Bunga bunga

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L'evoluzione[1] della specie.
« Ma che cazzo vuol dire? »
(Chiunque su Bunga Bunga)
« Basta! Mi hai deluso, Silvio, è l'ultima volta che ti voto e che mi prendi per i fondelli! »
(Italiano medio qualche mese prima di votare Berlusconi)
« Inammissibile che il presidente del consiglio abbia rapporti sessuali con delle negre! »
« Sono stato frainteso! »
(Berlusconi su Bunga Bunga)

Con il termine Bunga Bunga s'intende una sottospecie di rituale propiziatorio di origine marocchina atto a facilitare l'iter di leggi ad personam da incostituzionali a costituzionali tramite animaleschi e ripetuti rapporti sessuali con minorenni nipoti dell'emiro della Repubblica delle Banane o, in generale, negre. Grande appassionato di questa esotica arte è il nostro beneamato premier, sua eccellenza l'«utilizzatore finale» Silvio Berlusconi, che la pratica con inusitata frequenza nelle sue numerose ville.

Sandro Bondi in uno dei frequenti bunga bunga di Villa Certosa, qui ripreso nella fase prodromica, mentre dispensa ai partecipanti generose razioni delle sue secrezioni lubrificanti

Il bunga bunga e il rafforzamento dei legami di gruppo

Il parere dell'antropologo Leonardo Melis

L'antropologo Leonardo Melis, nell'insolito travestimento da bronzetto sardo, si accinge a un accurato rendez-vous con i più remoti recessi della ritualità del bunga bunga

Il bunga bunga in terra sarda, non poteva sfuggire all'occhiuta attenzione dell'antropologo, archeologo e fantasista Leonardo Melis, acuto osservatore dell'evoluzione dei costumi isolani: Melis, solito a camuffarsi abilmente da studioso serio, ingannando perfino l'avvertitissima comunità degli utenti di Wikipedia, stavolta ha stupito anche la folta e prestigiosa comunità accademica di Setzu, il paesino natio (166 anime) del valente archeologo. Dissimulando le proprie forme dietro l'insolita apparenza di un bronzetto sardo, Melis, non riconosciuto da alcuno, ha potuto studiare da vicino il fenomeno, annotando tutti i dettagli del rito del bunga bunga.

Riemerso dai più oscuri fornici delle giosiose ritualità orgiastiche, si è potuto alacremente dedicare alla stesura del suo ultimo e pionieristico studio, dal titolo Shardana e il mistero del terzo Dan: Bunga Bunga, ehia ehia, chella là, pubblicato dalle Edizioni Pittima (Piccola tipografia magorese) nel 2010.

Dalle dense pagine del suo saggio apprendiamo che il rito del bunga bunga assolve anche alla delicatissima funzione di rinsaldare la coesione del gruppo. Al fine di valorizzare tale funzione, al rituale possono essere ammessi, a turno, sodali e cortigiani servili. Ricercatissima la presenza di Sandro Bondi, il cui viscidume brevettato sembra in grado di "fluidificare" i rapporti e addolcire eventuali attriti ed asperità politiche.

Il bunga bunga come rito di passaggio

Una spiritualità intensa e composta, sembra attraversare la concentrata espressività di Ruby, qui colta in una fase topica del rito di passaggio del bunga bunga, mentre si accinge a ricevere la definitiva benedizione dall?unto del Signore, che ne sancirà l'agognata adesione alla fede cattolica

Una diversa sfumatura assunta dal rituale, così sottile da sfuggire perfino all'acutissimo antropologo Leonardo Melis, è emersa a sorpresa durante la trasmissione AnnoZero di Michele Santoro. In un'intervista telefonica gentilmente concessa alla redazione del programma, la minorenne marocchina Ruby Rubacuori ha rivelato un commovente dettaglio circa la condotta del premier Berlusconi: questi, da buon samaritano, in mezzo ai tanti farisei della sinistra, avrebbe semplicemente agevolato la liberazione della ragazza dagli asfissianti catene psicologiche della sua fede originaria, permettendogli di abbracciare consapevolmente la più consona fede cattolica. In questa nuova ottica, il bunga bunga si rivelerebbe come un rito di passaggio, attraverso il quale suggellare il sofferto e delicato passaggio all'esperienza spirituale della nuova fede cattolica.

La notizia ha riempito di entusiasmo gli ambienti vaticani, espressisi in particolare, con alte e ferme parole, per bocca di monsignor Fisichella, che ha precipitato a dichiarare alle agenzie: «L'avevo detto io che il bunga-bunga bisogna collocarlo nel suo contesto!»

La drammatica esclusione del ministro Brunetta, assenteista suo malgrado

I documenti rozzamente contraffatti con i quali Renato Brunetta ha inutilmente cercato di eludere il divieto di bunga bunga, sperando di bypassare l'attentissima sorveglianza dei Carabinieri di guardia ai festini di Arcore

Inadatto alle complesse ritualità del bunga bunga si è invece mostrato, suo malgrado, il ministro Renato Brunetta, per ovvi motivi anatomici, i quali, come crudelmente rimarcato dal cerusico di corte, il prof. Umberto Squacquagnini, che ne metterebbero a repentaglio la salute: «è da escluder di sicuro, perché ha il il cuore troppo vicino al buco del culo!» Questa frase, nel crudo e asettico linguaggio medico del referto del luminare Squacquagnini, ha suggerito l'icastica sintesi con cui i probiviri del Partito Della Lapdance hanno motivato la loro meditata decisione di relegare il solerte ministro anti-fannulloni a un assenteismo, forzato e contro natura, dagli ambitissimi riti orgiastici.

Penosissimo e commovente il tentativo del ministro di eludere l'ordinanza, ingannando la sorveglianza attraverso documenti maldestramente contraffatti, con cui, nascondendo il capo sotto un blazer fuori misura, goffamente rialzato, tentava di spacciarsi per il Cavaliere senza testa, invitato a un festino della Villa di Arcore. Pensava di averla quasi fatta franca: i Carabinieri di guardia, dopo aver confrontato la conformità dei dati somatici dell'ospite con quelli risultanti dal documento, lo avevano infatti lasciato passare, ma a quegli stessi militari, accuratamente addestrati dall'Arma all'ambito mestiere di buttafuori e e-scortatori di escort dei festini porno dell'imperatore, non è sfuggito l'unico particolare sospetto, una copiosa colatura di pasta e fagioli che fuorusciva dalle tasche del blazer: riconosciuto l'imbucato, lo hanno prontamente consegnato alla questura di Milano, che, pressati da una telefonata del premier, hanno adottato un'insolita procedura: anziché chiuderlo in una residenza protetta, lo hanno dato in affidamento all'onnipresente baby-sitter Nicole Minetti, di professione affidataria, precipitatasi, come ogni notte, negli uffici della Questura e dichiaratasi «disponibile a ogni richiesta del premier».

Le reazioni

Ecco come hanno reagito i principali schieramenti politici:

« Scandaloso, esigiamo le sue immediate dimissioni »
« Se sarei ancora giudice eravate già tutti 'n galera! »
« E' tutta un'invenzione degli alieni comunisti! »
(Qualunque parlamentare del PDL)
« Astengomi. »
« Speriamo non mi facciano un agguato con una Barbie. »

Non si è fatta attendere la reazione, ferma e con alte parole, degli ambienti vicini al Vaticano:

« Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose e stare attenti a non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato »
(Mons. Salvatore Fisichella)

All'estero

La vicenda è stata osservando con grande stupore noia[2] dalle reti estere. Alcuni capi di stato, invidiosi della capacità di Berlusconi di cacciarsi in qualcunque scandalo possibile e di uscirne perfettamente pulito, hanno così commentato:

« Perchè non sono nato in Italia?? Qui in Francia non posso neanche farmi la segretaria che mi devo dimettere! »
« Dovrei andare più spesso in Italia... »
« Niente sesso, siamo inglesi! ...pero' ...un po' di Bunga-Bunga prima... »
« E pensare che il lettone in cui fa Bunga-Bunga gliel'ho regalato io! »

Note

  1. ^ malata
  2. ^ Sempre le stesse cose succedono in Italia. uno scandalo qui, uno scandalo là e Berlusconi che non si muove dalla poltrona. Un paese piuttosto noioso.