Caponata

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La caponata è un miscuglio eterogeneo di sostanze chimiche, altamente tossico e instabile, utilizzato in passato per innumerevoli scopi industriali, fino a quando non fu soppiantato da prodotti chimici meno pericolosi, quali l'ammoniaca, o la nitroglicerina. Attualmente sopravvive, in alcune culture sottosviluppate, un improprio, quanto illegale [1], uso alimentare.
Caponata è detto anche, per estenzione, il supplizio che consisteva nel far ingurgitare al reo una quantità di miscela superiore a quella letale. Tale pena era comminata solo per delitti particolarmente efferati, in quanto provocava l'immediato collasso dell'apparato digerente. A causa dell'atrocità del tormento (la urla del malcapitato potevano essere udite a chilometri di distanza) venne sostituita, con l'avvento dell'Illuminismo, dal più mite impalamento.

Caponata in scatola.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Caponata

Storia

Recenti scoperte archeologiche hanno portato alcuni studiosi a ritenere che la caponata fosse già nota agli antichi Sicani. La teoria ha l'indubbio vantaggio di far luce sulle cause del loro declino, ma contrasta con altre osservazioni: si fa notare che molti degli ingredienti non potevano essere reperibili per una popolazione pressoché ferma all'età della pietra. Non è comunque da escludere che esistessero giacimenti naturali di caponata ora esauriti.
Le prime testimonianze certe ci arrivano però dal Nord Europa. In Germania l'invenzione della caponata è attribuita a un leggendario medico, filantropo e cuoco dilettante, Josef Mengele, che scoprì il preparato cercando un alimento sano e nutriente per i pazienti del suo piccolo ospedale di provincia.
Pare che gli Stati Uniti abbiano lanciato il Progetto Manhattan in risposta agli esperimenti tedeschi su un eventuale uso bellico della caponata.

Preparazione

L'ingrediente principale della caponata è, come è noto, la diossina. Essa viene raccolta in Agosto nei pressi di impianti termoelettrici, chimici, inceneritori o spogliatoi maschili. Particolarmente apprezzata è quella contenuta nel latte di bufala campana e in casi eccezionali e di necessità viene ottenuta dalla combustione di materiale plastico come bicchieri e piatti in plastica.
A questa vanno poi aggiunti i restanti ingredienti come l'oleum noto come una soluzione di acido solforico al 98%, avendo sempre cura di versare l'acqua sull'acido e mai viceversa!!! Particolare importanza assume la fase della frittura, che deve durare almeno un'ora in modo che l'olio venga assorbito fino a soppiantare tutto ciò che resta di commestibile nell'intruglio: una regola ancora valida è quella di terminare la cottura non appena il livello dell'olio giunge a un decimo di quello iniziale. Riguardo a quest'ultimo, si sconsiglia di utilizzare olio di oliva, o di girasole. Ottima invece la colza. Alcune compagnie petrolifere hanno messo in vendita già da alcuni anni oli specifici per caponata, che garantiscono il giusto livello di tossicità.

Varianti

  • Caponata flambé: prima di servire, cospargere di benzina (senza piombo) e incendiare. Per quanto il preparato sia di per sé combustibile, la super fornisce quell'inconfondibile aroma caro agli intenditori.
  • Caponata glacée: palline di caponata immerse nel bitume e lasciate raffreddare. Servire a temperatura di frigorifero.
  • Caponata light: non è una vera e propria caponata, quanto uno sformato di ghiaia e peperoni cotti nel Mastro Lindo.

Curiosità


Note

  1. ^ Secondo le tabelle allegate al testo della legge Bossi-Fini, la quantità di caponata riconosciuta per uso personale è di soli 0,01 mg.