legge 133. Questa legge, inizialmente registrata come dl 666, contiene il rifinanziamento delle centrali nucleari, un articolo (55, come se ve ne fregasse qualcosa) che ostacola la lotta all'evasione fiscale, la depenalizzazione della pedofilia sadomaso e ovviamente i famosi tagli agli atenei.

Quando gli studenti rientrarono dalle vacanze trovarono questa bella legge, e visto che normalmente sono già abbastanza incazzati perché, poveri loro!, la perfida destra iliberale li costringe a studiare per passare l'anno si creò un casino talmente grande che a stento il TG5 riuscì ad ignorarlo. In tutta Italia gli studenti scesero in piazza, portando la loro gioia di saltare la scuola, la loro indignazione di fronte alle assurde pretese del governo (condannato ovviamente come fascistoide: non si è mai studiato a scuola, chi sono loro per fare ora ciò?) e, ma queste non mancano mai, le loro droghe. I licei e le università vennero occupati, le strade bloccate, i treni fermati, ed il governo si convincense ulteriormente, se ce ne fosse ancora bisogno, che non erano gli unici in Italia a farsi le pippe tutto il giorno. O, per dirla con Il Riformista, "l'antiberlusconismo favorisce Berlusconi".

Gli scontri di Piazza Navona

La sfilata della Majorettes non è passata inosservata

Era una frizzante mattinata d'autunno e dei ragazzi con pettinature millimetriche stavano facendo la loro quotidiana passeggiata mattutina per le strade di Roma, aiutando come al solito le vecchiette ad attraversare la strada e gettando l'immondizia che trovavano addormentata sulle panchine. I ragazzi facevano parte di un circolo culturale chiamato Blocco Studentesco, un movimento pacifista Gandhiano noto per la moderazione delle sue idee e delle sue azioni.

All'improvviso, giunti per caso in piazza Navona (stavano in realtà cercando la più vicina chiesa per la loro preghierina delle 11) videro dei ragazzi che sembravano alquanto arrabbiati. Alchè quello che tra loro più splendeva per saggezza e purezza d'animo, di nome Francesco, disse: "perché tanto livore? Siete forse infuriati per il malvagio trattamento riservato al nostro duce anni or sono? Gioite! Egli infatti ha perdonato da tempo i colpevoli di quell'ignominia, ed ora ci guarda dall'alto e ci benedice!". Ma uno dei ragazzi lì presenti si infuriò e colpì più volte con la testa il pugno di Francesco, lasciandogli tutta la mano indolenzita. A questo punto i compagni di Francesco si sfilarono le loro cinte e cominciarono a farle roteare in aria in segno di pace. Ma gli altri ragazzi ancora cercavano di danneggiare le costose cinte battendoci sopra la schiena ed il viso.

Le forze dell'ordine, chiaramente in accordo con i manifestanti, non mossero un dito per proteggere Francesco ed i suoi compagni di merende. Il peggio però avvenne dopo. Dei pericolosi intellettuali bolscevichi provenienti dall'università arrivarono nella piazza: Francesco ed i suoi amici presero dal loro camioncino pieno di giocattoli le loro mazze chiodate da passeggio, che volevano usare come aste per sventolare le bandiere della pace contro l'uso della violenza. Ma non ebbero tempo. Gli universitari cominciarono a colpire Francesco ed i suoi amici con vere e proprie armi che avevano portato, come sedie di plastica e tavolini di vimini, mentre gli aggrediti invano cercavano di difendersi con quello che trovavano in strada, solo aste di ferro e qualche coltello. A questo punto la polizia, notoriamente filosovietica, intervenne a difesa degli universitari, arrestando Francesco ed i suoi amici e trattenendoli in questura per ben quattro (4) ore, impedendogli di assistere alla santa messa.

La costituente

I ragazzi di blocco studentesco con i loro tipici caschi blu

Il movimento non è rimasto limitato alla sterile protesta, ma ha presentato delle proposte di autoriforma dell'università. Queste proposte sono riuscite a generare un'indifferenza trasversale nel mondo politico e nella popolazione italiana, ma si sono rivelate un'ottima soluzione per le continue carenze di carta igienica.

Il documento di autoriforma venne scritto alla Sapienza dopo la manifestazione nazionale. In quei giorni studenti provenienti da tutta Italia e anche dall'estero (Sardegna e Sicilia) si riversarono nell'ateneo romano, dove si fumò senza interruzioni per due giorni. La Sapienza divenne un vero e proprio albergo per studenti, ma non solo: nelle facoltà occupate si potevano trovare anche ricercatori, docenti, baroni e barboni, tutti a contribuire al documento di autoriforma; fondamentale è stato proprio il contributo di quelli che avevano passato la loro vita a chiedere elemosine, a scaldarsi con vecchi giornali ed a cercare vestiti nell'immondizia. E poi anche i baroni sono stati d'aiuto, riuscendo a far firmare sotto gamba agli studenti un documento con il quale tutelavano i propri interessi, a scapito di quelli dei (comunque pochi) studenti pirloni che si fanno un mazzo tutto il giorno. I 2000 dell'assemblea firmarono tutti: evidentemente, non c'era nessuno di quei pirloni di cui sopra.

Alla fine i documenti prodotti, anche se sembravano scritti da Karl Marx, ad un'attenta analisi (non) avevano senso; ancora oggi però li si presente come la dimostrazione che gli studenti sono capaci di organizzarsi in modo critico (versione Onda Studentesca) e che gli studenti che manifestarono non avevano ancora letto per bene e compreso la riforma (versione Governo Italiano).

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