Cinema interpretazionista albanese: differenze tra le versioni

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L’Albania è da sempre conosciuta per i suoi film a tiratura internazionale. Sin dal 1793 ha prodotto film dai forti contenuti: alcuni sono remake di film americani, altri sono remake di film albanesi che nessuno si è cagato la prima volta che hanno debuttato. Il cinema albanese inoltre comprende rivisitazioni di film realizzati in nazioni più carine, più migliori e più allegre come la [[Lituania]], l'[[Antartide]] e la ''Repubblica dei coccodrilli''.
L’[[Albania]] è da sempre conosciuta per la sua vasta produzione per il grande schermo<ref>che in Albania è chiamato "grande parete mal verniciata"</ref>. Sin dal 1793 l'Albania ha prodotto film stranieri (che gli albanesi chiamano "film locali") dai forti contenuti: alcuni sono remake di film americani, altri sono remake di film albanesi che nessuno si è cagato la prima volta.

Il cinema interpretazionalista albanese è reso ancora più incomprensibile, rispetto al già incomprensibile cinema albanese, dal fatto di essere ''interpretazionalista''. Questo implica produrre pellicole che sono essenzialmente rivisitazioni di film originariamente popolari e spensierati realizzati in nazioni più attraenti, più allegre e più migliori come la [[Lituania]], l'[[Antartide]] e la Repubblica dei [[Coccodrillo|Coccodrilli]] (infestata da [[alligatore|alligatori]]).


==Stile==
==Stile==
[[File:Il_settimo_sigillo.jpg|right|250px|thumb|''Morte'',"''L'uomo stecchino''", e ''Heidi senza faccia'' combattono contro le stranezze della loro esistenza in un paesaggio spoglio e desolato, che simboleggia il genocidio turco nel remake del film albanese del 2001 ''"Spitullaq, makinën ku e kam?"''<ref> Tradotto come, ''Ritorno al futuro''</ref>]]
[[File:Il_settimo_sigillo.jpg|right|250px|thumb|''Morte'', ''L'uomo stecchino'', e ''Heidi senza faccia'' combattono contro le stranezze della loro esistenza in un paesaggio spoglio e desolato, che simboleggia il genocidio turco nel remake del film albanese del 2001 ''"Spitullaq, makinën ku e kam?"''<ref> Tradotto come, ''Ritorno al futuro''</ref>]]
'''Il cinema albanese''' si focalizza su temi di interesse popolare come: la futilità della [[vita]], del [[lavoro]], della felicità, della disperazione e della futilità. Spesso lo scenario utilizzato sono le lande desolate di ''Shqipetar'', ''Shqiperi'', e ''Shqiperise'' che esprimono appieno sentimenti come la futilità e la disperazione. In più, spesso compaiono degli uccelli parlanti che, il 50% delle volte, simboleggiano [[Dio]].<br />
Il cinema albanese si concentra sulla futilità della [[vita]], sulla futilità del [[lavoro]], sulla futilità della felicità, sulla futilità della disperazione e sulla futilità della futilità. Normalmente ambientati nelle lande desolate di ''Shqipetar'', ''Shqiperi'', e ''Shqiperise'', questi film esprimono appieno sentimenti come la futilità e la disperazione. In più, spesso compaiono degli uccelli parlanti che, il 50% delle volte, simboleggiano [[Dio]].

Girati in [[bianco]] e in [[nero]] e in un confuso color seppia, i film del cinema albanese puntano i riflettori sulle crepe della psiche umana, [[a nessuno importa|a cui nessuno importa]], a meno che non si trovino registi albanesi e dei motivi per inscenare questi drammi.
Girati in [[bianco]], [[nero]] e, ad aumentare la confusione, color [[seppia]], i film del cinema albanese reinterpretano i concetti dei film originali puntando i riflettori in quelle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare - a meno che i produttori dei film originali non li denuncino per [[plagio]]<ref>Tuttavia, dato che ''tutti'' gli albanesi hanno la barba lunga e vivono in stanzette dentro gli studi cinematografici, è ben difficile individuarli - men che meno denunciarli</ref>.
Ci sono ben quattro film che sono considerati il vessillo del cinema albanese. Gli assidui frequentatori di cinema dell’est [[Europa]] ricordano molto bene questi capolavori della macchina da presa albanese: infatti essi hanno avviato molte carriere nel campo della direzione e della recitazione di film con paesaggi desolati, dove il regista tenta di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana, [[a nessuno importa|a cui nessuno importa]]. Secondo eminenti critici, il 94% del PIL dell’Albania viene utilizzato per creare film con paesaggi desolati, dove il regista tenta di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana, a cui nessuno importa.

Il contenuto di questi film è riassunto in poche, sintetiche, mal tradotte frasi in [[sovraimpressione]]. Basta perdere una frase per smarrire il senso dell'intero film, nonché l'interesse per questo pretenzioso genere cinematografico.<br />
Finora nessun film albanese è stato distribuito in formati più nuovi del 2 mm, risalente all'epoca dell'Inquisizione Polacca.

Ci sono ben quattro film che sono considerati il vessillo del navigato cinema albanese. I titoli di questi film sono ben noti a tutti gli assidui frequentatori di cinema dell’est [[Europa]]: infatti essi hanno avviato molte carriere nel campo della direzione e della recitazione di film con paesaggi desolati, dove il regista tenta di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare. Secondo eminenti critici, il 94% del PIL dell’Albania viene utilizzato per creare film con paesaggi desolati, dove il regista tenta di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare.


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|Testo = Mytvlev Tyrgzky, l'albanese [[Julia Roberts]], posa pensieroso dopo che il suo personaggio, Mytvlev Tyrgzky, ha perso ogni cosa di metafisicamente importante nella sua vita, dopo aver partecipato metafisicamente al peggior banchetto di matrimonio.
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Nel 1998 il regista Anthon Schjknk dirige quattro gioielli del cinema albanese. Il suo progetto più riuscito rimane ''Shøqpjr eccecc..'', con un intento modesto: reinterpretare tutto lo scibile cinematografico, e puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana, [[a nessuno importa|a cui nessuno importa]].<br />
Nel [[1998]] il regista Anthon Schjknk aveva già diretto tre gioielli del cinema albanese. Il suo progetto più riuscito, ''Shøqpjr eccecc..'', aveva un intento modesto: ricatalogare tutto lo scibile cinematografico mondiale, e puntare il riflettore sui posti in cui la psiche umana non osa guardare.


Il film comincia con l’inquadratura di un corvo, per poi spostarsi su un vecchio 78enne, il bravissimo Mytvlev Tyrgzky, che simboleggia la futilità della disperazione, che piange e si dispera sulla carcassa del suo [[cane]] ''Cane''. Immediatamente però, scopriamo che egli non piange solo a causa della perdita del suo cane, ma anche a causa della perdita dell’amore di un altro uomo. Intraprenderà una sfacchinata di quattro mesi a dorso di un [[mulo]], l’animale zoccoluto più depresso di tutti gli animali, per convincere il suo uomo, di cui non sappiamo l’identità, a non sposarsi. Mytvlev durante tutto il film soffrirà malattia, perdita e disperazione. Il film finirà con un'ennesima inquadratura sul corvo già visto all’inizio, che intona con solennità queste parole "''Neh, neh, neh. Pikërisht këmbadoras. <ref>No,no,no. Sono una ragazza impegnata. Ho esattamente 4 giorni per rovinare un matrimonio, rubare il tipo alla sposa e non so come diamine fare</ref>''.
Il film comincia con l’inquadratura di un [[corvo]], per poi spostarsi su un vecchio 78enne, il bravissimo Mytvlev Tyrgzky, che simboleggia la futilità della disperazione, che piange e si dispera sulla carcassa del suo [[cane]] ''Cane''. Presto scopriamo che egli non piange solo la perdita del suo cane, ma anche la perdita dell’amore della sua vita per mano di un altro uomo. Per questo egli intraprende una sfacchinata di quattro mesi a dorso di un [[mulo]], l’animale zoccoluto più depresso di tutti gli animali, per convincere il suo amore, di cui non sappiamo l’identità, a non andare al matrimonio. Durante tutto il viaggio Mytvlev soffrirà malattie, perdite e disperazione. Il film termina con l'ultima inquadratura sul corvo già visto all’inizio, che intona con solennità queste parole fatali: ''«Neh, neh, neh. Pikërisht këmbadoras»'' (trad: ''«No, no, no. Sono una ragazza impegnata. Ho esattamente 4 giorni per rovinare un matrimonio, rubare il tipo alla sposa e non so come diamine fare»'').


=="Kritik Pyetje Lidhur me Qytetarët e Huaj"<ref>[[Alien]]</ref>==
=="Kritik Pyetje Lidhur me Qytetarët e Huaj"<ref>[[Alien]]</ref>==
Nel 1980, il regista Yrgrk Hq ebbe una visione: non puntare solo il riflettore sulle crepe della psiche umana, a cui nessuno importa, ma inserirci degli [[alieni]] e vedere cosa accade. Purtroppo ''Kritik Pyetje'' è caratterizzato da un metaforico alieno, in uno spaventoso e metaforico spazio e con solo due metaforiche scene d’azione.<br />
Nel 1980, il regista Yrgrk Hq ebbe una visione: puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare, ma in più inserirci degli [[alieni]] e vedere cosa sarebbe accaduto. Purtroppo ''Kritik Pyetje'' contiene solo un alieno metaforico, in uno spaventoso spazio metaforico e con due sole scene d’azione metaforiche.


La storia si svolge a Panama City nel distretto di Mhjkjkkjdek, il capitano Yslev Mytosis piange e si dispera sulla carcassa della sua iguana ''Iguana''. Appare un corvo, che simboleggia fugace consapevolezza e un [[fiore]] che fiorisce nel [[deserto]], che simboleggia rinascita. Dopo otto ore di metafore non stop, capiamo che l’alieno non è un invasore venuto da un pianeta lontano: siamo noi...Siamo noi ''tutto il tempo''. Altre metafore includono un altro corvo- simboleggia scena d’azione- un alieno che fuoriesce dal petto di qualcuno- simboleggia la futilità della felicità- un iguana che fissa insistentemente il pubblico -simboleggia niente. Una metafora per la smania dell’essere umano di voler vedere e interpretare dove non c’è niente da vedere e interpretare.
Siamo a Panama City nel distretto di Mhjkjkkjdek; il capitano Yslev Mytosis piange e si dispera sulla carcassa della sua iguana ''Iguana''. Appare un corvo, che simboleggia la fugace consapevolezza; segue un [[fiore]] nel [[deserto]], che simboleggia la rinascita. Dopo otto ore di metafore non stop, capiamo che l’alieno non è un invasore venuto da un pianeta lontano: siamo noi... Eravamo noi ''fin dall'inizio''. Altre metafore includono un altro corvo - simbolo di una scena d’azione -, un alieno che fuoriesce dal petto di qualcuno - simbolo della futilità della felicità -, un'iguana che fissa insistentemente il pubblico - simbolo di niente, metafora per la smania dell’essere umano di trovare metafore dove non ci sono metafore.


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|Testo = Tyrgszky Mtyalev, l'albanese [[Halle Berry]], posa pensieroso dopo che il suo personaggio, Yongin Trupliv, ha perso ogni cosa di metafisicamente importante nella sua vita, dopo aver partecipato metafisicamente alla peggior scena d'azione.
|Testo = Tyrgszky Mtyalev, l'albanese [[Halle Berry]], posa pensieroso dopo che il suo personaggio, Yongin Trupliv, ha perso ogni cosa di metafisicamente importante nella sua vita, dopo aver partecipato metafisicamente alla peggior scena d'azione.
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Nel 2005, il veterano regista Ygrt Zxdfsre rinunciò a tutto quello che sapeva. Invece di rimanere fermo alle vecchie commedie romantiche albanesi, Ygrt decise di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana, a cui nessuno importa. Specialmente sulle parti non coperte dal completo di pelle dell’attore ultra settantenne Mtyalev Tyrgzky.<br />
Nel [[2005]], il veterano regista Ygrt Zxdfsre rinunciò a tutto quello che sapeva. Invece di rimanere fermo alle vecchie commedie romantiche albanesi, Ygrt decise di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare. Specialmente sulle parti non coperte dal completo di pelle dell’attore ultra settantenne Mtyalev Tyrgzky.


"''Quale fu il motivo?''" dichiara Ygrt in una recente intervista "''Penso che il genere umano abbia preso troppo sul morbido il cinema albanese negli ultimi centocinquant’anni. Era tempo che io puntassi i riflettori sulle crepe della psiche umana, [[a nessuno importa|a cui nessuno importa]]. In questo [[film]] di un [[uomo]] sfigurato dalla società gretta e da un’industria cosmetica, possiamo vedere qualcuno che si muove oltre le emozioni superficiali, dentro il regno nascosto della profonda disperazione. Dopo aver subito la perdita del suo pappagallo, Yovin affronta una metafisica prova del fuoco, picchiando ben 27 metafore prima di arrivare al metaforico nascondiglio della metaforica industria cosmetica, dove lui supererà dei metaforici laser per poter combattere, metaforicamente, il boss finale.''"<br />
''"Quale fu il motivo?"'' dichiara Ygrt in una recente intervista ''"Penso che il genere umano abbia preso troppo sul morbido il cinema albanese negli ultimi centocinquant’anni. Era tempo che io puntassi i riflettori su quegli aspetti della psiche umana dove nessuno osa guardare. In questa storia di un [[uomo]] solo, sfigurato dalla società gretta e da un’industria cosmetica, possiamo vedere qualcuno che si muove oltre le emozioni superficiali, dentro il regno nascosto della profonda disperazione. Dopo aver subito la perdita del suo pappagallo, Yovin affronta una metafisica prova del fuoco, sconfiggendo ben 27 metafore prima di arrivare al nascondiglio metaforico della metaforica industria cosmetica, dove lui supererà dei metaforici [[laser]] per poter combattere, metaforicamente, il boss finale."''


La persona a capo di questa metaforica industria cosmetica e che combinerà questo casino, un corvo che rappresenta [[Dio]], aggredisce fisicamente il protagonista. In un raro spezzone, il corvo lo aggredirà metafisicamente.
La persona a capo di questa metaforica industria cosmetica che ha avviato tutto il casino, un corvo che rappresenta [[Dio]], inizialmente pensa di aggredire davvero, fisicamente, il protagonista - tuttavia, con un'inedita svolta nella trama, lo aggredirà solo metafisicamente.


=="I Kompjuterëve Të Kafshëve Që Mëson Artet Ushtarak"<ref>[[Kung Fu Panda|''Kung Fu Panda'']]</ref>==
=="I Kompjuterëve Të Kafshëve Që Mëson Artet Ushtarak"<ref>[[Kung Fu Panda|''Kung Fu Panda'']]</ref>==
[[File:Il_settimo_sigillo.jpg|left|250px|thumb|Mortalità, "''L'uomo d'alluminio''", e ''Heidi senza bocca'' combattono contro le stranezze della loro esistenza in un paesaggio spoglio e desolato, che simboleggia il genocidio in Sri Lanka in "''I Kompjuterëve''".]]
[[File:Il_settimo_sigillo.jpg|left|250px|thumb|Mortalità, "''L'uomo d'alluminio''", e ''Heidi senza bocca'' combattono contro le stranezze della loro esistenza in un paesaggio spoglio e desolato, che simboleggia il genocidio in Sri Lanka in "''I Kompjuterëve''".]]
Nel 2008, fornito della più avanzata tecnologia che si poteva permettere, il regista Jurg Nmgfrstha si imbarcherà in un lungo, strano viaggio: un viaggio che lo porterà a puntare il riflettore su quelle parti dell’inconscio che la psiche umana non si cura di guardare. <br />
Nel [[2008]], fornito della più avanzata tecnologia che si poteva permettere, il regista Jurg Nmgfrstha si imbarcò in un lungo, strano viaggio: un viaggio che lo avrebbe portato a puntare il riflettore su quelle parti dell’inconscio che la psiche umana non osa guardare.


"''Non è andata esattamente così''" dichiara il [[regista]] in una recente intervista "''Stavo tentando di creare un film che potesse procurarmi soldi e cibo per la mia [[famiglia]]. Dopo 5 minuti realizzai che quel film con gli animali che imparano le arti marziali avesse bisogno di un tocco albanese: qualcosa che qualcuno che non viene dall’[[Albania]] non può fornire.''"<br />
''"Non è andata esattamente così"'' dichiara il [[regista]] in una recente intervista. ''"Stavo tentando di creare un film con cui fare soldi per me e la mia [[famiglia]]. Dopo 5 minuti realizzai che questo film con animali parlanti che imparano le arti marziali aveva bisogno di un tocco albanese: qualcosa che qualcuno che non viene dall’[[Albania]] non poteva dare."''


Ciò che comincia come un giocoso e pieno di animali pelosi esempio di animazione, si trasforma in uno spaventoso viaggio nell’inconscio. ''Kompjuterëve ecc..'' presenta allo spettatore dai 7 anni in su l’egemonia della disperazione. "''Sono contento che ora abbia un [[punto G]] albanese. Mi spiace di non aver mostrato abbastanza della profonda complessità umana allo spettatore.''"<br />
Quello che comincia come un cartone giocoso e pieno di animaletti pelosi, si trasforma in uno spaventoso viaggio nell’inconscio. ''Kompjuterëve ecc..'' presenta allo spettatore dai 7 anni in su l’egemonia della disperazione. ''"Sono contento che la censura albanese lo abbia vietato ai bambini dell'asilo. Temevo di non aver mostrato abbastanza del basso ventre della coscienza umana!"''


Quando fu rilasciato , molti giornali internazionali lo definirono: "''Un’autentica orgia di corvi e riflettori''" o "''Più deprimente di quando scoprii che [[Babbo Natale]] non esiste''". ''Kompjuterëve ecc..'' è uno dei maggiori capisaldi del cinema albanese mai prodotti: ha rastrellato infatti 8 miliardi di Yuduks (moneta albanese) lo scorso anno. Il protagonista, La [[Morte]], potrebbe riapparire nel sequel ''I Kompjuterëve Të Kafshëve Që Mëson Artet Ushtarak 2: Non toccare il mio Kompjuterëve"''.
''Kompjuterëve ecc..'' è uno dei maggiori capisaldi del cinema albanese mai prodotti: ha rastrellato infatti 8 miliardi di Yuduks (moneta albanese) lo scorso anno. Il protagonista, ''[[Morte]]'', potrebbe riapparire nel sequel ''I Kompjuterëve Të Kafshëve Që Mëson Artet Ushtarak 2: Non toccare il mio Kompjuterëve"''.

== Reazione della critica ==
Al loro rilascio, molti giornali internazionali definirono questi film ''"autentiche orge di corvi e riflettori"'' o ''"più deprimenti di quando scoprii che [[Babbo Natale]] non esiste"''. Da questi film nacquero le correnti di cinema interpretazionista di [[Stati Uniti]], [[Canada]] e [[Iran]], che tuttavia ebbero vita breve.


==Futuro del cinema albanese==
==Futuro del cinema albanese==
Il ''Riflettori Film Festival'' che si tiene a¨ƒˆ∆∂˜ß∂¨©, in Albania, col morire dell’inverno, dà spazio a nuovi registi che puntano i riflettori in vari luoghi. Purtroppo il futuro di questa forma d’arte è incerta, visto che i biglietti per i film del cinema albanese hanno fatto guadagnare meno di 8 milioni di Yuduk l’anno scorso, e quindi ora i registi si trovano alle strette peggio dei bambini affamati del [[Congo]].<br /> I prossimi remake includeranno ''"Der Chat Në Kapelë"''<ref>''Il gatto nel cappello''</ref> -un avvincente mortorio di [[speranza]]- e ''"I shpejtë dhe i furishëm"''<ref>[[The Fast and the Furious|''The Fast and the Furious'']]</ref>, un film che punta i riflettori su aspetti delle corse su strada, [[a nessuno importa|a cui nessuno importa]].
Il ''Riflettori Film Festival'' che si tiene a¨ƒˆ∆∂˜ß∂¨©, in Albania, alla fine dell’inverno, dà spazio a nuovi registi che puntano i riflettori in vari posti. Purtroppo il futuro di questa forma d’arte è incerta, visto che i biglietti per i film del cinema albanese hanno fatto guadagnare meno di 8 milioni di Yuduk l’anno scorso, e quindi ora i registi si trovano alle strette peggio dei bambini affamati del [[Congo]].

I prossimi remake includeranno ''"Der Chat Në Kapelë"''<ref>''Il gatto nel cappello''</ref> - un avvincente monito sulla [[speranza]] - e ''"I shpejtë dhe i furishëm"''<ref>[[The Fast and the Furious|''The Fast and the Furious'']]</ref>, un film che punta i riflettori su aspetti delle corse su strada che nessuno osa guardare.


==Note==
==Note==
{{note}}
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[[Categoria:Albania]][[Categoria:Nonsense]][[Categoria:Articoli tradotti]]
[[Categoria:Albania]][[Categoria:Cinema]][[Categoria:Articoli tradotti]]
[[en:Albanian interpretationalist cinema]]
[[en:Albanian interpretationalist cinema]]

Versione delle 22:27, 19 dic 2009

L’Albania è da sempre conosciuta per la sua vasta produzione per il grande schermo[1]. Sin dal 1793 l'Albania ha prodotto film stranieri (che gli albanesi chiamano "film locali") dai forti contenuti: alcuni sono remake di film americani, altri sono remake di film albanesi che nessuno si è cagato la prima volta.

Il cinema interpretazionalista albanese è reso ancora più incomprensibile, rispetto al già incomprensibile cinema albanese, dal fatto di essere interpretazionalista. Questo implica produrre pellicole che sono essenzialmente rivisitazioni di film originariamente popolari e spensierati realizzati in nazioni più attraenti, più allegre e più migliori come la Lituania, l'Antartide e la Repubblica dei Coccodrilli (infestata da alligatori).

Stile

Morte, L'uomo stecchino, e Heidi senza faccia combattono contro le stranezze della loro esistenza in un paesaggio spoglio e desolato, che simboleggia il genocidio turco nel remake del film albanese del 2001 "Spitullaq, makinën ku e kam?"[2]

Il cinema albanese si concentra sulla futilità della vita, sulla futilità del lavoro, sulla futilità della felicità, sulla futilità della disperazione e sulla futilità della futilità. Normalmente ambientati nelle lande desolate di Shqipetar, Shqiperi, e Shqiperise, questi film esprimono appieno sentimenti come la futilità e la disperazione. In più, spesso compaiono degli uccelli parlanti che, il 50% delle volte, simboleggiano Dio.

Girati in bianco, nero e, ad aumentare la confusione, color seppia, i film del cinema albanese reinterpretano i concetti dei film originali puntando i riflettori in quelle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare - a meno che i produttori dei film originali non li denuncino per plagio[3].

Il contenuto di questi film è riassunto in poche, sintetiche, mal tradotte frasi in sovraimpressione. Basta perdere una frase per smarrire il senso dell'intero film, nonché l'interesse per questo pretenzioso genere cinematografico.
Finora nessun film albanese è stato distribuito in formati più nuovi del 2 mm, risalente all'epoca dell'Inquisizione Polacca.

Ci sono ben quattro film che sono considerati il vessillo del navigato cinema albanese. I titoli di questi film sono ben noti a tutti gli assidui frequentatori di cinema dell’est Europa: infatti essi hanno avviato molte carriere nel campo della direzione e della recitazione di film con paesaggi desolati, dove il regista tenta di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare. Secondo eminenti critici, il 94% del PIL dell’Albania viene utilizzato per creare film con paesaggi desolati, dove il regista tenta di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare.

"Shøqpjr Nîuml Iskytncîøfphüûl"[4]

Template:Img Nel 1998 il regista Anthon Schjknk aveva già diretto tre gioielli del cinema albanese. Il suo progetto più riuscito, Shøqpjr eccecc.., aveva un intento modesto: ricatalogare tutto lo scibile cinematografico mondiale, e puntare il riflettore sui posti in cui la psiche umana non osa guardare.

Il film comincia con l’inquadratura di un corvo, per poi spostarsi su un vecchio 78enne, il bravissimo Mytvlev Tyrgzky, che simboleggia la futilità della disperazione, che piange e si dispera sulla carcassa del suo cane Cane. Presto scopriamo che egli non piange solo la perdita del suo cane, ma anche la perdita dell’amore della sua vita per mano di un altro uomo. Per questo egli intraprende una sfacchinata di quattro mesi a dorso di un mulo, l’animale zoccoluto più depresso di tutti gli animali, per convincere il suo amore, di cui non sappiamo l’identità, a non andare al matrimonio. Durante tutto il viaggio Mytvlev soffrirà malattie, perdite e disperazione. Il film termina con l'ultima inquadratura sul corvo già visto all’inizio, che intona con solennità queste parole fatali: «Neh, neh, neh. Pikërisht këmbadoras» (trad: «No, no, no. Sono una ragazza impegnata. Ho esattamente 4 giorni per rovinare un matrimonio, rubare il tipo alla sposa e non so come diamine fare»).

"Kritik Pyetje Lidhur me Qytetarët e Huaj"[5]

Nel 1980, il regista Yrgrk Hq ebbe una visione: puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare, ma in più inserirci degli alieni e vedere cosa sarebbe accaduto. Purtroppo Kritik Pyetje contiene solo un alieno metaforico, in uno spaventoso spazio metaforico e con due sole scene d’azione metaforiche.

Siamo a Panama City nel distretto di Mhjkjkkjdek; il capitano Yslev Mytosis piange e si dispera sulla carcassa della sua iguana Iguana. Appare un corvo, che simboleggia la fugace consapevolezza; segue un fiore nel deserto, che simboleggia la rinascita. Dopo otto ore di metafore non stop, capiamo che l’alieno non è un invasore venuto da un pianeta lontano: siamo noi... Eravamo noi fin dall'inizio. Altre metafore includono un altro corvo - simbolo di una scena d’azione -, un alieno che fuoriesce dal petto di qualcuno - simbolo della futilità della felicità -, un'iguana che fissa insistentemente il pubblico - simbolo di niente, metafora per la smania dell’essere umano di trovare metafore dove non ci sono metafore.

"Der Chat Dhe Gruaja Luftuar Krimin"[6]

Template:Img Nel 2005, il veterano regista Ygrt Zxdfsre rinunciò a tutto quello che sapeva. Invece di rimanere fermo alle vecchie commedie romantiche albanesi, Ygrt decise di puntare il riflettore sulle crepe della psiche umana dove nessuno osa guardare. Specialmente sulle parti non coperte dal completo di pelle dell’attore ultra settantenne Mtyalev Tyrgzky.

"Quale fu il motivo?" dichiara Ygrt in una recente intervista "Penso che il genere umano abbia preso troppo sul morbido il cinema albanese negli ultimi centocinquant’anni. Era tempo che io puntassi i riflettori su quegli aspetti della psiche umana dove nessuno osa guardare. In questa storia di un uomo solo, sfigurato dalla società gretta e da un’industria cosmetica, possiamo vedere qualcuno che si muove oltre le emozioni superficiali, dentro il regno nascosto della profonda disperazione. Dopo aver subito la perdita del suo pappagallo, Yovin affronta una metafisica prova del fuoco, sconfiggendo ben 27 metafore prima di arrivare al nascondiglio metaforico della metaforica industria cosmetica, dove lui supererà dei metaforici laser per poter combattere, metaforicamente, il boss finale."

La persona a capo di questa metaforica industria cosmetica che ha avviato tutto il casino, un corvo che rappresenta Dio, inizialmente pensa di aggredire davvero, fisicamente, il protagonista - tuttavia, con un'inedita svolta nella trama, lo aggredirà solo metafisicamente.


"I Kompjuterëve Të Kafshëve Që Mëson Artet Ushtarak"[7]

Mortalità, "L'uomo d'alluminio", e Heidi senza bocca combattono contro le stranezze della loro esistenza in un paesaggio spoglio e desolato, che simboleggia il genocidio in Sri Lanka in "I Kompjuterëve".

Nel 2008, fornito della più avanzata tecnologia che si poteva permettere, il regista Jurg Nmgfrstha si imbarcò in un lungo, strano viaggio: un viaggio che lo avrebbe portato a puntare il riflettore su quelle parti dell’inconscio che la psiche umana non osa guardare.

"Non è andata esattamente così" dichiara il regista in una recente intervista. "Stavo tentando di creare un film con cui fare soldi per me e la mia famiglia. Dopo 5 minuti realizzai che questo film con animali parlanti che imparano le arti marziali aveva bisogno di un tocco albanese: qualcosa che qualcuno che non viene dall’Albania non poteva dare."

Quello che comincia come un cartone giocoso e pieno di animaletti pelosi, si trasforma in uno spaventoso viaggio nell’inconscio. Kompjuterëve ecc.. presenta allo spettatore dai 7 anni in su l’egemonia della disperazione. "Sono contento che la censura albanese lo abbia vietato ai bambini dell'asilo. Temevo di non aver mostrato abbastanza del basso ventre della coscienza umana!"

Kompjuterëve ecc.. è uno dei maggiori capisaldi del cinema albanese mai prodotti: ha rastrellato infatti 8 miliardi di Yuduks (moneta albanese) lo scorso anno. Il protagonista, Morte, potrebbe riapparire nel sequel I Kompjuterëve Të Kafshëve Që Mëson Artet Ushtarak 2: Non toccare il mio Kompjuterëve".

Reazione della critica

Al loro rilascio, molti giornali internazionali definirono questi film "autentiche orge di corvi e riflettori" o "più deprimenti di quando scoprii che Babbo Natale non esiste". Da questi film nacquero le correnti di cinema interpretazionista di Stati Uniti, Canada e Iran, che tuttavia ebbero vita breve.

Futuro del cinema albanese

Il Riflettori Film Festival che si tiene a¨ƒˆ∆∂˜ß∂¨©, in Albania, alla fine dell’inverno, dà spazio a nuovi registi che puntano i riflettori in vari posti. Purtroppo il futuro di questa forma d’arte è incerta, visto che i biglietti per i film del cinema albanese hanno fatto guadagnare meno di 8 milioni di Yuduk l’anno scorso, e quindi ora i registi si trovano alle strette peggio dei bambini affamati del Congo.

I prossimi remake includeranno "Der Chat Në Kapelë"[8] - un avvincente monito sulla speranza - e "I shpejtë dhe i furishëm"[9], un film che punta i riflettori su aspetti delle corse su strada che nessuno osa guardare.

Note

  1. ^ che in Albania è chiamato "grande parete mal verniciata"
  2. ^ Tradotto come, Ritorno al futuro
  3. ^ Tuttavia, dato che tutti gli albanesi hanno la barba lunga e vivono in stanzette dentro gli studi cinematografici, è ben difficile individuarli - men che meno denunciarli
  4. ^ Il matrimonio del mio migliore amico
  5. ^ Alien
  6. ^ Catwoman
  7. ^ Kung Fu Panda
  8. ^ Il gatto nel cappello
  9. ^ The Fast and the Furious