Disastro aereo di Tenerife

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Il memorial per il più cruento disastro della storia dell'aviazione: il chiusino d'una chiavica.
« Eccolo! Guardatelo quel figlio di puttana! Quel figlio di puttana sta arrivando! Usciamo! Usciamo! Usciamo! »
(Il capitano Victor Grubbs mentre affronta una guardia della Honeycomb Maze del Takeshi's Castle)

Il disastro aereo di Tenerife è stato il più malriuscito tentativo di imitazione, da parte di due Jumbo Jet, di un noto episodio di Happy Days, quello con il salto di una fila di bidoni della spazzatura: il 27 marzo 1977 il KLM 4805 “Fonzie” tentò l'impresa scavalcare la groppa del Pan Am 1736 “Sky Garbage” nella pista di decollo di Los Rodeos, nelle isole Canarie, entrambi carichi di passeggeri per bilanciare i pesi (all'epoca un sacco di sabbia era più costoso dell'ingaggio di una comparsa).

L'incidente che ne seguì costò la vita a 583 persone, primo nella storia dell'aviazione per numero di vittime e per livello di imbecillità degli artisti protagonisti.

Per questioni legali, di immagine e di minacce dirette ai testicoli dell'autore di questo articolo, ciò che viene riportato in questa pagina è la versione ufficiale, ritoccata e rifilata a gente come te.

Antefatti

Le beghe a Las Palmas

Uno scatto del comandante del Pan Am Victor Grubbs e il co-pilota Robert “Bob” Bragg il giorno della tragedia.

Los Rodeos era all'epoca uno degli aeroporti più piccoli d'Europa, tanto da essere soprannominato la “cabina telefonica” (dal 2011 è stato cambiato il suo nomignolo in “smartphone”). A far ivi convergere un insolito traffico di aeromobili fu un allarme terroristico al ben più capiente aeroporto di Las Palmas (detto “Que dos Palmas!”): un odore terribile e preoccupante, tra il cane bagnato e il cacio marcio, proveniente dalla zona carousel, indusse la direzione a temere l'attivazione di un ordigno chimico, causando la chiusura dello scalo. Il comandante del Pan Am Victor Grubbs, già con las palmas girate per il volo transoceanico appena effettuato, cercò di impietosire i controllori del traffico aereo spagnolo per convincerli a far comunque atterrare il suo velivolo, adducendo scuse puerili come “la vecchietta col mal d'aria”, “avarie all'impianto quantico” e altre improbabili fole riguardanti la sua prostata. La risposta dalla torre di controllo, concisa seppur scortese, non tardò a giungere:

« Faccia poco il coglione e si diriga verso Los Rodeos! »

Le beghe a Los Rodeos

Come già accennato, l'aeroporto di Los Rodeos, con una sola pista di atterraggio e una di decollo (coincidenti) e una sola pista di rullaggio e un piccolo spazio adibito alla sosta dei mezzi (coincidenti), era a malapena in grado di gestire una parata di carri di Carnevale.

I volantini distribuiti nel KLM con l'immagine del navigato comandante Van Zanten non infusero nei passeggeri la sicurezza voluta.

Effettivamente una carnevalata era ciò che pareva la situazione del 27 marzo 1977, anche se quelli che schizzavano dagli aerei non erano coriandoli e dolciumi, ma i nervi degli equipaggi e dei passeggeri.

Il Pan Am statunitense e il KLM olandese, i protagonisti di questa fiaba, si ritrovarono accodati sulla pista di rullaggio, il primo a respirare gli scarichi del secondo. Che già ci fosse una strana tensione nell'aria si capì allorché, con già un cumulo di ore di ritardo mostruoso, il KLM si mise pure di traverso nell'unica via d'accesso alla pista di decollo, rifornendosi di carburante con la tipica, irritante calma di un guidatore della domenica. Il capitano Grubbs, in un titanico sforzo di mantenere il controllo di sé, tentò di contattare van Zanten:

« Quanto tempo vi occorrerà per rifornire? »

La risposta, con un tono seccato, fu:

« Lo stesso che mi serve per farmi tua madre! »

Una serie di strombazzate esasperate partirono dunque dal Pan Am, un dito medio fece capolino da un punto imprecisato del KLM.

Gli istanti prima dello schianto

L'allarme bomba a Las Palmas era ormai rientrato da un pezzo e liquidato dalla direzione con un semplice scusate, raga, tutto a posto, errore nostro e, poco prima delle 17:00, sia il KLM che il Pan Am erano finalmente stati autorizzati a prepararsi per prendere il cielo. L'umore generale era quello di un minatore rumeno il lunedì mattina, ma, nonostante tutto, tra equipaggio e controllori di volo si cercò ancora di esternare una parvenza di professionalità:

- Torre di controllo: “KLM 4805 da torre di controllo: rullate lungo la pista principale, eseguite una rotazione di 180° sulla testata 30 e attendete l'autorizzazione per il decollo.”
- KLM: “Ricevuto. Ma in quale senso dobbiamo ruotare?”
- Torre di controllo: “(breve silenzio confuso) Ma sei serio?”
- KLM: “Ricevuto.”
Il pedantesco ossequio dei regolamenti del comandante Grubbs fu uno dei tanti anelli della catena che terminò nel disastro.
- Torre di controllo: “Pan Am 1736, qui torre di controllo: rullate in scia del KLM 4805, infilatevi nella terza uscita e attendete che si liberi la pista.”
- Pan Am: “Scusate, non stavamo ascoltando, potreste ripetere?”
- Torre di controllo: “Umpf... Pan Am 1736, qui torre di controllo: rullate in scia del KLM 4805, infilatevi nella terza uscita e attendete che si liberi la pista!”
- Pan Am: “Cos'è che dobbiamo rollare?!”
- Torre di controllo: STOCAZZO! Datevi una sbrigata o vi facciamo passare avanti dal Sata portoghese!”
- Pan Am: “No! Tutti ma non il portoghese! Ok, ci muoviamo... che uscita avevate detto?”
- Torre di controllo: “La terzaaaa!!”
- Pan Am: “(parlottando tra di loro) Voi avete capito? C'ha una zeppola che sembra Gatto Silvestro... La quarta, dici? In effetti la terza è strettissima, finiamo sull'erba... see, battutona sulle canne, che ridere, Bob... Boh, vabbè, buona lì, non mi va di discorrere con questi idioti. Terza o quarta, che differenza fa?

Le interferenze radio dovute a comunicazioni sovrapposte nell'unica frequenza disponibile e la pronuncia inglese livello "Neanderthal" da parte dei controllori di volo non aiutavano le operazioni. Come se non bastasse, mentre i due aerei continuavano il rullaggio verso le rispettive destinazioni, la visibilità era scesa a tal punto che uno dei wingwalkers in servizio si pisciò addosso perché non riusciva a trovarsi il pisello.

- KLM: “Torre di controllo da KLM, siamo pronti per il decollo, procediamo lemme lemme!”
- Torre di controllo: “(sbuffo stizzito) Ok KLM, aspettate per il decollo, sono stato chiaro?”
- KLM: “(parlottando tra di loro) Che ha detto? "Ok per il varo"? Biascica le parole che sembra Daffy Duck... Al diavolo, non mi va di discorrere con questi idioti, schiodiamo in fretta da quest'isola dimenticata da Dio!”

L'ingegnere di volo Willem Schreuder, sindacalista della KLM e per questo visto da van Zanten come un ascesso anale, aveva probabilmente intuito di star per pestare una merda di dimensioni planetarie e tentò un ultimo approccio col comandante, senza celare troppo la ricambiata antipatia:

- Schreuder: “Si è tolto da lì?”
- Jacob van Zanten: “Come dici?”
- Schreuder: Antani bitumata dal pantano, come il propano all'ombra del pastrano?”
- Jacob van Zanten: “Eh???”
- Schreuder: “Si è tolto da lì il Pan American?!”
- Jacob van Zanten: “Certamente”

A quel punto van Zanten mollò i freni, diede piena potenza ai propulsori e, mimando un'affettuosa sculacciata, urlò:

« Forza, giumenta! Portaci in paradiso! »

Il disastro

Il capitano Grubbs fu probabilmente il primo a scorgere la sagoma del KLM sbucare dalla nebbia e venir loro addosso veloce come un brufolo spremuto. Con un'espressione in volto di chi s'accorge troppo tardi che quella appena mollata non era una scoreggia, cercò di scansare il proprio velivolo dalla traiettoria pigiando una sequela di tasti a casaccio sulla plancia di comando: l'aereo non si mosse di un millimetro, in compenso in tutta la carlinga gli altoparlanti cominciarono a trasmettere a tutto volume Surfin' Bird. Nello stesso istante, a poche decine di metri di distanza, sul lato destro del KLM il co-pilota Klaas Meurs salutava festoso in direzione dell'aereo americano, segno che non fosse esattamente conscio della situazione. Sul lato sinistro, invece, il cupolino si appannò, segno che il capitano van Zanten, nell'atto di tirare a sé il volantino, aveva pure lanciato un porcone di quelli brutti. Il muso dell'aereo olandese si sollevò quanto basta per non servire a un cazzo, la coda strisciò sulla pista lasciando una sgommata gemella di quella nelle mutande di Grubbs e i carrelli posteriori sfondarono il ponte superiore del Pan Am come un cucchiaio che affonda nel soufflé, incendiandosi (l'aereo, non il soufflé) immediatamente. Il KLM, dal canto suo, si godette per qualche secondo l'ultimo tuffo ad angelo della sua vita, prima di disintegrarsi al suolo. Nell'istante dello schianto Meurs stava ancora salutando.

Una moderna ricostruzione digitale dello “scontro” dei due Boeing, benché universalmente riconosciuta come inverosimile. Ma non troppo...

I soccorsi

I soccorsi non tardarono a intervenire, il problema è che erano totalmente disorientati dalla visibilità pressoché nulla: quando i sei pompieri in servizio a Los Rodeos scorsero il fuoco tentarono coraggiosamente di contrastarlo, ma dopo un buon quarto d'ora s'accorsero che stavano cercando di spegnere la montagna di pneumatici in fiamme di Springfield. Diressero allora l'attenzione verso un'altra fonte di luce sfavillante, ma presto s'avvidero che altro non era che l'albero di Natale tradizionalmente allestito dagli smistatori di bagagli, che però, come al solito, non si prendevano la briga di sfarlo e lì rimaneva fino a Pasqua. La situazione andò di peggio in pessimo nei minuti successivi, le autobotti erano ormai a secco di acqua e avevano girato così tanto a vuoto che furono costretti a uscire dall'area aeroportuale e cercare un benzinaio aperto. Un ignoto samaritano, impietosito da quel mesto spettacolo, fu visto gettare della legna nell'inferno del Pan Am per incoraggiare quei poverini.

Esiti

Gli esperti investigatori mentre
analizzano cause e dinamica dell'incidente

Nell'incidente, tutte le 248 persone a bordo del KLM vennero incenerite, chi già spirato dopo lo schianto, chi meno, mentre i degli occupanti perirono nel Pan Am. Le autorità giudiziarie iberiche, statunitensi e olandesi si riunirono per assegnare le colpe, in un clima sereno simile a quello che si respirava nell'anticamera dell'infermeria di Auschwitz. Dall'inchiesta che ne seguì vennero alla luce alcune considerazioni sul disastro:

« La colpa è di quei motherfuckers olandesi, van Zanten aveva troppa fretta di tornare nella sua patria piena di oppierie e bordelli! Inoltre l'intero equipaggio si odiava e non operava come una squadra salda e unita, come dimostrano gli scherzi con pece e piume ai danni dell'ingegnere Schreuder! »
« La colpa è di quegli obesi guerrafondai degli statunitensi, troppo sicuri di essere al centro dell'universo per obbedire all'ordine di un umile controllore di volo! Senza contare le menzogne che ha raccontato Robert Bragg agli investigatori per scaricare le responsabilità, quello schifoso pezzo di somaro klootzak!... Ah, Bragg, lei è qui? »
« Muy bien, sembra che nessuno abbia da ridire sull'indiscutibile innocenza della Spagna in questa cupa vicenda! Fernando, un giro di sangria per tutti! »

Conseguenze locali e non

  • Dal 1985 un tecnico della torre di controllo aeroportuale, in Spagna, deve possedere un'impeccabile maestria della lingua inglese: l'esame consiste nel saper dimostrare di intendere ogni singola parola della discografia dei Napalm Death. E poi cantarla tutta a cappella.
  • Molte espressioni facilmente soggette a incomprensioni vennero bandite a livello internazionale, tra le quali “take-off” (per la fase di decollo), “okay”, “coso”, “puzzetta”, “americani del cazzo”, “olandesi di merda” e via dicendo.
  • Le bretelle di collegamento tra pista di decollo e pista di rullaggio degli aeroporti spagnoli sono state sostituite da cinture di cuoio e autoreggenti.
  • I sei ex-pompieri di Los Rodeos sono tuttora in terapia antidepressiva. Si vocifera che consumino annualmente un'autobotte un'enorme quantità di Ansiolin.
  • La segnaletica orizzontale delle piste di Los Rodeos viene ritinteggiata ogni 4 ore con vernice fosforescente radioattiva, tuttoggi visibile anche dalla luna, dal lato oscuro.
  • Agli smistatori di bagagli fu fatto ingoiare l'albero di Natale un pezzo per uno. Non è noto a chi di loro toccò il puntale.

Curiosità

  • Pare che la famigerata bomba chimica di Las Palmas altro non fosse che la valigia di un clown professionista piena di fialette puzzolenti, rimasta accidentalmente schiacciata sotto un carrello elevatore.
  • Le fialette puzzolenti erano la novità in campo di burle dell'epoca.