Utente:Il Signor Lapa/Sandbox6: differenze tra le versioni

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La '''Canzone delle Osterie''' è una delle più antiche e pregevoli ballate popolari italiane pervenuteci, composta secoli or sono da [[qualcuno|ignoti]] ma tuttora di grande attualità nell'esporre il suo messaggio profondo con leggiadria ancora insuperata.
La '''Canzone delle Osterie''' è una delle più antiche e pregevoli ballate popolari italiane pervenuteci, composta secoli or sono da [[qualcuno|ignoti]] ma tuttora di grande attualità nell'esporre il suo messaggio profondo con leggiadria ancora insuperata.


Si divide in strofe di quattro ottonari in rima baciata ciascuna seguite da una ripresa in cui il cantore evoca la Bionda Virtù e la Mora Saggezza personificate affinché educhino gli ascoltatori.
Si divide in strofe di quattro ottonari in rima baciata ciascuna, dove viene castigato il malcostume popolare, seguite da una ripresa in cui il [[cantante|cantore]] evoca la [[Virtù|Bionda Virtù]] e la [[Saggio|Mora Saggezza]] personificate affinché educhino gli ascoltatori.


Segue l'analisi del testo.
Segue l'analisi del testo.
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Osteria numero quattro<br />
Osteria numero quattro<br />
la servetta ha rotto il piatto<br />
la servetta ha rotto il [[piatto]]<br />
per non dirlo alla parona<br />
per non dirlo alla padrona<br />
se lo ficca nella mona<br />
se lo ficca nella [[mona]]<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''Dammela a me biondina,<br />
''dammela a me mora!''<br />
''dammela a me mora!''<br />

Il messaggio verte ora sul senso di colpa: chi commette un [[errore]], deve saper prendersi le proprie responsabilità e avere il [[coraggio]] di ammettere i propri sbagli se non vuole che la colpa lo renda servo e lo tormenti come un coccio rotto nella [[vagina]].


Osteria numero cinque<br />
Osteria numero cinque<br />

Versione delle 23:43, 13 nov 2012

"Osteria sessantasette / le ragazze han le tette / han le tette da succhiare / e la figa per chiavare / dammela a me biondina / dammela a me bionda"

La Canzone delle Osterie è una delle più antiche e pregevoli ballate popolari italiane pervenuteci, composta secoli or sono da ignoti ma tuttora di grande attualità nell'esporre il suo messaggio profondo con leggiadria ancora insuperata.

Si divide in strofe di quattro ottonari in rima baciata ciascuna, dove viene castigato il malcostume popolare, seguite da una ripresa in cui il cantore evoca la Bionda Virtù e la Mora Saggezza personificate affinché educhino gli ascoltatori.

Segue l'analisi del testo.

Strofe canoniche

Osteria numero zero
vedo un prete tutto nero
che con mille contorsioni
suona il piano coi coglioni
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Già dalla prima strofa l'autore biasima la decadenza del clero cattolico, simboleggiato da un sacerdote nero di peccato che si contorce nel mondo secolare dedicandosi a musica e facezie anziché alle cose di lassù. Da notare ancora la supplica alle due dee di darci rispettivamente la Virtù e la Saggezza, invito poi ripetuto per il resto del componimento.

Osteria numero uno
in convento non c'è nessuno
ma qui ci sono preti e frati
che s'inculano beati
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Qui si rincara la dose, evidenziando come ormai i religiosi preferiscano l'ambiente delle osterie ai luoghi di culto e il dilagare della sodomia, senza il minimo senso di colpa...

Osteria numero due
le mie gambe fra le tue
le tue gambe fra le mie
fanno mille porcherie
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Quante porcherie, genera la fornicazione! E quale la confusione che le nuove tecniche erotiche portano nei nostri cuori! Dammi, o dea, la Virtù e la Saggezza!

Osteria numero tre
la Peppina fa il caffè
fa il caffè alla francese
con le pezze del marchese
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Qualche anno fa una celebre canzonetta dello Zecchino d'oro recitava: "Il caffè della Peppina / non si beve la mattina / né col latte né col tè / ma perché perché perché?" Beh, bambini, questo mi sembra un ottimo perché.

Osteria numero quattro
la servetta ha rotto il piatto
per non dirlo alla padrona
se lo ficca nella mona
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Il messaggio verte ora sul senso di colpa: chi commette un errore, deve saper prendersi le proprie responsabilità e avere il coraggio di ammettere i propri sbagli se non vuole che la colpa lo renda servo e lo tormenti come un coccio rotto nella vagina.

Osteria numero cinque
c'è chi perde e c'è chi vince
ma chi perde caso strano
se lo trova dentro l'ano
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Osteria numero sei
c'è il casino degli ebrei
ma gli ebrei son porcaccioni
ficcan dentro anche i coglioni
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Osteria numero sette
il salame piace a fette
ma alle donne caso strano
il salame piace sano
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Osteria numero otto
la marchesa fa il risotto
fa il risotto ben condito
con lo sperma del marito
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Osteria numero nove
i soldati fan le prove
fan le prove contro il muro
per veder chi l'ha più duro
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Osteria numero dieci
se hai fame mangia i ceci
per la fica e per il culo
troverai sempre un padulo
Dammela a me biondina,
dammela a me mora!

Osteria numero venti
se la fica avesse i denti
quanti cazzi all'ospedale
quante fiche in tribunale
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Osteria numero trenta
chi dà il culo non si penta
oggigiorno caso strano
va di moda il deretano
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Osteria sessantasette
le ragazze hanno le tette,
han le tette da ciucciare
e la figa per chiavare
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Osteria numer'ottanta
la mattina il gallo canta
la mattina sul più bello
s'alza pure il mio uccello
dammela a me biondina
dammela a me mora!
Osteria numero cento

se la fica andasse a vento
quanti cazzi in alto mare
imparerebbero a nuotare
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Osteria numero mille
il mio cazzo fa scintille
fa scintille sulla legna
figuriamoci sulla fregna
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Strofe opzionali a tema religioso

Osteria numero enne
il mio cazzo ha le antenne
quando inculo il sacrestano
sento radio Vaticano
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Osteria del Vaticano
è successo un fatto strano
Sua Eminenza con gli occhiali
inculava i cardinali
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Osteria dell'Antinferno
s'è incazzato il padreterno
perché il suo divin figlioloo
è tornato con lo scolo
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Osteria del vescovado
là di certo non ci vado
non è posto da Goliarda
perché manca la Bernarda
dammela a me biondina
dammela a me mora!

Conclusione (opzionale)

Osteria del gallo d'oro
il più stronzo è chi fa il coro
ma il più stronzo della lista
è colui che fa il solista
dammela a me biondina
dammela a me mora!